Il romanzo di Kamila Shamsie è complesso e per nulla semplice da affrontare. Partendo dalla Karachi del 1988 si entra nelle vite di due ragazzine, Maryam e Zahra, dall’adolescenza alla vita adulta. Due persone diverse nel carattere e con una condizione di partenza che le porterà su due strade differenti.
Amicizia e pubertà si incontrano e si scontrano, mentre viene dato inizio a una fase della vita che tutti affrontiamo, ma in modi sempre unici e personali. Le due cercano di rimanere unite nel bene e nel male, affrontando le problematiche più disparate insieme, su fronte comune. Ma non sempre il futuro porta su strade uguali.
Per questo si rimane disorientati dall’improvviso salto temporale. Zahra e Maryam, ormai adulte, hanno assaporato l’ennesima fase della vita ma a Londra. Tra studio, lavoro, successo, relazioni e divorzi. Con una certa maturità si parla di scelte di comodo ma anche di tormenti interiori che infastidiscono perfino il lettore stesso.
L’autrice descrive con grande emozione l’amicizia in quanto condivisione delle piccole cose. Sorridiamo nel vedere sussurrare due bambine l’una all’orecchio dell’altra, a scambiarsi opinioni sulle prime cotte, sui gusti personali, sui primi segreti rubati ai genitori.
Se la prima parte è più spensierata e interessante, nella seconda ci ritroviamo piombati nella cruda realtà, fatta di responsabilità ma soprattutto di conseguenze di alcune azioni passate che ora minacciano il futuro delle due donne.
Assistiamo quindi a un’evoluzione delle stesse protagoniste e una spirale discendente sempre più oscura e inquietante. Il punto sta nello scoprire se anche in questi casi un’amicizia può durare o finisce per disintegrarsi. “Un’amicizia perfetta” è un romanzo non privo di imperfezioni ma che descrive al meglio il legame tra due donne nel corso della loro vita, con un’evoluzione assolutamente realistica.