“7 giorni 7 vite” non è uno young adult come tutti gli altri. La vita di Léo Belami sta per essere sconvolta da un fatto inaspettato che lo porterà a dover risolvere un mistero tutt’altro che semplice.
Léo sembrerebbe essere un adolescente come tanti altri, con una vita normale e i problemi più comuni che si possano avere a diciassette anni. Giostrarsi con dei genitori non esattamente responsabili, però, è un discorso, ma dover affrontare la rottura con la sua fidanzata è tutto un altro paio di maniche.
Specie a una settimana dal ballo di fine anno. Un evento scolastico che rappresenta molto per uno studente ma che, nello specifico, serve come ricorrenza e riportare alla memoria l’omicidio di Jessica Stein, una studentessa avvenuto circa trenta anni prima.
Un giallo mai risolto il cui eco ancora inquieta. Proprio quando tutto sembra andare a rotoli per lui, la situazione di Léo precipita quando improvvisamente si risveglia nel 1988 nei panni di un ragazzo che conosceva Jessica… e che in quel momento è ancora viva.
Tra giallo e fantascienza, Léo dovrà correre contro il tempo perché ha 7 giorni di tempo per capire cosa è successo davvero alla ragazza. Vi sembra ancora che il romanzo di Nataël Trapp sia uno Young Adult come tutti gli altri?