Il protagonista del nuovo libro di Alessandro D’Avenia è “Colui che non vede”. Omero Romeo, quarantacinque anni, figlio di professori, laureato in chimica e, a sua volta, insegnante di scienze.

Non un insegnante comune, così come la classe cui è stato inviato, una quinta liceo che raggruppa i casi più disperati della scuola, in procinto di affrontare gli esami di maturità. Non è facile tornare a insegnare, soprattutto con una cecità che offusca la mente e il cuore, ma che ora sembra poter fargli comprendere quelle giovani anime come mai è capitato.

Romeo è un uomo pragmatico, così come le materie e gli studi che hanno sempre affollato le sue giornate. Gode dell’amore della moglie e dei figli, senza lasciarsi sfuggire una sorprendente dose di ironia. La vita gli fa affrontare tutto a cuore aperto, mostrando una normalità che esternamente si fa fatica a credere. I suoi colleghi hanno fin da subito provato compassione nei suoi confronti, spazzata via dall’indole diretta e spensierata dell’uomo, che non perde occasione nell’esprimersi con citazioni di noti studiosi, mostrando oltretutto un velo di saggezza.

I suoi studenti lo accolgono con un misto di ammutolimento e curiosità, che li spinge a porre domande che di scientifico hanno ben poco. Ma Romeo capisce tutti nel profondo, attraverso il tono di voce, i movimenti, il respiro. Gli altri sensi, potenziandosi per compensare l’unico mancante, lo fanno apparire come un supereroe, che riuscirà a fare breccia nel cuore degli altri in un modo inaspettato. Non per la percezione fisica, quanto per quello emotiva, arrivando lì dove normalmente non si riuscirebbe ad arrivare, comprendendo anime che pensano solo a chiudersi a riccio, aiutandole a trovare loro stesse.

Riuscire a salvare quella classe tanto scapestrata, portandola verso la meta di fine anno scolastico, diventerà la sua missione suprema. A cominciare dall’appello.