L’otto Agosto del 1946, la giovane Ribella viene trovata morta sulla sponda del lago di Como. Settanta anni dopo questo caso di cronaca irrisolto giunge a Libera, la nota fioraia del Giambellino, portando scompiglio nella sua quotidianità: Ribella è infatti sua nonna e madre di Iole. Le donne non possono fare altro che affrontare questo caso mai risolto e fare i conti con uno dei più grandi misteri della loro famiglia.
Torna per la quinta volta in libreria la nuova avventura investigativa scritta da Rosa Teruzzi, un volume breve e molto scorrevole ambientato a cavallo tra la città viva di Milano e l’affascinante quiete della Brianza. Conosco questi luoghi a menadito e ho apprezzato molto la cura delle descrizioni dei paesaggi fatta dall’autrice.
La narrazione si concentra non solo sulle indagini ma sui pensieri e le emozioni della protagonista, che qui si sofferma maggiormente su ciò che prova perché toccata in prima persona dalla vicenda. Indizi e dettagli si uniscono stuzzicando l’intuito dei personaggi e del lettore, che segue la vicenda incuriosito dalla meta finale. Personalmente sto apprezzando sempre di più questi gialli leggeri e divertenti in cui a indagare si trovano persone improvvisate ma con la tendenza alle investigazioni piuttosto che veri e propri professionisti. Questo è di grande aiuto per il lettore comune, che empatizza più facilmente con i ragionamenti e le scelte prese dai protagonisti, formando un rapporto di sintonia che riesce positivamente a coinvolgere.
“La memoria del lago” è un’altra lettura che consiglio per queste giornate estive e fiacche, un romanzo che seppur breve ha tutti gli elementi giusti per regalare momenti piacevoli di distrazione.