Review Party: Recensione di “Fu sera e fu mattina” di Ken Follett

Il 17 giugno 997 è la data che per Edgar avrebbe dovuto sancire l’inizio di una nuova vita, lontano da Combe con la donna che l’ha sempre amato. Ancora non sa che quella fatidica mattina sbarcheranno sulla costa i vichinghi, distruggendo tutto ciò che troveranno sul loro cammino. Distrutto per la perdita dell’amata, Edgar scappa con la famiglia, fino a rifugiarsi a Dreng’s Ferry. Nello stesso momento, la vita della contessa normanna Ragna cambia radicalmente dopo il matrimonio con il nobile Wilwulf, che lo segue in capo al mondo spinta dai forti sentimenti provati. Poi, a Shiring, il monaco Aldred insegue il sogno di trasformare la sua abbazia in un luogo di insegnamento.

Tutte vite diverse, che il destino saprà abilmente intrecciare dando via agli avvenimenti ben più noti di Kingsbridge.

Il nuovo romanzo di Ken Follett è per me un tuffo nel passato: pochi all’età di 14 anni, tra i miei coetanei, erano riusciti a intraprendere la lettura del mastodontico “I pilastri della terra” riuscendo ad arrivare alla fine e, nel mezzo, apprezzandone il contenuto. Devo dire che fu una delle opere che all’epoca maggiormente mi impressionò e al tempo stesso affascinò, per la crudezza dei contenuti e la storia tanto complessa e intricata.

Tornare in quel mondo dopo tanto tempo è stato strano e inaspettato: non sapevo cosa pensare quando mi sono trovata a cominciare questo nuovo libro, non ho fatto altro che lasciarmi trasportare dalla corrente e dall’immaginazione di Follett. Mi sono ritrovata in mezzo ad amore, guerra, sangue e tradimenti. L’autore ha sempre l’abilità di riuscire a coinvolgere totalmente i suoi lettori, rendendo impossibile interrompere la lettura fino a che questa non è stata ultimata.

Ogni personaggio descritto è ben caratterizzato, realistico, tanto dettagliato da saltare fuori dalle pagine. Ogni loro vicenda è interessante da seguire e il modo in cui gli avvenimenti si susseguono intersecandosi è il segreto per tenere alta l’attenzione. Questo è possibile grazie allo stile di scrittura, forbito, pieno di descrizioni e coinvolgente, che non fa pesare la mole di pagine o il soffermarsi sui dettagli. Con ciò è da escludersi che il libro sia una lettura adatta a tutti, anzi, richiede concentrazione e desiderio sincero di scoprire ogni meandro nascosto tra le pagine.

Le aspettative per questo libro erano davvero alte e Ken Follett è riuscito a soddisfare in pieno, sorprendendo con una storia che, seppure un prequel, si fonde perfettamente con ciò che l’autore aveva precedentemente raccontato, aggiungendo particolari e nuova linfa a un’ambientazione già di per sé ricca e amata.

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