Roy Dillion è alla continua ricerca di metodi sempre più innovativi per sfuggire alla giustizia. Nelle sue scorribande volte ad arricchirlo viene accompagnato da Moira Langtry, che oltre a una notevole affinità vede nell’uomo il compagno perfetto per un colpo grosso, quello che dovrebbe sistemarli a vita.
Ma Lily Dillion, madre di Roy, non rimarrà certo con le mani in mano e farà di tutto per ostacolare la riuscita del piano della donna intrufolandosi a tradimento ancora una volta nella vita del figlio.
Jim Thompson è un autore da cui difficilmente ci si può aspettare qualcosa senza rimanere sorpresi. Ogni suo romanzo è unico e un’autentica novità anche per un palato di un lettore esperto, che si abbandona alla lettura sapendo che ne uscirà assolutamente soddisfatto. “I truffatori” è un noir in cui ogni nota suona melodica al momento giusto e in cui la velata ironia non è inopportuna ma vivacizza la narrazione. Ogni personaggio è costruito alla perfezione e di ognuno se ne apprezzano i pregi e i difetti senza che questi risultino fasulli o artificiosi. Thompson ha uno stile di scrittura che scorre via come un bicchiere d’acqua offrendo però una storia affatto banale e ricca di avvenimenti che si susseguono uno dopo l’altro. Quella creata per “I truffatori” è una realtà all’insegna del crimine, colma di malavitosi e malintenzionati che aumentano la tensione generale senza però sfociare eccessivamente e necessariamente nel drammatico. Anzi, in tutto questo il lettore è sadicamente divertito nel vedere le interazioni tra Lily, Roy e Moira, in una continua lotta intestina volta al proprio personale tornaconto. Ognuno ha un passato da celare che svela silenziosamente ogni più piccola cicatrice incisa sulla e sotto pelle, formando un quadro interessante di anime che vivono alla giornata per difendersi dalle azioni degli altri, fino alle proprie stesse scelte.
“I truffatori” è un romanzo a tinte noir dove la violenza non si spreca ma nemmeno viene edulcorata e in cui lo stomaco deve essere forte non tanto per il sangue versato dal corpo ma da quello che potrebbe sgorgare da molto più nel profondo.

In attesa di un suo nuovo ed emozionante romanzo, esce in Italia “Tieni presente che”, saggio sulla scrittura redatto da un autore geniale e incredibile, uno dei miei preferiti in assoluto: Chuck Palahniuk.
L’otto Agosto del 1946, la giovane Ribella viene trovata morta sulla sponda del lago di Como. Settanta anni dopo questo caso di cronaca irrisolto giunge a Libera, la nota fioraia del Giambellino, portando scompiglio nella sua quotidianità: Ribella è infatti sua nonna e madre di Iole. Le donne non possono fare altro che affrontare questo caso mai risolto e fare i conti con uno dei più grandi misteri della loro famiglia.

La giovane Persefone è diversa da qualsiasi divinità lei abbia mai conosciuto: ha ben poco di “divino”, preferendo passioni e atteggiamenti che richiamano molto il mondo umano. La sua vita cambia con un incontro voluto dal destino, quello che la legherà indissolubilmente al dio dei morti Ade, l’unico che riuscirà davvero a capire le sue aspirazioni e a fare fronte comune quando le circostanze lo richiederanno.