Review Party: Recensione di “Come un respiro” di Ferzan Ozpetek

In un giorno apparentemente calmo e in clima di festa, una donna bussa alla porta di Sergio e Giovanna. Non conoscono niente di lei, se non che scoprono che si chiama Elsa e in passato ha abitato in quella stessa casa. Porta con sé nient’altro che una serie di lettere, descrizione di una vita passata fatta di avventure, gioie e dolori.
Sono proprio questi che iniziano a inquietare i due proprietari, che si ritrovano lentamente a scavare in un passato che non appartiene loro per far emergere un segreto nascosto tra le parole scritte su carta.
Mi trovo per la prima volta ad affrontare Ozpetek non come regista ma come scrittore. Non che questo mi potesse mettere dubbi sulla qualità di “Come un respiro”, che si è fin da subito rivelato un libro magistralmente orchestrato, dove nulla è come sembra e si ha costantemente la sensazione di non aver ancora toccato il fondo con le bassezze che man mano si spiegano tra i capitoli. 
Protagonisti assoluti sono i sentimenti delle persone, tanto intensi da fuoriuscire dalle pagine e sfiorare la pelle del lettore, incredibilmente affascinato e al tempo stesso impaurito da ciò che troverà all’interno di quelle lettere. Elsa è una donna enigmatica e misteriosa, scappata dall’Italia e dall’amata sorella per questioni tutt’altro che puerili. Diventa difficile accettare certe decisioni come non giustificarne delle altre, ma è proprio tutto questo che fa della donna ciò che è, così come più in generale è la formazione di un essere umano. Obiettivi fondamentali tanto da accecare diventano nulla al cospetto dello scorrere del tempo, trasformandoli da grandi intenti a condizioni di cui a malapena si ricorda la causa. Diventa invece una priorità fare i conti con il passato, per accettare le verità nascoste e convivere con sé stessi nel presente.
Certi avvenimenti sono inaccettabili quando vengono raccontati e soprattutto quando si è consapevoli che questi sono accaduti davvero. Lo stile di Ozpetek trascina verso l’ignoto e lascia che chi legge si perda tra le pagine, ne rimanga colpito fino a perdersi e ne riemerga solo alla fine, quando tutto è incompiuto e l’inevitabile non può più farsi attendere.

Review Party: Recensione di “Gli effetti imprevedibili dell’amore” di Grazia Cioce

La vita di Emma Russo è scandita da regole e programmi ben definiti. La sua rigorosità l’ha portata a soli venticinque anni a lavorare presso un’azienda torinese che offre un servizio di team building alle attività esterne che ne fanno richiesta. Grazie a lei nasce il Jungle Team Building, un programma di formazione volto a rendere più coesi i gruppi di lavoro. Come? Con una esperienza immersiva nella natura selvaggia, dove l’unione fa la forza e in cui le squadre imparano a supportarsi per arrivare alla meta.
Tutto va a gonfie vele, fino a quando non sorge un grosso problema: anche il team di Emma soffre dell’incapacità di lavorare insieme, proprio come tanti loro clienti. Testare la propria creazione sul campo sarà per la ragazza un’avventura spaventosa, essendo lei ipocondriaca, ma dai risvolti totalmente inaspettati.
La prima cosa che mi ha assolutamente stupito di questo libro, è la trama originale e stuzzicante unita a una protagonista davvero esilarante e amabile. Provate a pensarci: siete riuscite a creare un lavoro che vi si ritorcerà contro! Almeno, sul momento. Affrontare certe fobie o ossessioni non è mai semplice e la cosiddetta terapia d’urto potrebbe avere successo come risultare fallimentare. Nel suo libro Grazia Cioce affronta l’argomento con leggerezza e ironia, senza mai prendere la cosa sottogamba. Lascia che Emma affronti i suoi limiti e trovi un modo per superarli, per sentirsi più libera e spensierata e dare una svolta positiva alla sua vita. Non sempre per trasmettere un messaggio serio e profondo è necessario un clima altrettanto drammatico, e l’autrice è riuscita bene a calibrare l’equilibrio tra cosa può far divertire il lettore e cosa può farlo riflettere. Si valica il confine tra verità e apparenza, per scorgere la strada che può portare la protagonista alla felicità, lasciandosi definitivamente alle spalle quelle paure che l’hanno bloccata, condizionandole i rapporti sociali.  
“Gli effetti imprevedibili dell’amore” è un romanzo sorprendente e d’intrattenimento, assolutamente consigliato per chi cerca di evadere dal quotidiano volendo però migliorare parte dei propri problemi.

Review Party: Recensione di “Il volto dell’assassino” di Amy Mclellan

A causa di un grave incidente, Sarah soffre di un disturbo che le impedisce di ricordare ciò che le capita e i volti delle persone che le stanno intorno. Ad aggravare la situazione ci si mette il destino, che non solo le fa perdere la sorella ma le mostra l’identità del suo assassino, che ben presto irrimediabilmente dimenticherà. Come potrà avere salva la vita e al tempo stesso rendere giustizia alla morte di una persona tanto importante?
Con uno stile preciso e crudo, Amy Mclellan ha saputo ipnotizzarmi con una storia che è riuscita a catturarmi fin da subito, affascinandomi e torturandomi con un’atmosfera tanto piena di tensione da lasciarmi senza fiato. Quest’opera mi ha ricordato un altro thriller davvero bello e che a distanza di anni continuo a consigliare, “Non ti addormentare” di S.J. Watson, in cui l’elemento della memoria è fondamentale tanto quanto in “Il volto dell’assassino”. 
Quando un libro di questo genere si lega perfettamente con la psicologia, mi conquista senza lasciarmi scampo. Entrare nella mente e nel quotidiano di Sarah non è semplice e a ogni capitolo è una sfida sempre nuova. Gli intenti dei personaggi sono costantemente messi in discussione, tanto da arrivare a confondere la verità con l’inganno. A ogni rivelazione il sangue si gela nelle vene e l’inevitabile finale fa capolino in un modo tanto inaspettato quanto scioccante. 
La lettura di questo libro è altamente consigliata non solo agli amanti del genere ma anche a chi desidera lanciarsi in un’avventura adrenalinica e piena di quelle forti emozioni che spesso soltanto un thriller scritto come si deve sa offrire. Amy Mclellan è una scrittrice talentuosa che non vi deluderà di certo!

Review Party: Recensione di “Mastro Heidn L’Orologiaio – Volume II” dei Fratelli Frllo (Antonio Agostino e Rosario Dato)

Dopo le importanti rivelazioni concesse agli studiosi Mastro Heidn, Paracelvios e Eunicla riprendono il loro viaggio, stavolta verso ciò che potrebbe scongiurare la fine del mondo. Una guerra senza precedenti sta per avere inizio ed è di vitale importanza impedire che delle macchine tanto potenti quanto distruttive vengano azionate. Nuovi intrighi e personaggi metteranno a dura prova i loro nobili intenti, ma la determinazione è così forte da poter solcare anche i cieli, a bordo delle straordinarie navi volanti.
Sono stata davvero felice di aver avuto la possibilità di leggere consecutivamente i volumi che compongono la storia di Mastro Heidn l’Orologiaio, sono state delle ore intense di emozioni e ricche di avvenimenti che hanno saputo trasportarmi in un mondo fantastico che difficilmente dimenticherò.
Se il primo volume aveva saputo affascinarmi soprattutto per la presentazione dell’ambientazione, il secondo rinnova la complessità di questa e stimola il lettore a proseguire la lettura offrendogli a ogni capitolo azione, divertimento e tanti colpi di scena. La storia qui è più precisa e concentrata sulla meta finale, dando spazio ovviamente ai protagonisti ma di contro trascurando elementi secondari che precedentemente mi aveva fatto piacere trovare e che avrei approfondito volentieri.
Sono fiduciosa sul fatto che questo non è un saluto definitivo, ma che gli autori abbiano ancora degli assi nella manica da sfoderare e nuove prove da far affrontare ai propri personaggi. Spero, con tutto il cuore, di tornare prima o poi a bordo del carrozzone magico e seguire Heidn in una nuova avventura.

Review Party: Recensione di “La fata maliarda” di Seconda Carta

Nel piccolo e incantevole paesino sardo di Arbatrax, ha origine la delicata e magica storia di Anny, che decide di trasferirsi lì per cominciare una vita indipendente e dimostrare che può farcela con le sue sole forze. Nonostante la fatica del lavoro, la donna si gode gli splendidi panorami che la costa offre, inspirando il profumo del mare e sentendosi finalmente libera. A notarla è Antoni, il giovane pescatore del paese che con pazienza e tranquillità entra a far parte della vita della ragazza, di cui si innamora perdutamente fin dal primo istante.
Con uno stile delicato e poetico, Seconda Carta ha intessuto un lungo racconto veloce da leggere, che fa innamorare il lettore dei paesaggi descritti e dei personaggi creati. I due protagonisti si trovano subito in sintonia grazie non solo all’indole tranquilla e sognatrice che li accomuna, ma anche per le esperienze passate e il modo in cui vedono la vita e la vogliono vivere. Tutte le sensazioni che Anny e Antoni provano a contatto con l’ambiente si trasmettono magicamente al di fuori delle pagine, arrivando a far sentire odori, suoni e tocchi con un’estrema sensibilità. Il loro amore ha il ritmo del mare che si soffermano a osservare, delicato e calmo fino a diventare impetuoso e senza controllo. Non ho mai avuto l’occasione di andare in Sardegna, ma attraverso l’occhio della scrittrice ne scopro un aspetto inaspettato, dolce e romantico.