Recensione: “La ragazza che non c’era” di Cinzia Bomoll

“La ragazza che non c’era” è un libro d’esordio che suscita tutte le giuste emozioni. Cinzia Bomoll è di certo una scrittrice da tenere d’occhio, così come le inchieste della sua Nives Bonora, che spero possano trasformarsi in una serie.

Come si affronta un caso la cui vittima scompare, parrebbe, sulle sue stesse gambe?

Questa è la premessa attorno cui ruota l’autrice, che grazie a uno stile di scrittura scorrevole e piacevole riesce a creare un ritmo che galoppa pagina dopo pagina. Districandosi tra le indagini e il quotidiano, viene dipinta una Ferrara dalle tinte gialle e noir, di certo mai stata cupa come in questo caso.

Chi diventa indimenticabile è proprio lei: Nives Bonora, un’ispettrice che risveglia dal torpore grazie a una caratterizzazione intrigante e una vita tutta da scoprire. Questo tipo di parallelismo non è cosa nuova, in storie di questo tipo, ma è il modo in cui viene presentato e raccontato a renderlo così speciale.

Bomoll non manca di denunciare la situazione lavorativa italiana, ancora troppo legata al genere d’appartenenza e favorevole a un certo tipo di classe sociale. Nives cerca di combattere il sistema, giostrandosi tra l’investigazione, le tribolazioni di nonna Argenta e la poesia che tanto ama.

Il tono utilizzato dalla scrittrice non è affatto distaccato: nonostante possa vedere tutto dall’altro della sua penna virtuale si cala nell’ambientazione mostrandone luci e ombre in modo appassionato. Altrettanto ne è la caratterizzazione di tutti i personaggi che ruotano attorno a Nives e che diventano indimenticabili a modo tutto loro.

La passione lascia spazio alla tensione man mano che la trama prende piedi. La storia risulta fitta di avvenimenti e risvolti, densi come la nebbia che sembra calare minacciosa sulla città. Il tutto poi sfocia in un finale imprevedibile, indomabile come la protagonista, un pugno allo stomaco assicurato.

Spero sinceramente che la vita battagliera di Nives possa tornare con una nuova investigazione. Io, di certo, terrò d’occhio la sua creatrice e i suoi prossimi romanzi.

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