Review Party: Recensione di “Oltre la guerra” di Marcella Ricci

Appena maggiorenne, Beatrice deve assistere ai disastri della guerra. La tensione è sempre più alta, gli ebrei sono sempre meno accetti e i seguaci di Hitler iniziano a sconfinare oltre la Germania. Per scampare ai bombardamenti e sanare i dolori dell’animo, la sua famiglia fugge ed è nel piccolo paese di Chignolo che li ospita che la sua vita cambia totalmente. Per un caso fortuito, un nazista ferito bussa alla porta in cerca di aiuto: Hans, colpito in un agguato, ha bisogno di cure mediche se vuole sperare di sopravvivere e trova nella ragazza uno spiraglio di luce in grado di scaldarlo e sciogliere il freddo di uccisioni, battaglie e atti feroci e crudeli. Potrà il loro amore sopravvivere al dramma della seconda guerra mondiale?
Trovo di conforto trovare storie d’amore legate ai fatti storici e crudi della guerra. Quella di Beatrice e Hans è una storia continuamente ostacolata, dai fronti, dalla politica, dal continuo proteggersi a vicenda. I due scopriranno gioie e dolori che mai avevano provato prima e incominciano una propria personale battaglia per conquistare un mondo in cui possono vivere insieme serenamente. Il futuro è incerto e la paura opprime. Beatrice è una donna che si riscopre forte oltre le sue aspettative, affrontando sfide fisiche e psicologiche che mai avrebbe pensato in condizioni normali di poter superare. Hans di contro trova la sua forza nel rimanere umano e nel non condividere l’ideologia del regime, ma si nasconde tra le fila scampando ai compiti più brutali e cercando nel suo piccolo di fare quanto gli è possibile per essere migliore della maggior parte dei suoi compatrioti. Insieme formano un vincolo misto tra fragilità e resistenza messo continuamente a dura prova dalla separazione, dal rischio di morte e da chi vuole frapporsi tra loro.
Il romanzo di Marcella Ricci scorre tra delicatezza e frenesia, offrendo una lettura godibile, accurata e piena di intenso amore.

Review Party: Recensione di “I fuochi di Albion” di Alexandra J. Forrest

Sotto il violento dominio di Giulio Cesare, la Britannia vive in un costante clima di conflitto e minaccia, sia per ciò che deve al popolo Romano che l’ha sconfitto, sia per quella battaglia disonorevole che l’ha resa di fatto schiava. In questa difficile situazione nasce Riannon, che viene fin da subito iniziata al culto della Dea Madre e di cui apprende i dettami, che la formano nello spirito e la rendono la donna che è. In mezzo ai doni per le sacerdotesse e alla magia infusa in loro, ha sede puntualmente la festa di Beltane, che cambierà per sempre la vita della giovane: l’incontro con Valerio Metello, uomo misterioso apparso nelle sue visioni molteplici volte. L’uomo sa perfettamente chi è, un comandante delle forze romane in missione segreta e sotto mentite spoglie. Il destino li unisce, sgretolando sempre più il delicato rapporto tra i due popoli, che sembrano voler tornare sul piede di guerra. Riannon ha ancora molto da scoprire su sé stessa e sulle sue origini e potrà avere risposte solo svelando il significato di un’antica profezia che sembra riguardarla e appartenerle.
Realtà e leggende, magia e rituali, guerre sanguinose. Questo è ciò che caratterizza principalmente “I fuochi di Albion”, uno storico a tratti fantastico che prende spunto dai culti antichi e li fonde con fatti realmente accaduti in un’epoca molto lontana e quasi dimenticata. L’elemento che principalmente mi ha fatto proseguire la lettura è lo stile di scrittura della Forrest, che è stata molto brava nelle descrizioni e nei particolari, intrigandomi e invogliandomi a leggere la sua opera. Riannon è fin da subito un personaggio tanto affascinante quanto criptico e il desiderio di scoprire di più sul suo conto mantiene alta l’attenzione, così come vedere le mosse di Valerio nel tentativo di non farsi scoprire ma al tempo stesso combattuto per la reazione della donna. Il rapporto tra i due protagonisti è delicato, fragile, sempre in continua tensione e conoscersi sarà per entrambi motivo di profondo cambiamento. La cura dei particolari è notevole e rende l’ambiente circostante forte e in grado di reggere il peso della storia.
“I fuochi di Albion” è una lettura leggera e scorrevole che piacerà a chiunque ama le storie che uniscono lo storico al mistico, con un tocco di giusto romanticismo.

Review Party: Recensione di “La fata maliarda” di Seconda Carta

Nel piccolo e incantevole paesino sardo di Arbatrax, ha origine la delicata e magica storia di Anny, che decide di trasferirsi lì per cominciare una vita indipendente e dimostrare che può farcela con le sue sole forze. Nonostante la fatica del lavoro, la donna si gode gli splendidi panorami che la costa offre, inspirando il profumo del mare e sentendosi finalmente libera. A notarla è Antoni, il giovane pescatore del paese che con pazienza e tranquillità entra a far parte della vita della ragazza, di cui si innamora perdutamente fin dal primo istante.
Con uno stile delicato e poetico, Seconda Carta ha intessuto un lungo racconto veloce da leggere, che fa innamorare il lettore dei paesaggi descritti e dei personaggi creati. I due protagonisti si trovano subito in sintonia grazie non solo all’indole tranquilla e sognatrice che li accomuna, ma anche per le esperienze passate e il modo in cui vedono la vita e la vogliono vivere. Tutte le sensazioni che Anny e Antoni provano a contatto con l’ambiente si trasmettono magicamente al di fuori delle pagine, arrivando a far sentire odori, suoni e tocchi con un’estrema sensibilità. Il loro amore ha il ritmo del mare che si soffermano a osservare, delicato e calmo fino a diventare impetuoso e senza controllo. Non ho mai avuto l’occasione di andare in Sardegna, ma attraverso l’occhio della scrittrice ne scopro un aspetto inaspettato, dolce e romantico.

Recensione: “Un amore da Oscar” di J.J. Prescott

Nonostante le difficoltà che ha dovuto affrontare in passato, Nora Burke può ritenere di avere, al momento, il controllo della sua vita. Si è buttata a capofitto nel suo lavoro a New York, dove è responsabile di un prestigioso hotel, anche se questo riduce drasticamente i suoi rapporti sociali. Non che la cosa le importi, data la famiglia divisa e l’incapacità di buttarsi a capofitto nelle proprie emozioni più profonde.
Ma qualcosa cambia quando riceve la prenotazione da parte di uno degli attori più in voga del momento: Evan McKinney. Una cosa tira l’altra e l’uomo riesce a convincerla a frequentarsi, nonostante le difficoltà, gli impegni e le persone che cercano di ostacolarli. Riuscirà Nora a sciogliere il proprio cuore e a dare una nuova possibilità all’amore?
Quella che si prospetta con il libro di J.J. Prescott è una commedia allegra, frizzante e leggera, che possa allietare e divertire il lettore fino a farlo emozionare.
Effettivamente la vicenda di Nora parte proprio in questo modo, mi è piaciuta subito la sua caratterizzazione e il fatto che non tema di dire ciò che pensa.
Nel complesso però, l’autrice non è riuscita a conquistarmi davvero: il rapporto che s’instaura tra Nora e Evan non ha saputo stuzzicarmi e coinvolgermi a sufficienza, risultando troppo stereotipato e senza quel guizzo di originalità che me l’avrebbe fatto apprezzare. I personaggi secondari sono molteplici e ben equilibrati capitolo dopo capitolo, anche se non hanno sufficiente spazio per farsi conoscere, così come lo stesso Evan, che rimane l’ombra dei pensieri di Nora (il libro infatti è narrato in prima persona dal suo punto di vista). 
Per quanto lo stile della Prescott sia scorrevole, i contenuti che ha messo nero su bianco hanno finito con l’annoiarmi e lasciarmi insoddisfatta, soprattutto per un finale forzato e davvero troppo sbrigativo che mi ha molto deluso.
A volte mi piace evadere con una commedia leggera e poco impegnativa, ma non è il caso di “Un amore da Oscar” che, nel complesso, non mi sento di consigliare.