“A proposito di mia figlia” di Kim Hye-Jin vengono evidenziate delle tematiche sociali delicate. Per noi, forse, sono temi già trattati, ma pensando a un paese come la Corea del Sud si potrebbe definire un’innovazione. Quali sono i pregiudizi che ancora dilagano? Scopriamolo insieme.
In Corea del Sud, essere omosessuali significa non avere gli stessi vantaggi degli eterosessuali. Per quanto, fortunatamente, sia legale, potrebbe essere visto non tanto di buon occhio, specie in ambiti lavorativi e sociali.
Nonostante la situazione stia cambiando in positivo, per molto tempo l’omosessualità è stata considerata alla pari della molestia sessuale. Questo ha avuto come conseguenza una repressione della propria identità di genere molto complessa ora da sbrogliare.
Un pregiudizio ancora rilevante è nei confronti degli stranieri e in particolar modo delle persone di colore. In campo lavorativo, sono più avvantaggiati i coreani ma in generale chi ha la pelle chiara, quindi non c’è da stupirsi se c’è una differenza netta nel riconoscimento economico, anche quando si parla dello stesso lavoro.
Dulcis in fundo, visto che se ne parla molto anche nel romanzo, la maternità. Qui si dovrebbero fare grossi passi avanti e in realtà ne vengono fatti molti indietro. La donna coreana deve pensare al bene della casa, del marito e della famiglia anche in fase di parto e lasciare tutto pronto in vista della sua assenza.
La bellezza, come ben saprete, è fondamentale. Per questo le donne in gravidanza vengono esortate a perdere peso quanto prima dopo aver partorito. In generale, comunque, le donne coreane tendono a dare più importanza alla carriera lavorativa che ai figli e anzi, capita spesso che arrivino biologicamente al limite per poterci provare.
Il congedo di maternità, inoltre, prevede un periodo di stop di 12 settimane, al contrario dell’uomo a cui vengono concesse 53 settimane. Ovviamente, se il congedo viene approvato, perché solitamente le aziende esortano le donne a licenziarsi ancor prima di aver portato a termine una gravidanza.
Insomma, molti sono ancora i problemi da risolvere. Non esistono paesi perfetti e, analizzandoli uno per uno, sono certa che troveremmo tanto di cui discutere. Spero solo che con il tempo ogni situazione pendente vada a risolversi.