Penso che ormai tutti nel proprio percorso di studi abbiano anche solo fatto accenno al ciclo di storie arturiane, quelle legate a Re Artù, i cavalieri della Tavola Rotonda e tutto il mondo magico che ne ruota attorno.
Personalmente quella bretone è un’altra delle culture che amo maggiormente, terza dopo quella giapponese e quella nordica. Sono cresciuta con il film d’animazione “La spada nella roccia”, che ha contribuito incredibilmente alla mia introduzione al tema. Negli anni ho visto diverse trasposizioni, un’altra a cui sono particolarmente affezionata è la serie tv “Merlin”, anche se la trama non ricalca sempre in maniera fedele quella originale. Sono una grande fan di Marion Zimmer Bradley, che ha dato un notevole contributo a suo tempo e ho adorato adattamenti letterari più moderni come Avalon High di Meg Cabot. Insomma, ormai di qualsiasi cosa ne esistono centinaia di versioni, trovare l’innovazione è davvero difficile.
“Cursed”, però, è la storia d’ispirazione arturiana che non si riesce ad immaginare a priori.
La leggenda narra che colui che estrarrà la spada dalla roccia sarà il nuovo Re, che governerà al fianco del potente Mago Merlino rendendo prospero il regno. Ma cosa è accaduto prima? Ebbene, tutto ha inizio con la Dama del Lago, Nimue, considerata maledetta per l’attacco subito da uno spirito quando era bambina. Tutto crolla quando i Paladini Rossi sterminano il suo popolo e lei viene incaricata dalla madre in punto di morte di consegnare la Spada del Potere a Merlino, un leggendario e potente mago che saprà sicuramente come occuparsene. Al suo fianco nel viaggio ci sarà un giovane Artù che farà di tutto affinché la missione venga completata positivamente.
Il personaggio interessante di tutta la storia è a mio parere quello di Merlino: un uomo tormentato e abituato ai vizi, che sembra molto più umano e fragile rispetto al potere di cui è investito.
Nimue è una protagonista forte e coraggiosa, che nonostante voglia portare avanti una vendetta sanguinaria non perde di vista il vero obiettivo, che va oltre le sue personali intenzioni.
La trama nel complesso ha un potenziale davvero notevole, e le immagini di Frank Miller sono, come in ogni sua opera, crude e d’impatto. Lo stile di Wheeler è scorrevole, la lettura giunge alla fine senza intoppi.
L’ambientazione ricorda molto quella classica d’ispirazione, come se fosse un medioevo decadente e ricco di creature magiche e non, che si scontrano all’ultimo sangue per prevalere. L’azione è una costante in ogni capitolo e lascia il lettore sulle spine a ogni pagina.
Una lettura consigliata per approfondire la ricerca di quello che davvero è il ciclo arturiano e che ora si può mettere a confronto con la serie tv uscita su Netflix.