Review Party: Recensione di “Felici contro il mondo” di Enrico Galiano

Quando tutto intorno a Gioia crolla, sembra che non ci sia nient’altro che il buio dell’incomprensione. Quando, dopo Lo, perfino il professore Bove arriva a deluderla anche l’ultima speranza si spegne, ma è proprio da qui che inizia un viaggio di rivendicazione personale, che porterà la ragazza a ritrovare la propria luce interiore.

L’esperienza di lettura con Enrico Galiano infonde un senso di benessere in grado di irradiarsi in tutto il corpo, fino a fuoriuscire e influenzare la visione che abbiamo della realtà. “Felici contro il mondo” è un romanzo che sapevo mi sarebbe piaciuto alla follia e che è riuscito oltretutto a superare le mie aspettative, lasciandomi con un’energia positiva ma al contempo con un vuoto incredibile dentro. Le parole lette riecheggiano nella mente e nel cuore come un mantra in grado di rendermi una persona migliore.

L’autore ha uno stile di scrittura poetico e delicato, che col suo essere leggero riesce a raggiungere e colpire il cuore dosando i concetti in un modo perfetto, come un incastro che completa una grave mancanza. Sarà per una sua deformazione professionale, ma a ogni opera non si può non cogliere almeno un insegnamento tra le pagine, una piccola lezione di vita data per scontata ma che è sempre necessario ribadire.

In questo caso, anche il lettore più maturo torna automaticamente a essere un adolescente, ripercorrendo le proprie esperienze personali e imparando qualcosa di nuovo attraverso la vita su carta dei personaggi. In particolare, Gioia sta vivendo il momento più buio della sua vita, vittima di uno smarrimento interiore che sembra soffocarla e non volerle lasciare scampo, facendola deragliare dalla via dei suoi sogni e progetti per il futuro. La ragazza non si riconosce più e dare un senso al suo stesso riflesso è un’impresa ardua.

Anche se l’adolescenza l’ho passata da un po’, in questo stato d’animo mi capita ancora adesso di ritrovarmici, facendo montare una rabbia interiore che non accetto. Ritengo fortemente di non essere più quella ragazzina fragile e ingenua eppure, ancora adesso, vengo bloccata dalle stesse identiche paure, che mi affogano nell’insicurezza lasciandomi solo il desiderio di annullarmi, illudendomi che così starò meglio. Al tempo stesso, però, mai come quest’anno ho dovuto imparare di nuovo come si fa a respirare ed è quando si da per scontato questo che si finisce col perdersi.

Come il professore Bove insegna, tenere fermo un palloncino sott’acqua è estremamente difficile, esattamente come trovare la calma in tempo di burrasca, in un periodo personale non facile. Un’Amica di recente mi ha insegnato a focalizzarmi su un problema alla volta: solo così quel palloncino, gradualmente, riuscirà a fermarsi in mezzo a tutto il resto. Quando si tocca il fondo, quando si sente di non avere più niente, è proprio allora che arriva la spinta per ritrovare sè stessi e imparare dai propri errori a essere una persona migliore.

“Felici contro il mondo” è filosofia pulsante della vita, che aggiunge un tassello ai precetti di Galiano attraverso una storia emozionante che aiuta il lettore a riappropriarsi del proprio tempo passato e presente, per avere una rotta maggiormente definita verso il futuro.

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