L’anno scorso sono rimasta positivamente colpita da “Il passato non si cancella”, primo romanzo di Domenico Wanderlingh dedicato all’ispettore Anita Landi. Mi sono subito innamorata di questo personaggio e sono rimasta rapita dalla trama del libro.
Con sorpresa e gioia, ho affrontato “È colpa mia” pronta a farmi travolgere ancora una volta. L’autore conferma l’abilità nel creare un giallo all’italiana avvincente e portando avanti la storia pregressa avuta inizio precedentemente.
Se i casi sono a sé stanti, infatti, la storia e l’evoluzione di Anita seguono un filo conduttore ben delineato e non scontato, che porta di nuovo il lettore a interessarsi a lei e a volerne sapere sempre di più. Qui, tutto ricomincia da un momento di calma apparente, fino a quando la donna non viene richiamata all’ordine per risolvere un nuovo caso di omicidio.
Vecchie e nuove conoscenze si mescolano per creare il tessuto di questo nuovo romanzo, che anche se non rappresenta la novità come il primo risulta essere allo stesso modo intrigante da seguire, per certi versi anche di più.
Il panorama del giallo dovrebbe ammirare la forza di Anita e la scrittura di Wanderlingh, che meriterebbero di affermarsi appieno in questo genere letterario.