Catherine Hubback, nipote di Jane Austen, torna ad allietarmi con il seguito de “La sorella minore”, una lettura che l’anno scorso mi aveva piacevolmente allietato.
Il romanzo riparte circa da dove ci eravamo interrotti, con un clima tutt’altro che rilassante. L’amato padre di Emma è venuto a mancare e la ragazza ripiomba ancora una volta nel dolore che l’aveva caratterizzata nel primo volume dopo la scomparsa dello zio.
Ora, ancora una volta, deve affrontare le conseguenze della dipartita dell’uomo di casa. A cominciare dal fatto che è ancora sola, senza un marito al proprio fianco. Emma non ha mai desiderato una vita come tutte le altre e cercherà di far valere il suo desiderio di indipendenza e libertà.
Certo, non sarà semplice, considerando l’epoca in cui si trova a vivere. L’autrice riesce a richiamare le atmosfere più consone ai romanzi classici, come se avesse studiato approfonditamente il lavoro della Austen prima di cimentarsi in questa storia.
“La sorella minore” in questa seconda parte descrive al meglio la condizione della donna in epoca vittoriana, mostrando gioie e dolori di quella stessa condizione. Al suo interno troverete una storia che, pur drammatica, scorre leggera nel modo inconfondibile che Jane Austen ci ha insegnato ad amare.
Una lettura consigliata per tutti i fan del genere.