Recensione: “Le esiliate” di Christina Baker Kline

Immersi nell’era della colonizzazione britannica, “Le esiliate” di Christina Baker Kline conduce il lettore in un viaggio storico drammatico, attraverso gli occhi di tre donne che diventano il simbolo della loro generazione. Quello dell’autrice è uno stile di scrittura avvolgente, che lascia di stucco pagina dopo pagina di fronte a ogni singolo colpo di scena.

Questo è un libro che fa male per la quantità straziante di avvenimenti. Se si ha la forza di andare oltre, si rimane colpiti da una storia che ha tanto da mostrare e che può mettere speranza anche lì dove sembrerebbe non poter crescere nulla.

Anche nell’oscurità, l’amore può fiorire. Anche nella tristezza si può intravedere la bellezza e la meraviglia del mondo. Ogni avvenimento è ben calibrato e l’insieme denota un incredibile quanto dettagliato studio da parte della scrittrice per rendere il tutto il più realistico possibile.

Realtà e finzione si mescolano per fornire un libro che conquista il cuore. “Le esiliate” ha in sé una forza indomita, che trascende il tempo e sorprende il contemporaneo.

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