Review Party: Recensione di “Gli Inadottabili” di Hana Tooke

Nella fredda Amsterdam di fine 1800, i bambini Milou, Dita, Oval, Finny e Sem sono tutti accomunati da un tragico destino: essere orfani e non adottabili. Il Piccolo Tulipano li ospita e crea per loro un luogo famigliare in cui tra loro si sentono davvero a casa e capiti.

L’arrivo del signor Rotman accende il loro una scintilla di speranza, in quanto l’uomo decide incredibilmente di prenderli con sé. Ma cosa si nasconde dietro la sua identità?

“Gli Inadottabili” di Hana Tooke mi ha subito ricordato quanto abbia apprezzato in passato “Una serie di sfortunati eventi” di Lemony Snicket, in quanto per tematiche le due opere si somigliano particolarmente.

Mi sono divertita molto nel seguire le vicende dei tre ragazzi e i colpi di scena inaspettati che si annidano nella opera stessa. Al contempo si respira un clima malinconico, dato da una condizione obiettivamente triste e ingiusta, quella di trovarsi senza una famiglia e senza alcuna motivazione.

L’autrice ha uno stile semplice e scorrevole, che cattura l’attenzione di lettori di ogni età. Il suo romanzo è in grado di scaldare il cuore di chiunque con un linguaggio tenero e una vicenda avvincente, che lascia la curiosità su come avranno fine le avventure dei protagonisti.

Ho apprezzato molto che passasse il messaggio che la condizione di orfani non abbia influito sull’educazione dei bambini, che sono cresciuti come ragazzini generosi e buoni, che desiderano solo un po’ di amore nelle loro vite. Ciò che li aspetta al fianco di Rotman ha dell’inaspettato, ma riusciranno a rimanere uniti e a giungere a un epilogo davvero emozionante.

Una lettura consigliata, in grado di scaldare e intrattenere, soprattutto in questo periodo delicato.

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