Quando giunge l’estate, riscopro puntualmente quel lato di bambina che credo sempre di aver sepolto sotto il peso degli anni, subito dietro al carro delle esperienze di vita.
Tanti demoni sussurrano martellanti al mio orecchio: le zie insicurezze, il cugino smarrimento e la compagna frustrazione, l’inguaribile nonna ansia. Sorella malinconia, però, si avvicina a piccoli passi con l’arrivo del caldo e delle docce fresche e sempre vane.
Non ho mai capito il perché, tuttora non riesco a dare una spiegazione; è un fastidio pungente che mi accompagna fino all’equinozio. L’estate porta con sé il dono delle riflessioni profonde, quelle che si cerca sempre di rimandare per un motivo o per un altro, ma che piombano sulle proprie vittime come avvoltoi nel deserto. Tutto questo svilisce ed indebolisce, mi allontana dal briciolo di spensieratezza che ancora possiedo.
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Poi, qualcosa nell’aria cambia.
Ed ecco il primo temporale, il respiro meno affannoso, il lento ritorno del freddo (anche se la coperta non mi abbandona mai davvero del tutto). I colori della natura caldi, senza più l’abbagliante luce solare.
L’energia positiva mi ricarica di buoni propositi, idee e progetti per rendere gratificanti le giornate.
Si sognano passeggiate nei boschi, tra le foglie secche che scoppiettano sotto i piedi.
Mano nella mano, in un unico senso di pace.
Si attende il tepore delle serate davanti ad un film, le immancabili ciambelle appena cotte.
I libri impilati sul comodino vicino al letto, pronti per essere vissuti.
La cioccolata calda non me la toglie nessuno.
Bentornato Autunno. |