Visione: “Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar” di Joachim Rønning e Espen Sandberg

« “Chi sono io per te?”
“Un tesoro.” »

Il 24 Maggio scorso, i pirati sono finalmente tornati all’arrembaggio nei cinema italiani. Johnny Depp riveste ancora una volta i panni del mitico Capitano Jack Sparrow, che non smette mai di avventurarsi in situazioni più grandi di lui.
Questa volta sarà affiancato dal giovane Henry Turner, figlio di Will Turner, e Carina Smith, astronoma accusata di stregoneria. Per porre fine al crudele destino del padre, il ragazzo va alla ricerca di un antico e potente oggetto magico: il Tridente di Poseidone, in grado di spezzare qualsiasi maledizione.
Dall’Occhio del Diavolo fa capolino un vecchio nemico: Salazar, intenzionato ad ogni costo a raggiungere Sparrow per vendicarsi del torto subito.
All’uomo non resta quindi che aiutare i ragazzi in questa ricerca per poter continuare a solcare in libertà i mari.
Non mancano le già ben note conoscenze, come Capitan Barbossa e Mastro Gibbs, pronti ancora una volta ad assecondare le intenzioni di Jack; sorprendenti comparse sapranno colpire e commuovere.
Da fan che segue fin dal primo film questa saga, non posso nascondere l’emozione provata nel tornare ancora una volta al cinema per sentire a tutto volume la colonna sonora e vedere Jack Sparrow in azione. Dopo un quarto episodio leggermente sottotono rispetto agli altri, con La Vendetta di Salazar si riprende il filo conduttore della storia lasciata in sospeso ormai dieci anni fa.
Va detto che non è un film assolutamente impegnativo e che ricalca le atmosfere grottesche e surreali dei suoi predecessori.
Jack Sparrow, per quanto sia il personaggio di punta della storia, in realtà è una figura di contorno, che serve a sostenere chi è davvero protagonista. Qui finalmente torna a riprendere definitivamente quel ruolo, che gli calza a pennello così com’è, nonostante sia al centro della Vendetta.
Il personaggio di Barbossa sembra essere quello che ha avuto una maggiore evoluzione nel corso della serie, fino a giungere ad una redenzione che lo fa apparire finalmente a tutto tondo.
Salazar non è certo il nemico più interessante che sia comparso finora: Davy Jones, ad esempio, aveva un background molto più ricco e uno sviluppo decisamente più interessante e complesso. Salazar è stato creato solo ed esclusivamente per lo scopo ben visibile dal titolo, senza pensare ad ulteriori sbocchi che lo avrebbero reso un villain migliore.
Ho amato tantissimo la strega Haifaa Meni, nonostante faccia solo una comparsa e per cui spero possa tornare nel prossimo film.
Molto emozionante la scena finale, che si è fatta attendere e sperare in tutti questi anni.
In generale sono soddisfatta perché mi sono divertita. Ho trovato la pellicola godibile, diversamente da chi l’ha massacrata definendola un film disgustoso (non parlo di chi di cinema se ne intende, ma chi deve sempre e per forza criticare senza un parere costruttivo).
Spero di non dover aspettare un altro decennio, ma di certo non smetterò di aspettare.

Recensione: “Le Avventure di Malipiero” di Angela Catalini

« E soprattutto, guardate con occhi di bimbo il mondo intorno a voi e non smettete mai di sognare. »

La prima recensione di oggi è un delizioso omaggio dell’autrice Angela Catalini: si tratta di “Le avventure di Malipiero”, una favola che si legge davvero in pochi minuti edita per Giovanelli Edizioni. 
Il piccolo Malipiero vive all’interno di un grande castello insieme al pipistrello Bipenne in attesa del ritorno dei suoi genitori, da diverso tempo scomparsi. Il segretario del Re, Fanfarone, giunge alla sua dimora e, dopo averlo conosciuto, cerca di aiutarlo. L’arrivo di Bislacca e il figlio Tremendo daranno una svolta alla vita del bambino.
Il tono della storia è quello dei classici racconti per bambini: il mistero e la magia circondano il protagonista e tutti gli altri personaggi, in un’avventura che può lasciare a bocca aperta prima di andare a dormire.
Ho adorato le illustrazioni interne dell’autrice, ma a causa del formato del libro (10x15cm) non si può goderne appieno. Questo potrebbe essere un punto a sfavore per i lettori più piccoli, sempre alla ricerca di figure e immagini cui fare riferimento.
“Le avventure di Malipiero” è una dolce favola, originale e intrigante, ma che poteva avere un risvolto migliore, specie sul finale. La storia è molto interessante ma decisamente breve, ha un epilogo piuttosto frettoloso che forse avrebbe richiesto un capitolo in più. In generale, il mondo creato dalla Catalini sembra essere stato presentato solo in superficie, come se i personaggi avessero molto altro da dire e l’ambiente volesse essere esplorato maggiormente dal lettore.
Leggerei davvero volentieri un romanzo ben strutturato e approfondito, collocato nella favola di Malipiero. 
Comunque è una lettura consigliata che con qualche piccolo accorgimento potrebbe davvero fare la differenza.
Potete acquistare il libro qui.

Recensione: “Il Carnevale a Venezia” di Livin Derevel

« Carnevale era fase di copiosità, di esagerazioni, di iperboli, e nonostante ciò la Morte per lo più si limitava a osservare, a glissare, a passare accanto al letale senza allungare le dita per trascinare le anime nell’Averno, forse perché convinta che non ne valesse la pena, poiché nel Carnevale tutto era concesso e nulla proibito. Nemmeno travalicare i confini. »

Dodici giorni scandiscono il Carnevale, periodo di sfrenatezza, libertà e divertimenti. Protagoniste indiscusse sono le Maschere, figure eteree che appaiono per portare gioia, burle e risate alle persone. Ma il sangue ne macchia le gesta: Beppe Nappa e Gianduja vengono ritrovati inspiegabilmente morti, e la punta della lancia di San Giorgio, quella che scalfì la pelle del drago, misteriosamente scomparsa. 
Ad indagare viene chiamato il Tenente di Gendarmeria Lorenzo, che si mette subito alla ricerca del Re del Carnevale per scongiurare un terzo omicidio. Arlecchino ha tutta l’intenzione di rimanere nell’ombra fino alla fine, interrogare le altre Maschere sembrerebbe apparentemente inutile.
Tra costumi, sfarzo e scherzi, si dipana la trama di un giallo originale e ricco, con un ritmo incredibilmente incalzante e mai sottotono.
Il lettore entra a far parte di un mondo onirico con le lancette del tempo rotte, in cui la realtà non è mai quella che sembra e l’allegria si unisce alla paura, come nel ciclo infinito che lega Vita e Morte.
La scena della comparsa di Arlecchino, e il dialogo che subito ne segue, è la più pregna di emotività e forza. La scrittrice è stata in grado di far scaturire dalle pagine la potenza di un Re immaginario, quasi temuto, da tutti rispettato e conosciuto.
Siamo spettatori di una commedia frizzante, ma è naturale il desiderio di divenire attori e farsi coinvolgere dalle Maschere in una pazza esperienza che può essere in grado di cambiare, addirittura, l’esistenza stessa. Bisogna essere un po’ come Lorenzo e trovare il coraggio di lasciarsi andare, anche nelle più chiare delle farse.
Ringrazio Milena Edizioni per questo meraviglioso libro.
“Il Carnevale a Venezia” è disponibile a questo indirizzo

Review Party: Recensione di “Il bambino bugiardo” di S.K. Tremayne ( + GIVEAWAY )

« Anche quando ti stai divertendo con tuo figlio, non puoi fare a meno di pensare che avresti dovuto farlo di più in passato. Avere un figlio è come una rivoluzione industriale delle emozioni: all’improvviso produci in serie preoccupazione e senso di colpa. »


Dopo una settimana di pausa, non rimarrete di certo a digiuno di recensioni: già oggi e nei prossimi giorni, tante nuove ed interessanti letture!
Partiamo con una pubblicazione Garzanti che dà nome all’evento a cui partecipo: “Il bambino bugiardo” di S.K. Tremayne.
Non perdete la possibilità di partecipare al giveaway per vincere una copia cartacea del libro! A fine post, tutte le regole.
Lasciandosi alle spalle tutti gli ideali di vita, Rachel decide di trasferirsi nella lussuosa e antica casa a ovest della Cornovaglia appartenente al marito David.
Con loro, anche la madre e il figlio di lui: Jamie.
Si sente amata, felice. Anche da un bambino che biologicamente non è suo.
Ma andando oltre, sa che la famiglia Kerthen nasconde un velo di tristezza e dolore per la perdita di Nina, prima moglie di David. Jamie sembra soffrire ancora molto per la morte della madre, tanto da risultare inquietante agli occhi di Rachel: gli interminabili silenzi e le conversazioni in solitudine del bambino non possono essere del tutto normali. Eventi inspiegabili iniziano ad infestare la tenuta di Carnhallow e una premonizione del piccolo non può che tormentare e spingere la donna ad andare sempre più a fondo nella vicenda: A Natale sarai morta.
Lo scrittore è in grado di creare un’atmosfera tetra che si trasmette al lettore, regalandogli ore da brivido e adrenalina. Non si può non essere incuriositi dalla storia di Rachel, che seguiamo passo dopo passo fino alla verità. L’ambientazione fredda e gotica della Cornovaglia si sposa perfettamente con il genere; la tensione, data anche dal countdown segnato all’inizio di ogni capitolo, costringe chi legge ad andare avanti nonostante tutto. L’elemento centrale è il sovrannaturale: il suo ruolo nella storia rimane ambiguo fino alla fine, portando a delle convinzioni piuttosto che ad altre.
I personaggi, però, non sono particolarmente caratterizzati. Non ho potuto fare a meno di pensare che fossero lo stereotipo dei thriller, senza quella marcia in più che mi avrebbe fatto davvero apprezzare il libro.
Sicuramente, però, l’autore mi ha convinta a recuperare il suo romanzo d’esordio: “La gemella silenziosa”.
Ringrazio infinitamente Garzanti per l’omaggio.
GIVEAWAY:

Leggete attentamente il regolamento per accaparrarvi la copia in palio, ricordatevi che avete tempo fino al 16 giugno:
1. Iscrizione a tutti i blog
2. Commentare e condividere almeno tre recensioni
3. Commentare l’evento facebook lasciando la mail per essere contattati in caso di vittoria.
Non dimenticatevi di inserire le informazioni richieste nel box sottostante:

a Rafflecopter giveaway

Grazie a chi parteciperà, fatemi sapere la vostra opinione in merito!

Recensione: “Absence – Il gioco dei quattro” di Chiara Panzuti

« Passi degli anni a cercare un motivo per cui lottare, una ragione per alzarti la mattina, per cambiare casa, città, destino. E poi, di punto in bianco, sei costretto a combattere e basta.
Senza appigli. Senza aiuti. Senza niente. »




Grazie alla Fazi Editore ho potuto leggere in anteprima il nuovo libro in uscita per la collana LainYa: “Absence – Il gioco dei quattro” di Chiara Panzuti, primo di una trilogia.
L’attesa per questo romanzo è stata veramente sentita dai lettori in generale e devo dire che l’aspettativa non è stata affatto delusa.

Almeno una volta nella vita tutti abbiamo sentito il bisogno di sparire completamente, ma quando questo accade davvero non è affatto divertente.

Per Faith, Jared, Christabel e Scott inizia un viaggio alla ricerca di colui che sa molto più sulla loro condizione di quanto possano saperne loro: invisibili al mondo, perfino ai propri stessi occhi. Dovranno lottare per sopravvivere a chi con violenza dà loro la caccia, in un insieme di mosse spietate atte ad ostacolarli. A quale gioco saranno costretti a partecipare? Qual è il significato dietro al biglietto con la scritta “Torna a vedere”?

Il libro di Chiara Panzuti è sicuramente ricco d’azione e avvenimenti concatenati. A questi, però, si alternano dei momenti riflessivi che danno un pugno allo stomaco al lettore molto più della trama principale. I personaggi sono caratterizzati dai personali sentimenti e tormenti, ma nel proprio piccolo e nonostante la giovane età cercano di dare una spiegazione riguardo la società in cui vivono. Spesso la quotidianità è talmente frenetica che soffermarsi sui dettagli diventa quasi impossibile. Anche mantenere i rapporti umani diventa complesso, il rischio è che le persone che fanno parte delle nostre vite involontariamente scompaiano, sovrastate dalle nostre priorità inderogabili. È nei ricordi che le ritroviamo, ma anche quando si vuole scattare una foto per congelare un evento nel tempo, ci si rende conto di non averlo vissuto davvero.

La disperazione per l’invisibilità fa cadere i protagonisti in uno stato sempre più scoraggiante: l’atmosfera angosciosa mi ha inquietato, tanto da dover mettere più volte in pausa la lettura.
È interessante arrivare a comprendere che non è importante tornare a vedersi di nuovo riflessi quanto tornare a far parte della vita di chi si ama. I legami sono ciò che più contano, perché l’uomo è un animale sociale.

Lo stile di scrittura dell’autrice è coinvolgente e trainante, non si può non arrivare alla fine del libro senza desiderare di poter leggere subito il prossimo.
Un libro con una protagonista come Faith, il cui animale preferito è una lontra, come potevo non amarlo?

Questo non è un libro fantasy qualsiasi, dimostra che le storie originali esistono ancora e lottano per emergere.

Sono davvero contenta per il traguardo che Chiara è riuscita a raggiungere con questa pubblicazione

questo link avrete la possibilità di scaricare in anteprima i quattro prologhi della storia: quale miglior modo per farsi un’idea della lettura?

In questi giorni, inoltre, la casa editrice ha indetto un concorso legato all’acquisto di Absence! Vi lascio il link e di seguito l’immagine di riferimento: