Blog Tour: “Spare. Il minore” di Prince Harry – Libri sulla monarchia

“Spare. Il minore” del principe Harry sembrerebbe essere il libro di punta di questo gennaio 2023. Un’autobiografia con vendite stratosferiche e capace di dividere in due l’opinione pubblica globale. Ma questo non è il solo libro riguardante la monarchia inglese e oggi ne approfondiremo la conoscenza.

I maggiori studiosi della monarchia inglese sono sicuramente Antonio Caprarica e Andrew Morton. Di loro si potrebbe citare la bibliografia intera, ma di seguito troverete una selezione di testi che in qualche modo si ricollegano al libro protagonista di questo tour. Quelli dei due autori citati li trovate all’inizio e alla fine, ad aprire e chiudere il cerchio. Tra loro non potevo non citare anche libri dedicati al vero simbolo della monarchia inglese: la Regina Elisabetta II.

“William & Harry. Da inseparabili a nemici” di Antonio Caprarica

Davvero è Meghan Markle, la bellissima ex attrice americana, la causa della fuga di Harry dalla prigione dorata di Buckingham Palace, oppure è il seme dell’irrequietezza, di quell’ansia di libertà ereditata dalla madre che ha spinto il duca di Sussex oltreoceano? Poteva la sola influenza di una donna sbriciolare il rapporto fra due fratelli apparsi inseparabili per trent’anni? Il solido legame affettivo suscitato dalla dolcezza di Diana è evidente nelle tristissime immagini del settembre 1997, in cui i ragazzi seguono a capo chino il feretro della madre. Due orfani uniti dalla disperazione di una perdita immensa e dal ricordo di una felicità irrecuperabile, che entrambi manterranno vivo negli anni a seguire. Il talento di affascinare il mondo – lo stesso della principessa Diana – ha permesso a William e Harry di superare gli scivoloni e i passi falsi in cui sono incappati da giovani. E così sono arrivati a incarnare un diverso modello di monarchia, più popolare, calorosa e sensibile alle buone cause. Per questo, adesso, la loro inimicizia diventa storia e va a incidere sulle dinamiche del Palazzo e sul futuro di una Corona indebolita dal declino fisico della regina Elisabetta. In questo nuovo capitolo dell’inesauribile saga dei Windsor Antonio Caprarica ne ricostruisce le fasi più recenti, scandagliando il complicato vincolo di affetto e parentela che ha saldato le vite dei due principi, l’uno destinato al trono e l’altro al ruolo di «erede di scorta». Con l’acutezza e la ricchezza di dettagli che gli sono abituali, il più grande esperto italiano della Corte britannica mostra le radici e i significati nascosti di vicende che continuano a tenere la scena mondiale e a suscitare l’interesse e la curiosità di un pubblico vastissimo.

“Intramontabile Elisabetta” di Antonio Caprarica

Per i detrattori è «Elisabetta la Lunga», la sovrana senza qualità particolari, dotata della sola virtù della longevità. Per la grande maggioranza degli inglesi, e anche per qualche convinto repubblicano, è l’amato e indiscusso simbolo della nazione e della grandezza del Paese. Per i media è un’icona mondiale. Chi è dunque, e chi è stata, nei novant’anni della sua vita, Elizabeth Alexandra Mary Windsor? Per rispondere a questa curiosità Antonio Caprarica, che ha avuto più occasioni d’incontrarla, ne ha esplorato la storia a partire dalla nascita nella casa londinese di Bruton Street, il 21 aprile 1926, e dall’infanzia trascorsa a Buckingham Palace insieme ai nonni, dai quali ha ereditato la parsimonia fino alla tirchieria e il maniacale rispetto della forma e dei ranghi che ancora oggi le vengono rimproverati. Ha seguito Elisabetta nei viaggi giovanili con Filippo e nelle stanze dove, ad appena ventisei anni, ha imparato l’arte di regnare. L’ha osservata nelle occasioni ufficiali e nelle crisi famigliari ricostruite attraverso le indiscrezioni di corte. L’ha raccontata, in un ritratto minuzioso e gustosissimo – completato da un inserto fotografico -, nella solenne cerimonia dell’incoronazione, nella quotidianità delle residenze reali e nelle scorribande in compagnia di cani e cavalli, gli unici esseri ai quali riserva, dicono i maligni, qualche manifestazione d’affetto. Una biografia che narra una stupenda favola d’altri tempi e al tempo stesso mostra la determinazione di una sovrana che ha nascosto i sentimenti dietro un’impenetrabile riservatezza per mettersi al servizio della monarchia. Perché, come le aveva insegnato la nonna, la regina Mary, «the Crown must always win», la Corona deve vincere sempre.

“Elisabetta. Per sempre regina” di Antonio Caprarica

Quando Elisabetta salì al trono, nel 1952, Truman governava gli Usa e Stalin guidava l’Urss. Sette decenni più tardi, dopo la fine dell’Impero britannico, il crollo del comunismo, diverse tragedie collettive e da ultimo perfino la peggiore pandemia da un secolo in qua, lei è ancora al suo posto, anacronistica nei suoi completi pastello come nella sua rigida etichetta, impassibile di fronte alle tempeste e agli scandali che si sono accumulati nella vita della famiglia reale: dai vari divorzi alla morte di Diana, dai sex affair del principe Andrea alla ribellione di Harry e Meghan. Se gli avvenimenti sollevano più di un interrogativo sulla sopravvivenza della Corona, è innegabile però che la regina, dopo aver consacrato la sua lunga vita alla monarchia, sia ormai universalmente il simbolo del suo Paese.
A lei, che ben pochi possono vantarsi di conoscere, Antonio Caprarica ha dedicato un’indagine penetrante e documentatissima, seguendone la storia fin dalla nascita e dal ribaltamento della linea dinastica che le regalerà la corona dopo l’abdicazione di Edoardo VIII, le cui simpatie naziste preoccupavano gli ambienti politici non meno del suo legame con la divorziata Wallis Simpson. In ciascuna delle tappe il giornalista, il maggiore esperto italiano della Casa Reale, va alla ricerca dell’Elisabetta segreta, dei sentimenti, dei sogni, dei tormenti nascosti dietro la maschera offerta ai sudditi e ai media nelle situazioni ufficiali.
Un’occasione unica per ripercorrere i momenti più significativi di un regno punteggiato di record e per avvicinare, attraverso un racconto appassionante, una donna straordinaria che, qualunque sarà la sorte della dinastia, sarà regina.

“Royal Baby: Vite magnifiche e viziate degli eredi” di Antonio Caprarica

Cosa significa per un bambino essere l’erede al trono? All’apparenza, godere di privilegi inarrivabili per i comuni mortali, ma in realtà, ieri come oggi, anche essere sottoposti a regole e modelli di comportamento che sembrano studiati apposta per creare dei disadattati in lotta col proprio destino. Ne sa qualcosa Carlo d’Inghilterra, il più longevo pretendente alla Corona, al quale il libro dedica un vivace e accurato ritratto: a tre anni ha già imparato a fare l’inchino alla bisnonna, la regina Mary, e a quattordici viene spedito in un collegio gelido e isolato dove subisce, insieme a una disciplina da caserma, anche le umiliazioni dei bulli con cui divide la camerata. E se oggi i suoi figli e nipoti godono di trattamenti molto meno severi, l’attenzione ossessiva dei mass media rende l’esistenza di tutti loro piuttosto scomoda. Spostandosi avanti e indietro nel tempo, infilandosi nelle residenze reali di tutta Europa, Antonio Caprarica registra con brio e gusto per i particolari gli aspetti più significativi e curiosi della vita e dell’educazione di giovani principi e principesse: infanzie dorate o complessate; disgrazie scolastiche di zucconi coronati; eccessi e debiti di giovani viziosi; amori borghesi che si scontrano con la ragion di Stato. Le stanze dei bambini diventano così un insolito punto di osservazione per scrivere un nuovo, originale capitolo della storia delle famiglie reali. E per indagare, attraverso le vite di famosi eredi – la regina Vittoria, Carlo e William d’Inghilterra, Vittorio Emanuele III di Savoia, Felipe di Spagna, Harald di Norvegia e altri ancora – il senso attuale di una istituzione che affida le sorti delle Nazioni a una lotteria genetica.

“La guerra dei Windsor: William, Kate, Harry, Meghan e il futuro della monarchia inglese” di Vittorio Sabadin

Il 9 marzo 2020, mentre l’Europa barcolla sotto i colpi della pandemia, al riparo dell’abbazia di Westminster qualcos’altro si sta sgretolando: la storia di una monarchia millenaria. È una cerimonia apparentemente come tante, l’annuale Commonwealth Day, ma gli sguardi corrucciati dei membri della famiglia mostrano al mondo che la battaglia di Harry e Meghan per sottrarsi agli obblighi ufficiali è giunta ormai al suo drastico epilogo. Quella, è stato deciso, sarà l’ultima occasione pubblica a cui presenzieranno, prima di rinunciare definitivamente al titolo di Royal. Ventidue anni prima, quando William e Harry assistevano solenni al funerale della madre, la tragica sventura di Carlo e Diana sembrava solo una singola, dolorosissima crepa, giunta a incrinare lo splendore di casa Windsor. Ma come in ogni racconto che si rispetti, la più piccola crepa rischia di allargarsi, e farsi rovina: sarebbe arrivato il tempo dei capricci di William, eterno indeciso fra Kate Middleton, commoner senza titoli che avrebbe poi sposato, e mille altre ragazze; della vita disordinata di Harry, divisa fra la passione per i locali notturni e il desiderio di combattere per il suo paese; fino all’arrivo di Meghan Markle, che considera la nobiltà come una specie di notorietà allargata, di cui cogliere i benefici ma rifiutare i doveri, l’esatto contrario del magistero di Elisabetta. C’è una sottile ironia, in questo. La storia della possibile successione al trono di Elisabetta, la più longeva sovrana della monarchia inglese, è segnata soprattutto dalle ambizioni, dal carattere, dalle volontà contraddittorie ed esplosive delle donne che hanno affiancato i legittimi eredi, Carlo prima e William e Harry poi. Vittorio Sabadin ricostruisce così il passato e il presente di questa Guerra dei Windsor tutta al femminile, arrivando fino agli ultimi scontri, sempre meno taciuti e sempre più lontani dallo stile regale e dalla riservatezza che contraddistinguevano la casata. Se già William e Kate sembravano destinati a un futuro più borghese, pur senza perdere l’identità istituzionale, la decisione di Meghan e Harry sconquassa alle fondamenta la monarchia, assestando un colpo tremendo a una famiglia già provata da mille dolorose vicende e dallo scorrere, impietoso, del tempo.

“Elisabetta II. Ritratto di regina” di Paola Calvetti

Il lunghissimo regno di Elisabetta II è la storia enigmatica di una donna timida e inavvicinabile che dell’accettazione del proprio destino, dell’appassionata difesa della corona, ha fatto la suprema ragione di vita e uno schermo impenetrabile. Con un’eccezione: la fotografia, che l’ha accompagnata nel suo lungo viaggio di sovrana e nell’iconografia del secolo. L’unico palcoscenico in cui The Queen, cedendo anche solo per pochi minuti alle leggi universali della luce e alle esigenze pratiche di un ritrattista, si è davvero rivelata. Delegando così ai grandi autori che con il loro obbiettivo l’hanno seguita nei decenni – da Cecil Beaton a Yousuf Karsh, da Lord Snowdon a Brian Aris, da Annie Leibovitz a Harry Benson – non solo il racconto della propria immagine nel tempo e la memoria dei favolosi e talvolta drammatici giorni dei Windsor, ma anche la testimonianza del ruolo della monarchia in una società in costante evoluzione. Bambina giudiziosa, acerba erede al trono, regina in ogni grammo del proprio corpo, madre distante, sovrana impopolare (e poi amatissima), più forte di ogni scandalo o dolore, espressione massima del senso del dovere e di equilibrio nella discordia e nel disordine: c’è materia sufficiente per il mito. Ma Paola Calvetti, in queste pagine, delinea anche un profilo personale, quasi intimo, di Elisabetta: l’amore per Filippo (solo formalmente due passi dietro la moglie) e le «affettuose amicizie» vere o presunte di entrambi; il legame profondo con il padre Giorgio VI e l’indomabile sorella Margaret; i complessi rapporti con i membri della numerosa e impegnativa famiglia, troppo spesso fonte di pettegolezzi e imbarazzanti rivelazioni. E c’è spazio per i momenti più lievi, le passeggiate in stivaloni e foulard con gli inseparabili corgi, gli scambi di battute con gli stilisti che creano gli abiti e i bizzarri cappellini per i quali è famosa, fino alla scelta della borsetta e del gioiello più adatto in ogni occasione: aneddoti e retroscena che mostrano anche la verità di una donna sempre in attesa di vivere, di essere compresa e amata dentro il nostro sguardo. In un ritratto rigoroso e incalzante che per la prima volta riavvicina donna e simbolo, tra i mille irresistibili dettagli di un’esistenza e di una royal family senza pari al mondo, l’autrice rende ancora più amabile una protagonista della storia, con noi da quasi un secolo e finora sconosciuta.

“Elisabetta II 1926-2022. L’ultima grande regina” di Enrico Franceschini

L’8 settembre 2022, a pochi mesi dalle celebrazioni per il Giubileo di Platino, si è spenta a novantasei anni tra le mura del castello di Balmoral in Scozia Elisabetta II, l’ultima grande regina. Perché «l’ultima»? Perché dopo di lei verranno tre re. Perché nessun monarca britannico ha regnato più a lungo. E perché ci ha accompagnato dal primo dopoguerra fino alla rivoluzione digitale, diventando una presenza costante per almeno tre generazioni, non soltanto nella vita dei propri sudditi ma del mondo intero. Eppure, in oltre settant’anni sul trono, Elisabetta II non ha concesso una sola intervista, ha pronunciato rari discorsi pubblici e non ha mai preso una vera decisione nelle scelte del Regno Unito. Nonostante fiumi di articoli, libri e film sul suo conto, ora che è scomparsa rimane il mistero di chi fosse davvero l’ultima grande testa coronata del nostro tempo: cosa le faceva battere il cuore, in che cosa credeva, per quale motivo ci affascinava tanto. Enrico Franceschini, che l’ha incontrata tre volte di persona e l’ha seguita per vent’anni come giornalista a Londra, racconta in queste pagine l’erede diventata sovrana per caso, la principessa salita una sera su un albero per ridiscenderne il mattino dopo nei panni di regina, i quattro matrimoni e il funerale che hanno segnato la sua monarchia. L’autore ricostruisce i tre ritratti che ne hanno rivelato l’anima, i soldi che spendeva e gli introiti che fruttava la sua «Ditta», i suoi viaggi e i suoi incontri con i grandi della Terra, il rapporto con l’amato Filippo, con il figlio Carlo, ora diventato re, con i nipoti e, non ultimo, con Diana, Camilla, Kate, Meghan, cosa la faceva ridere, arrabbiare e addolorare, il suo amore per i cavalli e gli adorati corgi. Una nuova biografia che ripercorre la vita di Elisabetta II fino agli ultimi istanti, per celebrare uno dei personaggi più significativi del ventesimo e del ventunesimo secolo. Una regina come nessun’altra.

“The Queen: Elisabetta, 70 anni da regina” di Andrew Morton

Per anni implorò la madre perché le regalasse un fratellino. Sperava che le venisse risparmiato il destino da futura regina britannica. Il suo sogno era vivere in campagna, circondata da bambini, cani e cavalli. Ma Elisabetta, giovane principessa, non si sottrasse al dovere e giurò davanti al proprio popolo che avrebbe dedicato l’intera vita al servizio del Regno Unito e del Commonwealth. A soli 25 anni, diventando regina dopo la prematura scomparsa del padre, re Giorgio VI, cominciò così il suo percorso da record: il regno più lungo e con il maggior numero di viaggi, strette di mano e discorsi rispetto a quello di qualunque altro monarca della Storia. A Elisabetta la strada per il trono si era aperta sotto l’egida della lettera D. Come Divorzio. Nel 1936 suo zio David, re Edoardo VIII, aveva deciso di sposare una donna americana pluridivorziata, Wallis Simpson, e – trattandosi di una scelta proibita per un sovrano – aveva dovuto abdicare. Dopo quello shock nazionale, la lettera D ha continuato a improntare il regno di Elisabetta che, nel tempo, ha assistito al divorzio della sorella Margaret, di tre dei figli e di un nipote. E ha vissuto abbastanza a lungo per vedere, come in una sorta di ciclo storico, un’altra divorziata americana, Meghan Markle, camminare lungo la navata al braccio di suo nipote Harry. Se il regno di Elisabetta è stato segnato dai divorzi, la sua vita privata è stata forgiata da un marito irascibile, da una madre stravagante, da un erede lamentoso e da un disonorevole secondogenito. Nell’inverno della sua esistenza, la regina ha dovuto fare da mediatrice nella guerra fra i nipoti William e Harry, che in passato erano stati inseparabili. Giunta oggi al Giubileo di Platino, come prima monarca britannica a regnare per settant’anni, durante la pandemia si è dimostrata il volto rassicurante della speranza e dell’ottimismo. La nonna della Nazione.

“Meghan. La sua vera storia” di Andrew Morton

Il 19 maggio 2018, giorno delle attese nozze tra Meghan Markle e il principe Harry, secondogenito della mai dimenticata lady Diana, segna una data storica per la casa reale inglese. Perché in un colpo solo crollano tutti i taciti requisiti da tempo immemore richiesti a una sposa reale: vergine, aristocratica, protestante, anglosassone e bianca. Con una madre discendente di schiavi e un matrimonio fallito alle spalle, Meghan è anche la prima americana divorziata di colore a diventare duchessa reale. Una storia d’amore che fa sognare, pronta a superare in interesse quella tra Kate Middleton e l’erede al trono William, fratello di Harry. Dall’appuntamento al buio, organizzato da un’amica, il loro rapporto non ha fatto che crescere, e la curiosità intorno all’attrice hollywoodiana della serie Suits è esplosa. Le sue origini, i suoi segreti, le sue battaglie antirazziste e contro le differenze di genere, la sua ambizione e il desiderio coltivato sin da piccola di diventare la nuova Lady D, c’è molto da indagare e scoprire sulla giovane Meghan e la sua famiglia, così anomala per la corte inglese.

“Diana: La vera storia dalle sue parole” di Andrew Morton

La vera storia della principessa Diana, così come lei aveva deciso di raccontarla. Contro un uomo e il suo Regno, per se stessa e il suo popolo. Nella gabbia dorata della sua vita Diana stava soffocando. Circondata da menzogne e inganni, e dal disprezzo dei sovrani d’Inghilterra che giudicavano la sua tristezza solo l’imbarazzante seccatura di una visionaria, la principessa di Galles escogitò un modo per raccontare la sua verità: di nascosto dal marito e dai reali Diana riuscì con ingegnosi sotterfugi a far arrivare i nastri con le sue sconcertanti rivelazioni a uno tra i migliori giornalisti investigativi britannici. Andrew Morton si ritrovò così tra le mani le parole della principessa stessa che, per la prima volta, raccontava la verità dietro la facciata fiabesca in cui tutto il mondo desiderava credere. In questo libro eccezionale Morton pubblica le registrazioni di Diana a lungo segrete, per riconsegnarci il ritratto onesto e scevro da pregiudizi di una delle figure femminili più amate, ammirate e influenti del nostro tempo: un fidanzamento acerbo, un matrimonio pieno di ombre, i disordini alimentari, i tentativi di suicidio, l’indifferenza del futuro re, i sospetti su Camilla che diventavano certezze, la separazione… La vera storia di lady Diana Spencer si conclude in modo tragico e improvviso, ma la sua eredità dura ancora oggi grazie a questo libro: nelle parole di una donna che era diventata principessa, ma desiderava soltanto essere amata.

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