Review Party: Recensione di “L’inverno della morte rossa” di Pierpaolo Brunoldi e Antonio Santoro

Tra corruzione, guerra e carestia, Benedetto Da Norcia fonda la sua comunità religiosa: il Monacheismo. Un credo solido, con regole ferree e che si stanzia principalmente a Subiaco. Proprio qui, iniziano ad avvenire oscuri avvenimenti, che causano furti e soprattutto omicidi. Dietro a tutto questo si nasconde il misterioso Lupo Rosso e solo il Senatore Tiberio, accompagnato dal conte Optari, potrà venire a capo della situazione.

In un contesto storico ben delineato, gli autori Brunoldi e Santoro delineano la trama di un giallo fitto e avvincente, per nulla semplice da risolvere. La cornice storica del Medioevo da un tocco oscuro all’atmosfera, ideale per il tipo di storia che hanno voluto narrare.

Molto interessante è osservare l’evoluzione del rapporto tra Tiberio, emissario del Papa, e Optari, emissario della regina degli Ostrogoti. I due non hanno proprio una partenza ottimale, ma dovranno in fretta smussare i propri scontri per creare il fronte comune sulle indagini.

Gli autori hanno dalla loro uno stile scorrevole e intrigante. Ho apprezzato che le descrizioni storiche fossero ridotte al minimo, in modo tale da non appesantire la narrazione (ma mi rendo conto che questo possa essere un problema per tanti).

Le indagini li porterà direttamente a vivere il contesto ecclesiastico di Benedetto Da Norcia, il cui monastero già di per sé nasconde luci e ombre. Il giallo sui predoni del Lupo Rosso è interessante e per niente scontato: il finale soddisfa e si lascia una porta aperta sul futuro dei protagonisti del romanzo.

Se cercate un thriller tutto italiano, non perdetevi la novità del momento.

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