“Dendera” è un romanzo illuminante ma al tempo stesso scioccante e crudele. Per mantenere controllata la popolazione, nel Villaggio vige una regola: portare le donne anziane su una montagna e abbandonate. Il libro esplora senza peli sulla lingua le tematiche quali la morte, la femminilità e la vecchiaia, con una narrazione diretta che lascia senza fiato.
Dendera è il Villaggio in cui si ritrova Kayu, il luogo edificato dalle donne abbandonate, proprio come lei. Adattarsi a questa società è più complesso del previsto, specie di fronte alla minaccia di un orso sempre in agguato. Al tempo stesso, però, la donna impara per la prima volta cosa significa indipendenza e libertà di pensiero, una cosa preclusa fino a quel momento.
Può essere possibile scegliere come vivere e morire? Una domanda che può mettere in crisi le diverse società che compongono il nostro mondo. La narrazione, inoltre, è precisa e scorrevole, a tratti poetica e toccante. Non è una lettura facile, i più sensibili potrebbero non riuscire ad arrivare alla fine.
Personalmente, comunque, apprezzo le letture come questa e, con le dovute accortezze, non posso fare altro che consigliarla.