Review Party: Recensione di “Un Intimo Distacco” di Luca Laudito e Marco Rocco

Andando più verso i 30 anni che verso i 20, Tommaso inizia a sentire il peso di una vita che manca di realizzazioni. Costretto a fare un lavoro non soddisfacente, pensa con amarezza a tutti i sogni che aveva e che ormai sono così lontani, irrealizzabili. Un viaggio oltre l’immaginazione lo trasporterà verso il cammino del cambiamento, popolato da persone che vedono in lui un grande uomo e gli Intimi Mostri che dalla sua mente iniziano a sussurrare.

“Un intimo distacco” è un romanzo che mi ha colpito e fatto sentire male fin dall’inizio. I pensieri di Tommaso sono esattamente quelli che negli ultimi mesi mi stanno tormentando provocando un dolore invisibile che lacera senza che gli altri possano accorgersene. Le parole degli autori mi hanno chiamato a sé come un canto intenzionato a curarmi, attraverso una storia che non solo mi ha intrattenuto, ma mi ha fatto riflettere e provare le stesse identiche emozioni del protagonista.

Spesso i dubbi fanno in modo che le nostre ambizioni siano oltre le nostre possibilità, le difficoltà sembrano insormontabili e lo sconforto lascia lo spazio alla resa totale e all’abbandono di ogni desiderio. Si vive in un loop di frustrazione a cui non ci si può abituare, scava nel profondo un buco nero infinito che non sparisce, ma si allarga fino ad annullare l’anima. Mi sono ritrovata a piangere di fronte ad alcune particolari scene, come di fronte a uno specchio: non c’è scampo di fronte al proprio riflesso, soprattutto quando vedi ciò che ti da fastidio e che pensi non possa essere modificato.

Nemesi e Michael, coloro che il caso ha messo sulla sua strada, saranno fondamentali per il processo mentale che porterà Tommaso a spezzare le catene dell’incertezza, in modo graduale e per nulla facile, ma con dei risultati positivi sforzo dopo sforzo.

“Un intimo distacco” è un romanzo che mi ha conquistato e che non posso fare altro che consigliare, per la potenza dei suoi messaggi e la bravura con cui Laudito e Rocco hanno veicolato ogni emozione al momento perfetto.

Review Party: Recensione di “Chiedimi la luna” di Cristiano Caccamo

Quanto può essere affascinante un mestiere che preveda l’accensione e lo spegnimento della luna? Questo è ciò che fa da generazioni la famiglia di Aibek e, ora che ha ereditato il compito dal padre, si appresta ad esplorare il globo luminoso.

Ma si sa, dove c’è luce c’è anche l’ombra e il ragazzo viene inevitabilmente attratto dalla parte in cui è tutto buio, scatenando conseguenze davvero impensabili. Ora Aibek si trova sulla “palla bluastra” che l’ha sempre salutato da lontano, un mondo che è casa per la giovane Adhara e culla dell’amore di cui è sempre stato sprovvisto.

Con un’atmosfera eterea e delicata, Cristiano Caccamo entra a far parte del mondo dell’editoria, attraverso un breve romanzo che racchiude in sé insegnamenti significativi per poter vivere al meglio la propria vita. Si può infatti considerare la vicenda che lega i personaggi come un viaggio onirico alla ricerca del proprio posto nel mondo, viaggio che porta a mettersi in gioco soprattutto con i sentimenti, anche quelli che fanno più paura.

Magia e realtà si mescolano elevando l’opera a un toccasana per l’animo. La narrazione è come avvolta da un velo, che separa il lettore da tutto il resto, lasciandosi rapire da una favola colma d’amore e che può essere di lezione per chiunque le voglia dare una possibilità.

Grazie a “Chiedimi la luna” ho avuto la possibilità di conoscere un nuovo autore italiano che terrò sicuramente d’occhio anche in futuro, rimanendo in trepidante attesa del giorno in cui pubblicherà un nuovo coinvolgente romanzo.

Review Party: Recensione di “Sotto la stella del lupo” di Rosanne Parry

Il giovane Fulmine ha un desiderio nella vita: diventare capobranco e poter vedere il mondo al di fuori della sua tana. Ciò avviene in un modo totalmente inaspettato, quando un branco di lupi nemico attacca la sua famiglia e lui rimane separato dalla madre e i fratelli. Per avere salva la vita è costretto a scappare e, tutto solo, andare alla ricerca di una nuova casa.

“Sotto la stella del lupo” presenta un viaggio fatto di dolore e speranza alla ricerca di un nuovo luogo e nuovi simili con cui comporre un branco, una famiglia che possa avvicinarsi a quella da cui si è stati costretti a fuggire. La narrazione si svolge in prima persona dal punto di vista del protagonista, un lupo che tutto avrebbe pensato fuorché di venire strappato dalla madre e i fratelli. Grazie a questo si percepisce fin nelle viscere ogni suo sentimento e pensiero, così tanto simili a quelli che potremmo sentire noi. 

Per questo si empatizza con Fulmine in un modo così tanto sorprendente da far battere forte il cuore dall’inizio alla fine, in un saliscendi di emozioni intense che colpiscono davvero nel profondo. La sua ricerca disperata verso una meta da cui ricominciare, diventa la stessa che si pone il lettore seguendo il lupo, disperandosi, soffrendo, gioendo e spaventandosi con lui. 

Rosanne Parry ha uno stile di scrittura semplice, capibile anche da giovani lettori, ma con un’intensità emotiva che coinvolge freneticamente per poi sconvolgere quando meno ce lo si aspetta. Il suo è un romanzo breve ma fortemente consigliato per ogni traccia che rimane indelebile sottopelle. 

Review Party: Recensione di “Sweet Doris” di Emma Mei

Doris non ha mai avuto una vita facile, eppure dal negativo è riuscita a trovare i giusti elementi per crescere e diventare una donna fiera e positiva. Sente di poter davvero prendere il controllo della sua vita e come prima cosa decide di completare gli studi, lasciando il suo posto d’ufficio nell’azienda dei Foster. Ma il passato comunque non l’abbandona e, con il lavoro da cameriera per un locale della zona, come cliente abitudinario le capita niente popò di meno che Mextli Foster, il suo ex capo, per cui ha sempre avuto un’infatuazione. Quattro anni dopo aver lasciato la Foster’s Industries, ora la ragazza inizia ad apparire all’uomo sotto una luce diversa, che lo attrae senza controllo verso una svolta importante per la vita di entrambi.

“Sweet Doris” è una delle uscite che più attendevo nell’ultimo periodo e a cui tengo in un modo davvero particolare. Romanzo d’esordio di Emma Mei, viene rappresentata al suo interno una storia che sembra in apparenza già vista ma riproposta con una ventata di freschezza e novità in grado di spazzare via la noia dei cliché.

Il difetto principale dei romance è solitamente l’attaccamento morboso agli stereotipi e ai canoni di bellezza, idealizzati fino a diventare punto di riferimento per i lettori, soprattutto lettrici, che si approcciano a questi romanzi immaginando di essere all’interno di quegli stessi stereotipi che sembrano in generale essere giusti, salutari ed educativi. In questo l’autrice è stata molto brava a osare, presentando una protagonista che tutti nella realtà definirebbero “grassa”, “racchia”, “sfigata”, senza pensare a cosa c’è oltre all’aspetto fisico e a quali conseguenze psicologiche questi commenti possano portare. Ho amato il fatto che Doris sia maturata prendendosi cura del proprio corpo ma senza essere costretta a ricorrere a dei rimedi che l’avrebbero snaturata, accettandosi e volendosi bene per quella che è, senza per questo trascurarsi.

Emma ha uno stile di scrittura semplice, ma al tempo stesso in grado di coinvolgere capitolo dopo capitolo, dimostrando una maturità sorprendente per essere al primo libro pubblicato. Le atmosfere della storia sono delicate e romantiche, sembra quasi di sentire il profumo di qualche dolce leccornia aleggiare per tutto il tempo, tingendo di un rosa per nulla fastidioso la vicenda dei personaggi.

Sono rimasta subito colpita dalla caratterizzazione di Doris, una donna tutta d’un pezzo che dal dolore ha saputo rafforzarsi trovando in sé un equilibrio che le ha permesso di sconfiggere le ingiustizie subite in giovane età e che ancora adesso sembrano prendere il sopravvento a causa dell’immaturità di certe persone attorno a lei. Tra queste c’è proprio Mextli, altezzoso uomo e figlio di un ricco imprenditore che non fa altro che vedere le persone dall’alto in basso e mai alla sua altezza. Quando però viene a conoscenza del passato della ragazza, una sensazione di disagio e fastidio costanti s’impossessano di lui, che da quel momento in avanti sentirà la necessità di conoscere meglio Doris e prendersi cura di lei, guarendo in qualche modo quelle ferite che anche lui più volte ha contribuito ad aprire.

Ciò è ostacolato però dalle insicurezze della donna, incapace di fidarsi davvero di persone che non siano la famiglia e i suoi due migliori amici, soprattutto quando si parla di Mex, di cui la bastardaggine è fin troppo nota. Per l’uomo non è facile convincerla che le sue intenzioni siano buone e che finalmente stia iniziando a capire il significato dell’amore e del desiderio di avere solo lei accanto per tutta la vita.

“Sweet Doris” mi ha intrattenuto in un modo davvero sorprendente, emozionandomi di fronte a delle fragilità che ho visto come mie e che mi hanno fatto apprezzare una protagonista singolare e uno sviluppo di trama molto interessante. Questa è un’opera assolutamente consigliata per la forza che sprigiona, senza pretesa alcuna, nella lotta contro i luoghi comuni che logorano ancora troppo e sempre di più la nostra società.

Blog Tour: “Cuori Arcani” di Melissa Panarello

Nel nuovo libro di Melissa Panarello, “Cuori Arcani” scoprirete quanto i tarocchi giochino un ruolo fondamentale nella storia e nella vita di Greta, dopo che la nonna l’ha lasciata sola al mondo.

In questo blog tour andremo gradualmente ad approfondire gli arcani che compongono un mazzo.

La Torre – Crollo, rottura

Il sedicesimo tarocco arcano, è forse la carta più nota all’interno di questo ambito esoterico. La Torre è sempre stata un simbolo di cambiamento catastrofico sul cammino di colui che decide di consultare i tarocchi, un presagio che non promette nulla di buono.

A seconda, però, della sua posizione nella stesa, può significare fallimento senza via d’uscita oppure un crollo definitivo di una situazione attuale definitiva per poi passare gradualmente a una positiva, come una fenice che risorge dalle proprie ceneri.

In ogni caso, la Torre invita sempre a fare una modifica di rotta, per portare all’accettazione di qualcosa di complesso e a una fase di crescita interiore.

Il Sole – Protezione, successo

Il diciannovesimo arcano maggiore è rappresentato dal Sole. Questa è una delle carte più positive di tutto il mazzo, simbolo di come una situazione evolverà in modo soddisfacente.

Gli ostacoli vengono superati e ogni sensazione negativa dissipata, il Sole è come un velo che anziché nascondere protegge e fa splendere, donando un’energia che invoglia chi consulta alla propria realizzazione personale senza indugiare sui timori.

Al tempo stesso, però, non è da sottovalutarne il suo rovescio, quando la carta risulta capovolta, simbolo di sfiducia e disarmonia che precipita repentinamente in disperazione.

Il Papa – Conoscenza, dottrina

Il Papa è la quinta carta che compone gli arcani maggiori. Legata alla saggezza e alla spiritualità, questa carta è ovviamente fortemente legata a un altro arcano, quello della Papessa, sua controparte femminile.

Il Papa è una guida solida e sicura, in grado di portare chi consulta a una soluzione immediata e improvvisa di tutti i suoi problemi. Il valore personale viene innalzato e indica che si può contare su una persona di riferimento, un maestro, per portare a compimento con successo un progetto importante. La dedizione di una persona che realmente ci è vicina rende questi effetti positivi duraturi nel tempo.

Di contro, però, la carta del Papa capovolta indica insicurezza e ingiustizia, stilando il profilo di una persona che agirebbe attraverso bassezze indicibili pur di raggiungere i propri obiettivi. Scaturiscono così non solo forti paure ma anche sentimenti di vendetta e rancore che non fanno altro che logorare e mostrare la realtà dei fatti: un individuo meschino in cui è impossibile riporre fiducia.