Review Party: Recensione di “Attacco dal cielo” di Tom Clancy e Marc Cameron

Mentre l’assetto politico iraniano fa parlare di sé in tutto il mondo, il presidente americano Jack Ryan ha ben altri problemi a cui badare. La minaccia di un aereo sovietico carico di testate nucleari e sparito dai radar si fa sempre più concreta e l’uomo non può fare altro che chiamare il proprio figlio e mandarlo in missione, verso la ricerca di un trafficante d’armi pronto a tutto per vedere il popolo arabo collassare. Sarà l’inizio per Jack Ryan Junior di una lotta contro il tempo, ostacolata da un misterioso virus batteriologico e da sconvolgenti catastrofi climatiche.

“Attacco dal cielo” è uno dei romanzi più adrenalinici letti nell’ultimo periodo. Questo è possibile grazie all’abilità rinomata degli autori, che sanno gestire ormai con facilità le situazioni più complesse. La trama, infatti, porta il lettore a seguire Jack Ryan e figlio su fronti diversi, la cui alternanza rende frenetica la narrazione, così come l’azione che caratterizza nell’interezza l’opera. 

Le descrizioni degli ambienti sono come sempre accurate e verosimili, prova della cura costante che gli autori impiegano nella realizzazione di ogni romanzo.

Il personaggio di Jack Ryan è noto e apprezzato ormai da anni, eppure si svela essere un uomo instancabile e sempre pronto ad affrontare ogni situazione, coinvolgendo con sorpresa i lettori a ogni nuova impresa. Non si può non rimanere sempre col fiato sospeso di fronte a ciò che capita nella sua vita e ogni lettura risulta per questo godibile, leggera e di intrattenimento, in grado di fare da spartiacque tra opere ben più impegnative.

“Attacco dal cielo” è una lettura consigliata per vivere per poche ore un’avventura da brivido in compagnia di uomini potenti e d’azione che sanno affrontare anche l’ostacolo più arduo e l’impresa apparentemente impossibile.

Review Party: Recensione di “Ucciderò il gatto di Schrödinger” di Gabriella Greison

Alice ha delle ottime referenze lavorative, ma vive una vita caratterizzata principalmente dal caos. Questo è un po’ paradossale, considerata la laurea in fisica, in cui tutto è in ordine e ha una logica, dove il disordine non è contemplato. Per affrontare i dilemmi che le si parano davanti fa affidamento sul suo amico immaginario Erwin Schrödinger, il noto fisico che è stato sempre di grande ispirazione per lei.

Il romanzo di Gabriella Greison è capitato tra le mie letture in un modo totalmente inaspettato, così come inaspettata è la storia che lo contraddistingue. Alice è una donna in cui è facile rispecchiarsi, perché le sue insicurezze sono reali e tipiche di un’età che mi appartiene. Per questo è molto divertente il rapporto che instaura con uno Schrödinger immaginario, che la guida secondo leggi della fisica che nella sua fantasia non fanno una piega. Mi ha in qualche modo ricordato il meraviglioso film “Jojo Rabbit”, in cui il protagonista esterna i propri dubbi parlando con il personale Hitler immaginario, con caratteristiche fisiche e caratteriali che si adattano alla mente del bambino, edulcorando la reale persona.

Non è fin da subito chiaro dove l’autrice voglia andare a parare, ma più si conosce l’ambiente in cui Alice vive, più ci si affeziona a ogni elemento, che a lettura conclusa sprigionano nostalgia. Oltre alla storia vera e propria, la Greison si è impegnata a trasmettere nozioni fisiche spesso complesse adattandole a un pubblico non del settore, che si avvicina alla materia senza il timore di non comprenderla. Il suo è un romanzo che merita di essere letto, perché pieno di sorprese che lasciano di stucco e rendono la lettura indimenticabile.

Blog Tour: “L’ultima ricamatrice” di Elena Pigozzi – L’autrice e i suoi romanzi

In occasione dell’uscita del libro “L’ultima ricamatrice”, oggi parliamo della sua autrice: Elena Pigozzi.

Elena è nata a Verona nel 1968 e attualmente vive e lavora a Milano. Si è fatta conoscere attraverso la scrittura, sia per i libri che come giornalista per importanti testate, come Corriere della Sera, Il Gazzettino e Touring Club.

Collaborando con le case editrici più importanti d’Italia, riesce nel 2009 a pubblicare grazie a Marsilio il suo primo romanzo, “Uragano d’Estate”, che le ha fatto guadagnare il prestigioso Premio Penne Opera Prima. Oltre a ciò ha avuto la possibilità di redigere monologhi teatrali come “Eppure lo amo” e saggi come “La letteratura al femminile”.

È inoltre dottore di ricerca in Linguistica applicata e Linguaggi della comunicazione, diplomata alla scuola di specializzazione in Comunicazioni sociali dell’Università Cattolica di Milano, laureata in Lettere e Filosofia e in Economia e Commercio.

Gestisce il sito Parole in libera uscita, luogo virtuale dedicato alla letteratura in ogni sua declinazione.

“L’ultima ricamatrice” è la sua opera più recente che Piemme ha deciso di pubblicare, di cui di seguito trovate la trama:

Appoggiata ai bordi del bosco, sulla via che dal paese va verso le montagne, c’è una piccola casa solitaria: è qui che vivono le ricamatrici. Ora è rimasta Eufrasia a praticare l’arte di famiglia, tesse, cuce, ricama leggendo in ogni persona che le si rivolge i desideri più inconsci. Accanto a lei come prima alla bisnonna, alla nonna e alla madre, da sempre, il telaio di ciliegio, rocchetti, stoffe, spole e spilli. Eufrasia ha settant’anni e ha quasi smesso di lavorare, le mani curvate dall’artrite e la modernità in cui tutto è fatto in fretta le avevano fatto pensare di non servire più a nessuno. Ed è in quel momento che arriva Filomela, una ragazza giovane con il riso negli occhi oltre che sulle labbra, che le chiede di prepararle il corredo e di insegnarle a ricamare. Eccola, l’ultima occasione di fare ciò che Eufrasia più ama: rendere felice qualcuno, raccontargli la vita che verrà intrecciando trama e ordito. Le parole che ha risparmiato per tutta l’esistenza ora sgorgano come fiumi in primavera. Racconta di una giovane vedova di guerra gentile ed esperta nel taglio e cucito, di una splendida e coraggiosa ragazza troppo bella per non attirare le malelingue di paese, di un amore delicato come il filo di lino e tanto sfortunato, e di un ricamo tessuto da generazioni, in cui ognuna di loro ha scritto un pezzo della propria esistenza, una scintilla luminosa nel buio del mondo.
Elena Pigozzi in questo romanzo, ordito sapientemente come il ricamo più pregiato, ci fa vivere cento anni di storia in un battito di ciglia, a volte vento leggero e luminoso, altre cupo e foriero di sventura. Tante vite si intrecciano in queste righe, tanti amori, ma soprattutto l’amore per la vita stessa e per un’arte millenaria che sono la vera eredità dell’ultima ricamatrice.

Review Party: Recensione di “Luna di miele… No, grazie!” di Christina Lauren

Olive ha sempre avuto una vita molto sfortunata, al contrario della sorella Amy che sembra ottenere tutto ciò che desidera dalla vita. Nemmeno il giorno del matrimonio della stessa Amelia può permettersi di abbassare la guardia, soprattutto quando Olive fa la conoscenza di Ethan, il testimone di nozze.

L’ennesima serie di sfortunati eventi porterà i due a condividere la luna di miele prenotata dagli sposi alle Hawaii, l’inizio di un’evoluzione imprevista che porterà Olive verso una vera e propria svolta.

La prima cosa che mi viene da pensare riferita a questo romanzo è la quantità di risate che mi sono fatta nel corso dell’intera lettura. Questo è stato possibile grazie a Christina Lauren, che ha realizzato una storia ironica e divertente, riuscendo nell’impresa di distrarmi da tutto il resto.

In un attimo si viene trasportati nella tropicale atmosfera delle Hawaii, una meta vacanziera da sogno che, seppure per gusti non è tra i miei posti preferiti da visitare, mi ha fatto sentire in pace e sorprendentemente allegra. Questo si va ad aggiungere alla relazione che si instaura tra Olive e Ethan, assolutamente spiritosa e mai noiosa, movimentata e frizzante, che man mano crea una serie di scene esilaranti e inaspettate.

“Luna di miele… no grazie” è un romanzo romantico e divertente, una lettura leggera e scorrevole che si fa apprezzare per la vicenda movimentata che, pagina dopo pagina, è sempre più interessante da seguire per riuscire a capire come sarà il destino finale dei suoi protagonisti.

Review Party: Recensione di: “Cursed” di Frank Miller e Thomas Wheeler

Penso che ormai tutti nel proprio percorso di studi abbiano anche solo fatto accenno al ciclo di storie arturiane, quelle legate a Re Artù, i cavalieri della Tavola Rotonda e tutto il mondo magico che ne ruota attorno.

Personalmente quella bretone è un’altra delle culture che amo maggiormente, terza dopo quella giapponese e quella nordica. Sono cresciuta con il film d’animazione “La spada nella roccia”, che ha contribuito incredibilmente alla mia introduzione al tema. Negli anni ho visto diverse trasposizioni, un’altra a cui sono particolarmente affezionata è la serie tv “Merlin”, anche se la trama non ricalca sempre in maniera fedele quella originale. Sono una grande fan di Marion Zimmer Bradley, che ha dato un notevole contributo a suo tempo e ho adorato adattamenti letterari più moderni come Avalon High di Meg Cabot. Insomma, ormai di qualsiasi cosa ne esistono centinaia di versioni, trovare l’innovazione è davvero difficile.

“Cursed”, però, è la storia d’ispirazione arturiana che non si riesce ad immaginare a priori.

La leggenda narra che colui che estrarrà la spada dalla roccia sarà il nuovo Re, che governerà al fianco del potente Mago Merlino rendendo prospero il regno. Ma cosa è accaduto prima? Ebbene, tutto ha inizio con la Dama del Lago, Nimue, considerata maledetta per l’attacco subito da uno spirito quando era bambina. Tutto crolla quando i Paladini Rossi sterminano il suo popolo e lei viene incaricata dalla madre in punto di morte di consegnare la Spada del Potere a Merlino, un leggendario e potente mago che saprà sicuramente come occuparsene. Al suo fianco nel viaggio ci sarà un giovane Artù che farà di tutto affinché la missione venga completata positivamente.

Il personaggio interessante di tutta la storia è a mio parere quello di Merlino: un uomo tormentato e abituato ai vizi, che sembra molto più umano e fragile rispetto al potere di cui è investito.
Nimue è una protagonista forte e coraggiosa, che nonostante voglia portare avanti una vendetta sanguinaria non perde di vista il vero obiettivo, che va oltre le sue personali intenzioni.

La trama nel complesso ha un potenziale davvero notevole, e le immagini di Frank Miller sono, come in ogni sua opera, crude e d’impatto. Lo stile di Wheeler è scorrevole, la lettura giunge alla fine senza intoppi.

L’ambientazione ricorda molto quella classica d’ispirazione, come se fosse un medioevo decadente e ricco di creature magiche e non, che si scontrano all’ultimo sangue per prevalere. L’azione è una costante in ogni capitolo e lascia il lettore sulle spine a ogni pagina.

Una lettura consigliata per approfondire la ricerca di quello che davvero è il ciclo arturiano e che ora si può mettere a confronto con la serie tv uscita su Netflix.