Nel nuovo romanzo di Amy Witting, “Un fulmine a ciel sereno”, Ella deve affrontare un cambiamento imprevisto e doloroso: il divorzio dal marito. Un avvenimento che la manda a fondo ma che fa da punto di partenza per una nuova vita. Esistono altre storie di rinascita? Scopriamolo insieme.
“Vento del Nord” di Gary Paulsen
Quando un’epidemia mortale raggiunge il piccolo villaggio di pescatori dove vive, Leif è costretto a scappare per mare su una minuscola canoa. Viaggia verso nord, seguendo il vento, tra i fiordi, incalzato dalle forze della natura, aiutato dai delfini e minacciato da orsi, balene, orche e rapaci. Leif sa solo da cosa fugge e non conosce la sua destinazione, ma il viaggio lo porterà a fare scoperte da mozzare il fiato, fino a quella più importante: chi è davvero.
“La casa dei fiori selvatici” di Mathangi Subramanian
Sono in cinque. Cinque ragazze nate lo stesso anno a Paradiso, una baraccopoli ai margini di Bangalore, nel sud dell’India. Tutte e cinque sanno che il mondo segue regole precise. Se sei un maschio, i tuoi genitori ti faranno studiare e ti daranno l’occasione di migliorare la tua vita. Se sei una femmina, difficilmente andrai a scuola, perché tanto ti aspetta il matrimonio, ovviamente combinato. Se sei una femmina di Paradiso, ti toccherà pure fare tutto questo da sola, perché tua madre sarà al lavoro, per compensare le mancanze di un padre assente o fannullone. A Paradiso, sono le donne a occuparsi di tutto, senza mai ricevere niente in cambio. Eppure loro cinque non si arrendono. Imparano a prendersi cura l’una dell’altra. Imparano a nutrire non solo lo stomaco, ma anche l’anima, e a sfruttare ogni trucco pur di restare a scuola. E, quando arrivano i bulldozer a radere al suolo la baraccopoli per costruire un centro commerciale, imparano a lottare per salvare il quartiere. Perché il loro può anche non essere un paradiso, tuttavia c’è un’infinita bellezza nascosta tra le tende lacere e i tetti di lamiera. È la bellezza della solidarietà e della speranza. La bellezza dell’amore e del riscatto. La bellezza di un luogo che è – sempre e comunque – casa.
“La cacciatrice di storie perdute” di Sejal Badani
Jaya ha il cuore spezzato. Ha tentato a lungo di avere un bambino, ma dopo la terza gravidanza interrotta le speranze vacillano. Anche il suo matrimonio comincia a sfaldarsi e così, nel disperato tentativo di ritrovare se stessa, decide di allontanarsi da New York per riscoprire le sue origini indiane. Non appena arriva in India, Jaya viene immediatamente sopraffatta dai colori, dai profumi e dai suoni di quel Paese. Ogni cosa ha un fascino esotico, per lei, e ben presto il desiderio di riavvicinarsi alla cultura della sua famiglia prende il sopravvento. Ma ci sono eventi del passato, a lungo taciuti, che hanno il potere di influire sulle generazioni a venire. E così Jaya viene a conoscenza della storia di sua nonna e di un amore segreto che è destinato a cambiare per sempre la sua vita. Solo dopo aver conosciuto il coraggio e l’indomabile spirito combattivo che ha caratterizzato le donne della sua famiglia, infatti, Jaya scoprirà di avere dentro di sé una forza che non avrebbe mai immaginato di possedere.
“Diario di una rinascita” di Giovanna Valls Galfetti
Giovanna Valls Galfetti (1963) cresce tra Parigi e Barcellona in una famiglia borghese di alto profilo culturale. Suo padre Xavier è un pittore affermato, il fratello Manuel si prepara a diventare un promettente politico. Adolescente negli anni ’80, Giovanna entra nell’età adulta con un ricco bagaglio di curiosità e apertura mentale, ma con la fragilità che spesso contraddistingue quell’età di passaggio. Sperimenta la droga, ne rimane invischiata, cade nel baratro. La sua discesa agli inferi è brutale e non le risparmia nulla: diventa dipendente dall’eroina e dalla cocaina, vive ai margini della società; si ammala di epatite, poi di Aids. Neppure i famigliari, affranti e impreparati, sanno più come aiutarla. Solo la sua incredibile forza di carattere le consente, a un certo punto, di intraprendere una cura per liberarsi dalla tossicodipendenza. Questo libro ne segue passo passo il lungo percorso di riabilitazione, alternando il racconto elaborato oggi a mente lucida, la corrispondenza con i suoi cari e le pagine del diario intimo, un flusso di pensieri spontaneo, a tratti visionario. Giovanna entra nel centro CITA di Dosrius, Barcellona, nel 2004. Dopo alcuni mesi di soggiorno in clinica, dietro suggerimento del suo medico segue una terapia integrativa nella comunità di Prato Raso, in Brasile. Qui, nel cuore della foresta amazzonica, sotto stretto controllo medico sperimenta l’uso della ayahuasca, una bevanda allucinogena estratta dalla macerazione di una liana.