Recensione: “Otto milioni di dei” di David B. Gil

David B. Gil è uno scrittore acclamato per la sua narrativa e finalmente è arrivata l’occasione per conoscerlo. “Otto milioni di dei” è una vera e propria avventura fantastica ambientata nel Giappone del 1579, un’epoca lontana e ricca di fascino.

Il Giappone è affascinante e pieno di luce, ma questo romanzo insegna quanto possono essere grandi le ombre di un paese. A cominciare dai protagonisti, che si trovano ad avere a che fare con loschi individui quali assassini e spie, mettendo in discussione amicizie e alleanze. Facciamo quindi la conoscenza dello spagnolo padre Martín Ayala e della sua guida Kudo Kenjiro.

La storia di Gil è emozionante e coinvolgente. Ci si sente subito a proprio agio a stare al fianco dei personaggi e a seguirli in questa avventura, anche se tutt’altro che spensierata. Tra tutti, il personaggio per cui ho avuto un debole è ovviamente Kenjiro, per il suo essere integerrimo e ligio alle sue convinzioni, anche quando la via da percorrere è la più difficoltosa.

Uno stile di scrittura coinvolgente e scorrevole, un’ambientazione suggestiva e dei personaggi indimenticabili rendono “Otto milioni di dei” un romanzo che va assolutamente recuperato e che meriterebbe di essere conosciuto decisamente di più.

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