Cassandra è una figura della mitologia greca. È ricordata da Omero, Apollodoro, Virgilio e Igino. Gemella di Eleno, figlia di Ecuba e di Priamo re di Troia, fu sacerdotessa nel tempio di Apollo da cui ebbe la facoltà della preveggenza. Prevedeva terribili sventure ed era pertanto invisa a molti.
Vi sono diverse versioni sull’origine del dono profetico di Cassandra. Secondo una prima versione, il giorno del compleanno di suo padre fu celebrata una festa nel santuario di Apollo Timbreo. Cassandra e il fratello gemello Eleno, stanchi dal gioco, s’addormentarono all’interno mentre i loro genitori li dimenticarono, abbacinati dal vino. Il mattino seguente, Ecuba corse al tempio e urlò inorridita quando vide che i serpenti sacri stavano lambendo le orecchie dei bambini per purificarli. I serpenti subito si ritrassero, strisciando in un cespuglio d’alloro, e da quel momento Eleno e Cassandra praticarono l’arte profetica.
Secondo un’altra versione, la più famosa, Apollo le donò la dote profetica in cambio del suo amore, ma lei, una volta ricevuto il dono, rifiutò di concedersi; adirato, il dio le sputò sulle labbra e con questo gesto la condannò a restare sempre inascoltata.
Nell’Iliade non si fa mai cenno alle virtù divinatorie di Cassandra.
In un’altra versione, Apollo le donò il potere divinatorio, ma poi, quando ella cercò di fuggire dall’amore che lui le imponeva, il dio la maledisse e così nessuno credette più alla povera Cassandra.
In genere è frequente l’attribuzione dell’appellativo “Cassandra” alle persone che, pur annunciando eventi sfavorevoli giustamente previsti, non vengono credute.
Viene altresì detta “sindrome di Cassandra” la condizione di chi formula ipotesi pessimistiche ed è convinto di non poter fare nulla per evitare che si realizzino.