Fin dal suo annuncio, sapevo che la storia scritta da Judy I. Lin avrebbe avuto un certo fascino per me. Ci troviamo in un mondo magico, la cui particolarità si fonda sull’utilizzo dell’arte della preparazione del tè come veicolo della magia stessa.
Tutto parte proprio da qui, da quel fatidico infuso erroneamente avvelenato che ha strappato, per sua stessa mano, la madre a Ning. Per questo, la ragazza decide di recarsi nella capitale per partecipare alla competizione per diventare shénnóng-shī, una maestra di quest’arte. I chiari riferimenti all’Oriente sono palesi fin dalla premessa ed è proprio questo che mi ha spinto a leggere il romanzo, primo di una dilogia.
La competizione si trasforma ben presto in una lotta sanguinaria, in cui Ning rischierà la vita per raggiungere il suo obiettivo. Tra crudeltà e delicatezza, il lettore viene spinto a conoscere l’ambientazione e la storia attraverso uno stile di scrittura emotivamente carico. Ogni aspetto è affascinante e interessante da scoprire, sia da un punto di vista di descrizioni che di sviluppo di trama.
Come per ogni storia di questo tipo, ci si deve prendere del tempo per entrare nel sistema, ma da qui poi la storia scorre tranquillamente, con un ritmo sostenuto. Inutile dire che, pagina dopo pagina, vi verrà voglia di accompagnare la lettura con una buona tazza di tè. Il libro è piacevole da scoprire capitolo dopo capitolo e il finale non fa altro che confermare l’opinione positiva e aumentare la curiosità per ciò che accadrà nel seguito.