Review Party: Recensione di “I nostri giorni alla casa delle farfalle” di Shanti Winiger

All’età di ventotto anni, Libby si sente già preda delle abitudini. Commessa in un supermercato e fidanzata a distanza da due anni, non riesce a scardinare quel ritmo costante e incessante che la porta ogni giorno a fare le stesse cose, senza quella scintilla che le farebbe vedere il mondo da un punto di vista diverso, quello mediato dalle farfalle che fremono nello stomaco.

Le sente ogni volta che vede Niko lavorare al suo fianco, pur sapendo di stare con Adam e di amarlo profondamente. In cerca di aiuto, la ragazza troverà per caso il gruppo di sostegno della psicoterapeuta Marina Beaufort, che la supporterà nel fare chiarezza in sé stessa, andando oltre le consuetudini e afferrando con coraggio le scelte che ha sempre avuto il timore di prendere.

Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato un romanzo scritto da Shanti, una ragazza che ormai da anni seguo con passione sul suo canale Youtube, facendo tesoro dei suoi consigli sul prendersi cura di sé stessi, in ogni sua declinazione. Per questo, avevo aspettative alte per il suo primo romanzo e sono stata certa fin dal primo istante che avrei trovato l’occasione giusta per leggerlo.

D’impatto, è stato esattamente ciò che mi prefiguravo, come un abito perfettamente confezionato per Shanti, in cui si percepisce quanto si sia sentita a casa tra le pagine del suo libro. Mi sono sentita accolta e compresa e ho seguito con sincero interesse la storia di Libby, che ho percepito subito vicina, come un’amica cui raccontare ogni segreto. Le sue insicurezze sono lo specchio delle mie, così come i suoi desideri e l’incapacità di darsi la spinta giusta per realizzarli, senza timore. Non è facile spezzare le catene della paura, rimanendone sempre più imprigionati fino a soffocare. Spesso la solitudine porta a chiudersi giorno dopo giorno, fino a quando diventa impossibile vedere quella luce di speranza in fondo al tunnel dell’incertezza.

Libby vive un’esistenza in bilico tra la sicurezza e il brivido dato dall’ignoto. In maniera probabilmente ingenua e troppo romantica, affronta l’amore inseguendo con la mente ciò che sarebbe normalmente visto in modo negativo, domandandosi se è giusto o sbagliato ciò che nel profondo del cuore sente. Tutto parte da quel conflitto che la logora dentro, dato dall’amore sconfinato per il fidanzato ma al contempo desiderosa di indagare su ciò che sente nei confronti di un altro ragazzo, senza freni o giudizi. Il suo è un personaggio difficile e che non tutti possono comprendere, in grado di far scaturire accese discussioni su cosa sia giusto o sbagliato da fare. Ma chi può comprendere, meglio della diretta interessata, cosa sia più appropriato per lei?

Shanti ha uno stile di scrittura semplice ma con un potenziale che solo la dedizione e l’esperienza può farlo migliorare di qui in avanti. Al tempo stesso sono rimasta colpita dall’intenzione quasi poetica nell’incolonnare nel modo giusto le parole una dopo l’altra, dando soprattutto alle parti più descrittive e interiori un’atmosfera suggestiva.

L’aspetto più illuminante è sicuramente quello della terapia, che svela una serie di personaggi tutti differenti tra loro, belli a modo loro, le cui esperienze sono straordinarie perché uniche nel loro genere. Shanti in questo fa esattamente ciò che porta avanti sul suo canale Youtube: abbattere le barriere degli stereotipi e delle etichette, mostrando sotto forma di romanzo tematiche riguardanti la personale identità senza timori e a cuore aperto, come in un luogo in cui tutti possono davvero sentirsi liberi di esprimersi senza essere giudicati. Diventa un’esplorazione del fisico e della mente, senza taboo alcuno, in un’area neutrale dove non esiste alcun dito puntato.

Ci sono domande a cui serve dare una risposta, anche se banale, ovvia, perché diventa roccia cui aggrapparsi per trovare una certezza. Libby lo impara sulla propria pelle, sentendo il dolore delle risposte che si ritrova a dare a sé stessa, perdendosi tra esse per poi, infine, ritrovarsi. Non negli occhi di qualcun altro ma nel proprio riflesso, accettandosi per come è senza rimpianti, così da ripartire da zero e abbracciare la vita che vuole davvero condurre. La si segue in questa presa di coscienza scorrendo gli occhi con sempre maggiore velocità, fino all’ultimo. Si rimane soddisfatti, ma fermamente convinti che i protagonisti abbiano molto altro da raccontare, più di quanto si sia visto qui e ora. Chissà dove l’ispirazione porterà la scrittrice e se, prima o poi, tornerà a parlare ancora di questi suoi personaggi.

Nel complesso, comunque, è un romanzo per nulla scontato, soprattutto per la piega degli eventi e il finale sorprendente. “I nostri giorni alla casa delle farfalle” trasuda tutta la cura e la dedizione che l’autrice ha impiegato nella stesura, trasformando il suo manoscritto da bozzolo a farfalla, dandogli la possibilità di volare lontano e trasmettere a chiunque il proprio messaggio. Sono felice che Shanti abbia intrapreso questa esperienza che, sono certa, nel tempo potrà darle grosse soddisfazioni.

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