Recensione: “Alice.exe” di Giulia Funiciello

Alice è una grande appassionata di scherma e videogiochi. Un giorno, inspiegabilmente, finisce all’interno del mondo del suo gioco preferito: SuperMario. La meraviglia di poter parlare con i personaggi che l’hanno sempre divertita va a braccetto con i pericoli che dovrà affrontare da quel momento in avanti e con le difficoltà di far convivere realtà e finzione senza arrivare a confonderle.

Scritto da una giovanissima ragazza sedicenne, “Alice.exe” si presenta come una storia paragonabile alle fan fiction, tributo a uno dei videogiochi più noti al mondo. In perfetto stile “Alice nel paese delle meraviglie”, la protagonista sbuca in una dimensione parallela e fantastica rispecchiando i desideri di qualsiasi fan: poter incontrare davvero i personaggi del proprio gioco preferito. Come tutti gli adolescenti e i pre-adolescenti, anche lei affronta i grandi cambiamenti dati dalla crescita personale, superando quel confine invisibile che separa l’età dei giochi da quella delle prime novità della vita. E lo fa accompagnata dai suoi amici virtuali, che sanno incoraggiarla al momento opportuno e aiutarla a vincere le proprie paure.

Il libro è breve, scorrevole e con una storia tutto sommato allegra e divertente. Lo stile di scrittura è davvero semplice e a tratti acerbo, si capisce subito che è l’esordio di una persona ancora alle prime armi, che può sì vantare già di una pubblicazione ma che ha ancora bisogno di tempo e studio se vuole intraprendere questa carriera. “Alice.exe” ha una storia perfettamente adatta a un pubblico giovane e che può stimolare la voglia di leggere, essendo un libro fantasioso che sa intrattenere con piacere nel corso di una giornata.

Recensione: “Bjorn – Saga dei Regni del Nord” di Fabrizio Corselli

Un’impresa in bilico tra la vita e la morte sta per stravolgere l’esistenza di Bjorn Hollfarris, impavido avventuriero ed esploratore dei Regni del Nord. L’amore lo conduce verso Ovest, alla ricerca di colei che è sua musa anche nelle notti più tenebrose, ignaro di quanto questo viaggio sconvolgerà e trasformerà corpo e mente. Perché il Regno dei Morti non è certo un luogo di salvezza e sicurezze, ma anzi di incubi e mostri che non mancheranno di ostacolarlo e impedirgli di giungere verso la meta prefissata.

Il caro amico Fabrizio Corselli si occupa da anni di fantasy, mescolando il genere letterario con la mitologia e la poesia, attraverso un lungo processo di lavorazione che richiede a ogni opera uno studio e una cura specifici e dettagliati. Quando ci si trova di fronte a un libro come “Bjorn – Saga dei Regni del Nord” è necessario sapere quanto meticolosa dovrà essere la lettura, per non perdersi alcun passaggio narrativo né ogni significato celato dietro a ciascuna frase. Tutte le parole utilizzate sono frutto della cultura acquisita nel tempo dall’autore, che nel metterle per iscritto vuole trasmettere dei validi insegnamenti, sia simbolici che pragmatici. Essendo questo un fantasy misto alla mitologia nordica è un buon modo per imparare termini specifici dei popoli antichi del Nord, che spesso non si conoscono o ancor peggio vengono travisati da opere ben più popolari e conosciute. La storia di Bjorn si dipana attraverso la forma poetica in un’atmosfera epica e solenne, che ricorda chiaramente i canti che anticipano le più feroci battaglie. Prestando estrema attenzione si può udire il mare impetuoso mosso dalle forti tempeste, percepire sulla pelle la potenza invisibile degli dei e l’umore palpabile degli avventurieri, che alternano il clima di festa a quello degli scontri all’ultimo sangue, di cui l’aria è pregna fino alla nausea. La voce narrante del Cantore trasmette il dolore di un destino funesto che l’ha portato a essere lo spettatore sì di leggendarie imprese ma anche delle più catastrofiche tragedie. La magia, i draghi e altre creature mitologiche aggiungono tridimensionalità al mondo solcato da Bjorn, che nel complesso risulta cupo e quasi soffocante per la quantità di pericoli in cui ci si può imbattere. Al tempo stesso non si può rimanere indifferenti di fronte al fascino e alla bellezza che quegli stessi pericoli rappresentano, perché figli dell’immaginazione sconfinata dell’uomo che non smette mai di stupire e incantare.

L’epica unita al fantasy dovrebbe essere materia di formazione fin dalla tenera età, per aiutare nello sviluppo dei giovani che verrebbero temprati sia nella mente che nel fisico. Quello di Fabrizio, infatti, è un lavoro sopraffino che definirei una vera e propria arte, che unisce il canto al movimento del corpo in una danza che sa disciplinare e rendersi indimenticabile. La sua carriera da Maestro di Canto della Spada si rispecchia in ciò che mette per iscritto, attraverso storie suggestive, dense di avvenimenti che si susseguono tra una parola e l’altra, pregne di intense emozioni che illuminano la parte razionale di ogni lettore. Se siete alla ricerca di una lettura frenetica e leggera, non posso certo dire che questo libro sia il più indicato. Ma se oltre a evadere vi appassiona lo studio di un testo in ogni suo verso, la Saga dei Regni del Nord fa proprio al caso vostro. Vi ricorderà le storie epiche raccontate attorno a un fuoco, mentre l’oratore con maestria interpreta le vicende, svelando la passione viscerale che alberga nel corpo e nell’anima e prefissandosi un nobile obiettivo: migliorare coloro che con meraviglia gli stanno attorno e rapiti lo ascoltano.

Review Party: Recensione di “Scarti” di Aleida Blue

Può un fraintendimento rovinare la reputazione di una persona? 
Questo è ciò che capita a Irene, donna in carriera che si ritrova coinvolta nella misteriosa sparizione del collega Enrico. Quando viene ritrovato morto sulla riva del fiume, le accuse ricadono tutte su di lei, essendo stata l’ultima persona ad averlo visto vivo. Ad aggravare la situazione è una busta, contenente delle foto compromettenti dei due. Ma Irene ama il marito e ha sempre visto in Enrico un buon amico. Sconvolta dagli eventi, la donna dovrà fare di tutto per mantenere i nervi saldi e venire a capo della situazione, per scagionare sé stessa e riappropriarsi della propria vita.
Con “Scarti” Aleida Blue vuole insegnare ad andare a indagare sempre oltre le apparenze. Ciò che si può scoprire può sorprendere e scioccare, ma al tempo stesso può rivelare lati di una persona che mai si sarebbe pensato di poter conoscere. Attraverso uno stile semplice e diretto, l’autrice ha scritto un thriller scorrevole e lineare, piacevole da leggere e d’intrattenimento anche per il lettore meno vicino a questo genere.
Le dinamiche sono sempre più inspiegabili e confuse, così come l’identità dell’assassino che rischia di rimanere celata dall’oblio. Le ipotesi si accavallano e la curiosità aumenta, tra intrighi, segreti e misteriose identità che vogliono a tutti i costi incastrare Irene, pur di uscire puliti e non compromessi. Anche dai propri stessi desideri. 

Review Party: Recensione di “La lettrice della stanza 128” di Cathy Bonidan

Si sente spesso dire, soprattutto dai più appassionati, quanto un libro sia in grado di salvare la vita delle persone. Non si parla di una cura fisica, quanto di quella dell’animo, che può essere sanato dallo scorrere di determinate parole, che dagli occhi passano alla mente e infine al cuore.

Questo è ciò che capita a Anne-Lise Briard, lettrice incallita che non può addormentarsi senza prima aver letto qualche pagina di uno scritto. Solo che il libro che le ruba l’attenzione oltre ad avere una trama che la colpisce nel profondo, ha una storia curiosa celata dietro all’identità dell’autore. Improvvisamente, le sue giornate si trasformano in una delle avventure di cui ha sempre fantasticato, attraverso degli scambi epistolari che possono far chiarezza sul viaggio che ha fatto quel dattiloscritto dalle mani del suo creatore fino a lei, a distanza di tanti anni.

“La lettrice della stanza 128” ha saputo toccarmi nel profondo fin dalle prime pagine. La narrazione epistolare, che copre l’intera opera, offre al lettore uno scorcio intimo sul punto di vista di ogni personaggio realizzato dall’autrice e la potenza delle parole scritte che ognuno di loro utilizza è tale da caratterizzarli senza necessità di una vera e propria descrizione. Ogni lettera porta avanti le indagini del percorso affrontato dal manoscritto, che ha insita in sé una sorta di magia che ha saputo cambiare in meglio le persone che l’hanno avuto tra le mani e che è riuscito a instaurare delle complicità speciali, tra gli sconosciuti che man mano si aprono attraverso le lettere. I pensieri prendono vita attraverso le parole, trasmettendo al lettore le sensazioni provate da ognuna di loro. Anche se stampate nel carattere standard dei libri, si possono immaginare differenti stili di scrittura, da quello più elegante a quello più frenetico, passando per un tratto più incerto a uno carico di decisione.

Il lavoro di Cathy Bonidan è per questo estremamente curato e preciso, trovo sorprendente come sia riuscita a trasmettere tutto attraverso un tipo di narrazione che non va per la maggiore. “La lettrice della stanza 128” mi ha assolutamente conquistato, dandomi speranza e forza attraverso vicende molto commoventi. È stata una lettura scorrevole e frenetica, tanto è stato il desiderio di venire a capo dei misteri, con un epilogo perfetto che non ha deluso le aspettative.

Recensione: “Akire – La banda di Alastrine” di Selene Rampolla

Nella vita del giovane Trebor sta per affacciarsi qualcosa di totalmente inaspettato: un’incredibile avventura capace di stravolgergli per sempre la vita. Perché questo è ciò che succede quando ci s’imbatte nella banda di Alastrine, gruppo di mercenari capitanato da una donna, colei che sconfigge in duello il ragazzo e poi lo invita a unirsi a loro.
Trebor ha ben poco da scegliere: rimanere a Roas per passare una vita tranquilla ma piatta oppure prendere il largo con loro per una vita ricca di sfide, pericoli e brividi. Il suo temperamento impavido lo porta ad accettare l’offerta e a scoprire un mondo che fino a quel momento gli era precluso, tanto vasto quanto misterioso e magico.
Con uno stile semplice e scorrevole, Selene Rampolla, scrive un fantasy che rispecchia tutti i canoni classici del genere, imbastendo le basi per un’avventura che promette tante emozioni e colpi di scena. La banda di Alastrine infatti è non solo il primo capitolo di questa trilogia, ma anche un grande preludio a tutto ciò che verrà poi nel secondo libro. L’atmosfera che si respira è fatta d’ilarità mista a momenti più seri e riflessivi, fino a piccoli colpi di scena che vi sorprenderanno nell’ultima parte del libro. Ho amato il personaggio di Amos, per la sua caratterizzazione fisica e mentale, ma soprattutto il capo, una donna senza nome che per quel velo di mistero m’intriga sempre di più. Trebor, invece, è un personaggio che non sono ancora riuscita ad inquadrare, perché ancora a tratti immaturo, troppo impulsivo e in attesa della sua vera trasformazione.
Nel complesso, Akire è una storia a cui voglio continuare ad appassionarmi, certa che le emozioni non siano finite qui e che il suo mondo possa sempre più intrigarmi e convincermi.