Blog Tour: “Il vuoto di Yamauba” di Emanuela A. Imineo – Recensione

Nel fulcro di gioia, luce e calore che rischiara la genitorialità, capita che possano annidarsi dei sentimenti oscuri, crudeli, disumani.

Yamauba scopre questo e molto altro, nell’abisso di follia in cui cade quando, al suo risveglio, il suo amato bambino è morto tra le sue braccia. Un inganno indicibile, narrato dalla mente diabolica di Akuma e sua madre. Spinto dall’odio, l’uomo architetta ciò che dovrebbe rimanere inesistente, spingendo la sua non più consorte in un barato di dolore che nessuno mai dovrebbe provare.

Incapace di proseguire oltre con la sua vita, Yamauba cerca la morte, come suo figlio cercava assetato il suo seno quando aveva fame. Lei, che non desiderava altro che donare amore, è ora destinata a fare i conti con l’inspiegabile, senza rimanere scalfita dal dolore del fisico, dilaniata però da quello dell’animo. Infine, accoglie quello che lei interpreta come il volere degli Dei: diventare una belva di puro istinto alla ricerca continua del sangue.

È così, quindi, che ha inizio la sua storia.

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Blog Tour: “Il vuoto di Yamauba” di Emanuela A. Imineo – I templi inquieti

Uno dei simboli emblematici del Giappone è sicuramente la figura del tempio, unita indissolubilmente a quella del santuario. Luogo spirituale e di potente impatto, riesce a stabilire una connessione anche con chi, in genere, non ha una predilezione per la religione in generale. L’architettura e l’atmosfera proprie dei templi rimangono intatte nel corso dei secoli, come se il tempo potesse scalfirli ma mai del tutto distruggerli. Con il rispetto che si confà all’occasione, proviamo una piccola esplorazione, sognando a occhi aperti.

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Blog Tour: “Il vuoto di Yamauba” di Emanuela A. Imineo – Presentazione

Quando si viene dilaniati da una lettura, bisogna capire in fretta come agire per non soffocare in mezzo alle sensazioni provate, ma anzi arrivare a canalizzarle e provarle nel migliore dei modi in assoluto. Ormai Emanuela gioca con i miei sentimenti da tempo e ancora non si ferma: a ogni opera mi prende in contropiede facendomi provare sempre qualcosa di diverso e unico.

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Blog Tour: “L’eredità celtica. Origini e antropologia dei Popoli Cisalpini” di Stefano Spagocci – Arte celtica

Quando si pensa all’arte celtica, consideriamo sempre per comodità e diffusione ciò che riconosciamo tale a eventi mondani o a ciò che fisicamente è più noto. Se il popolo celtico ha come paese di riferimento principalmente l’Irlanda, è da considerare che la nascita è in realtà da appropriarsi all’Europa.

Come ben sappiamo, infatti, “L’Eredità Celtica” di Stefano Spagocci nasce proprio come testo che vada a dimostrare non solo quanto appena detto ma in particolar modo quanto questo abbia influenzato i popoli cisalpini.

L’arte è formata da simboli particolari e specifici, che si ritrovano visivamente ovunque, bisogna solo sapere con che sguardo osservare. E’ un qualcosa che muta col tempo, i luoghi e la cultura e che nel complesso fanno parte di una eredità umana preziosa e imprescindibile.

L’oggettistica celtica è caratterizzata principalmente da elementi composti da metallo e pietra, risalenti circa tra l’anno 1000 a.C. e il V secolo a.C.

L’arte risalente alla cultura di Hallstatt è forse la più antica, risalente si pensa all’età del Bronzo ed è caratterizzata da una popolazione tendenzialmente di commerciati, un ricco popolo che poteva godere delle risorse minerarie. Oltre al bronzo è possibile trovare oggetti in argento e oro, seppur rari. I motivi più classici dell’arte celtica sono quelli geometrici, ma non mancavano mai di raffigurare animali e spirali.

L’arte lateniana, considerata dagli storici l’inizio della vera e propria arte celtica, prende come modello figure legate alla natura ma con un aspetto più curvilineo e armonioso. Qui non mancano mai gioielli e oggetti decorativi fatti in oro, pur non lasciando mai il ferro e il bronzo. I soggetti principali erano quindi foglie e arbusti, che potevano decorare qualsiasi cosa, dalle ciotole, ai gioielli alle sculture.

Non è però da dimenticare l’arte insulare, che prende come luogo principale l’Irlanda. L’influenza cristiana ha dato vita a opere come il Libro di Kells e le Croci celtiche. All’Irlanda si aggiunsero la Scozia e il Galles, realizzando preziosi manoscritti miniati.

La moderna rinascita celtica inizia intorno al periodo della scoperta della spilla di Tara nel 1850. Le spille aumentarono di popolarità e la rinascita balzò negli Stati Uniti, dove l’architettura e le lapidi iniziarono a mostrare motivi celtici.

L’espansione a quel punto è inarrestabile così come l’influenza su altre civiltà. Il loro apporto alla visione del mondo è senza precedenti, ritornando ancora al giorno d’oggi come stile d’arte ancora amato e voluto.