Recensione: “Resurgir: Vampirismi Sudamericani”

La figura del vampiro è tra le più famose quando si tratta di letteratura. Da ogni parte del mondo arrivano storie a esso collegate e nel tempo se ne sono susseguite diverse, innumerevoli, tante da perderne il conto. Resurgir porta all’attenzione del lettore nove storie appartenenti alla cultura sudamericana.

Prendono vita i mostri della notte, risorti dalla propria tomba e tornati a camminare tra i vivi. I vampiri di queste storie trascendono le epoche e arrivano ai giorni nostri. Immutabili, come il loro destino, che è una vera e propria maledizione.

I latinoamericani hanno tradizioni e radici antiche e proprio questo è il clima che si respira tra le pagine. Si ha l’impressione di fare capolino in mezzo a una cultura segreta e lontana, per osservare il vampiro con occhi particolari, nuovi e per certi versi differenti.

Si ha come risultato la conoscenza di storie rimaste sopite e di volti che ora aprono gli occhi e si mostrano fieri e inquietanti al pubblico. Ci si perde nella loro non-vita, fatta di castelli, terre selvagge, paesi dimenticati. Si entra a contatto con la loro identità e ci si domanda cosa ancora ci sia di umano e cosa invece sia riconducibile a un mostro.

Tra le novità, comunque, rimangono incise le caratteristiche più classiche, quelle che ricollegano i vampiri al sangue. Tutto, a questo punto, ne prende l’odore e il colore, ricordando che il fascino iniziale deve con urgenza dare spazio alla paura e all’istinto primordiale di fuggire per avere salva la vita.

Tutto questo e molto altro, lo troverete in Resurgir e nello straordinario mondo su carta ideato dagli autori coinvolti.

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