Review Party: Recensione di “La donna orso” di Karolina Ramqvist

Il 1542 dovrebbe rappresentare per Marguerite l’anno in cui la sua vita dovrebbe prendere una drastica svolta. Ma sulla nave che dalla Francia dovrebbe portarla verso il Nuovo Mondo rimarrà vittima di eventi imprevisti e senza controllo, che la porteranno sì a cambiarle il quotidiano ma nel peggiore e inimmaginabile modo possibile. Ora è un’isola sperduta la sua casa, luogo funesto in cui dovrà imparare a cavarsela se vuole davvero sopravvivere.

Con uno stile appassionato e coinvolgente, Karolina Ramqvist mette su carta una storia di vita incredibile e meravigliosa, frutto di intensi studi e un impegno che trasuda pagina dopo pagina. L’autrice nel tentativo di portare alla luce la storia della protagonista scava a fondo anche nel suo quotidiano, fino a fondersi con il suo stesso personaggio e rivelando parte di sé ai suoi lettori.

L’opera si trasforma così in un’opera intima e personale, che affronta tematiche reali e attuali con un taglio contemporaneo e originale. La Ramqvist fa emergere con intelligenza una storia di cambiamento e grandi verità, che dovrebbero far riflettere chiunque si appresti alla lettura. Il tutto con un ritmo serrato che attanaglia il cuore dall’inizio alla fine.

Realtà e finzione si mescolano fino a fornire uno spaccato femminile da non sottovalutare, specie in questi giorni in cui si parla tanto della Giornata Mondiale della Donna, di diritti e parità.

Lo spaccato selvaggio della storia ambientata sull’isola da modo all’autrice di descrivere la bellezza della natura incontaminata, affascinante quanto spaventosa, il cuore pulsante della vita stessa. Una condizione però difficile da sopportare e questo si percepisce chiaramente capitolo dopo capitolo attraverso gli occhi di Marguerite.

Ogni cosa risulta realistica, nonostante rimanga comunque un’opera di fantasia, data dallo studio e dall’interpretazione di un’autrice che si discosta dalla massa per un romanzo fuori dagli schemi e dalle mode comuni.

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