Review Party: Recensione di “Enola Holmes. Il caso del marchese scomparso” di Nancy Springer

Enola ha sempre vissuto nella tranquilla dimora di Fendell Hall, immersa nella natura e in compagnia della madre Eudoria, che le ha donato un’educazione tutt’altro che classica, istruendola al meglio delle sue capacità sia mentalmente che fisicamente. Ancora non sa, però, il vero significato della parola “sola”, come il suo nome anagrammato e letto al contrario, in inglese.

Lo capisce il giorno in cui si sveglia con la terribile consapevolezza che proprio sua madre se ne sia andata, lasciandola lì, in balia delle domande che iniziano ad affollarle la mente. Proprio per questo, deve rimboccarsi le maniche e fare l’unica cosa sensata in quel momento: contattare i suoi fratelli maggiori mai conosciuti davvero, Mycroft e Sherlock Holmes.

Due figure illustri, ma che non riescono davvero a comprendere la ragazza, la sua educazione, il suo modo di pensare. Solo scappando e seguendo il suo intuito può sperare di ritrovare la mamma scomparsa. Una scomparsa che va parallela a quella del giovane marchese Tewksbury e il cui caso ha una risoluzione che ha troppi punti in comune con Eudoria per essere solo una semplice coincidenza.

Dopo aver visto il film su Netflix con protagonista la meravigliosa Millie Bobby Brown, sono stata davvero felice di aver avuto occasione di recuperare il romanzo di Nancy Springer, che introduce a una serie investigativa dedicata ai giovani ma così godibile da essere apprezzata anche dagli adulti.

La figura che spicca è ovviamente quella di Enola, misteriosa sorella minore di due tra i personaggi più noti del mondo giallo letterario. Essere una Holmes non è così tanto una passeggiata come possa sembrare, soprattutto quando emergere sembra impossibile in confronto alle ombre imponenti dei due uomini. Ma Enola è caparbia e determinata a trovare la sua strada e la sua indipendenza, ma non per questo rinunciando all’amore della madre, che inspiegabilmente è andata via e, conseguentemente, allontanando la ragazza.

Ho seguito intrigata la sua vicenda, sia per il lato d’investigazione che per il contesto stesso in cui è calata, affascinante da un lato ma terribilmente retrogrado dall’altro. Basti vedere la condizione educativa e culturale della donna, relegata a ruolo di moglie e madre, con istituti appositi in cui essere educate. In netto contrasto con ciò che Eudoria ha sempre voluto per lei, ma in accordo con ciò che Mycroft desidererebbe per la sorella, ora che è lui il suo tutore legale.

I personaggi di Mycroft stesso e Sherlock Holmes sono qui rivisitati e devo dire che la loro reinterpretazione non mi ha dato per nulla fastidio. Anzi, è un punto di vista innovativo di due figure di cui ora vengono analizzate sfaccettature diverse dal solito, rendendoli ancora più a tutto tondo.

Nancy Spinger ha uno stile di scrittura scorrevolissimo, che mi ha fatto completare la lettura in un paio d’ore, facendomi desiderare subito di leggere il seguito. La sua è una saga che spero davvero possa avere successo, per una protagonista fuori dalle righe e un’ambientazione con un potenziale sfruttabile in molti tipi di storie.

Non posso fare altro che consigliarvi questo romanzo, la cui trasposizione su pellicola è altrettanto meritevole e assolutamente fedele.

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