Al centro della vicenda raccontata da Alessandro Piperno in “Proust senza tempo” c’è proprio lui: il grande romanziere Marcel Proust. Un autore che non dovrebbe avere bisogno di presentazioni ma che oggi approfondiremo meglio in questo articolo.
Marcel Proust, nato nel 1871 e morto nel 1922 è uno degli scrittori più importanti del Novecento. La sua fama è data dall’opera mastodontica da lui scritta e che è conosciuta e studiata in tutto il mondo: Alla ricerca del tempo perduto.
Un capolavoro in sette volumi, pubblicati tra il 1913 e il 1927. Letteratura, musica e arte caratterizzano la vita di Proust fin dall’infanzia e vengono riportati all’interno delle sue opere. La fortuna di appartenere all’alta borghesia gli ha concesso di frequentare i salotti aristocratici francesi, altro elemento d’ispirazione presente nei suoi scritti.
Fantastico e reale si mescolano nei romanzi, come gli avvenimenti della Prima Guerra Mondiale e la vita vissuta a Parigi. Alla ricerca del tempo perduto ha chiari riferimenti autobiografici e i fatti si sviluppano tra la vita mondana e l’illusione dell’amore.
Tanti sono i riferimenti a vecchi maestri dell’arte: da Wagner a Picasso, da Dostoevskij a Le mille e una notte. L’opera di Proust si concentra sulla vita interiore dei suoi personaggi, che si rispecchia perfettamente con il significato di tempo.
Marcel Proust ha continuato a scrivere la sua imponente opera letteraria senza abbandonarla nemmeno nel giorno della sua morte, 18 novembre 1922, all’età di 51 anni.