Review Party: Recensione di “Un lontano rumore di passi” di Dorothy Whipple

La vita di Avery ed Ellen Norths non potrebbe essere migliore di così. Niente potrebbe spezzare ciò che con amore e impegno hanno costruito in vent’anni, eppure la minaccia più subdola nasce nei momenti più inaspettati. L’arrivo della francese Louise, assunta dalla madre del Signor Norths come insegnante di lingua, metterà a dura prova la coppia perché la ragazza nutre in sé un unico scopo: sedurre il padrone di casa andando a minare la felicità della famiglia.

Grazie ad Astoria è ora possibile godere di un nuovo romanzo scritto da Dorothy Whipple, una lettura che si è dimostrata tanto sorprendente da superare ogni mia aspettativa. L’autrice, con uno stile diretto e scorrevole, affronta l’intricata trama attraverso tre differenti punti di vista: in un attimo, i profili di Ellen, Avery e Louise si fanno strada nella mente del lettore, fornendo dettagli unici che vanno ad arricchire il quadro nella sua completezza.

Si fa quindi la conoscenza dei coniugi Norths, che hanno sempre vissuto una vita matrimoniale serena e senza pretese. Ci sono sempre stati l’uno per l’altra e non si sono mai risparmiati per l’educazione dei propri figli. La loro è una storia d’amore genuina e che tutti sognano, si trova pertanto difficile capire cosa possa andare a rovinare il loro rapporto.

A questo ci penserà Louise, scappata dalla Francia dopo una bruciante delusione d’amore. L’annuncio di lavoro che la porterà in Inghilterra rappresenta per lei un punto di svolta, entrando subito nelle grazie della mamma di Avery, nonostante il forte scetticismo della coppia nei suoi confronti. Un evento drammatico spingerà la ragazza a insediarsi con prepotenza nella loro dimora, dando inizio al suo piano per conquistare l’uomo di casa.

Più che sull’opera di seduzione, la Whipple traccia un interessante spaccato sociale e culturale di quella che era, in generale, la donna degli anni ’50. Questo aspetto si vede molto nella contrapposizione tra Ellen e Louise, due donne che pur vivendo negli stessi anni sono agli antipodi: se Ellen incarna la donna dedita alla casa e alla famiglia, Louise è colei che rappresenta in qualche modo il progresso, un nuovo modello di donna più moderna, sia in positivo che in negativo.

La ragazza, infatti, è decisamente vanitosa, viziata e schizzinosa; dedita alle mode, per lei ciò che è importante è l’aspetto esteriore ed elementi come la cura della casa e della famiglia (nell’accezione più sana possibile anche guardando ai nostri tempi) sono aspetti superati e di poco valore.

Tutto il contrario di Ellen, che non ha paura di sporcarsi le mani e di rinunciare ai vestiti, quando la sua priorità più importante è l’amore per la sua famiglia. Non l’ho visto affatto come un aspetto retrogrado, perché la donna non è relegata al ruolo di moglie e madre perché costretta ma per una sua scelta e soddisfazione personali.

Ellen e Louise rappresentano due tipi di femminilità ben distinti, tra cui ora le donne possono scegliere, non per obblighi o imposizioni ma per loro stessa volontà. È incredibile come un romanzo come questo possa ancora insegnare tanto nel 2021.

“Un lontano rumore di passi” è un romanzo leggero ma con una trama intrigante che porta il lettore a riflettere sulla concezione di donna contemporanea, andando a indagare così sempre più a fondo nella società odierna, intrattenendosi nel frattempo con una storia soddisfacente.

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