Una delle ambientazioni più belle che si potrebbero avere per un romanzo, secondo me, sono sicuramente quelle in cui i libri sono i veri protagonisti. June Jones è una bibliotecaria ed è la protagonista del meraviglioso romanzo di Freya Sampson, “La biblioteca delle ultime possibilità”. Qual è il vostro rapporto con questo luogo? Comincio io.
Oltre a non smettere mai di ringraziare i miei genitori, una buona parte del mio essere una lettrice è grazie alle mie maestre delle scuole elementari, che almeno una volta al mese portavano le proprie classi a fare una visita alla biblioteca comunale.
Arrivarci era davvero molto semplice, perché bastava uscire dalla scuola e attraversare la strada. Per me, la biblioteca del mio paese di origine è sempre stato il luogo più affascinante oltre alle librerie, perché era proprio grazie al catalogo di cui disponeva se io ho potuto leggere la maggior parte dei libri della mia infanzia.
Già ai tempi sapevo come farmi riconoscere: il mio amore per la lettura era tale che, al contrario dei miei compagni, già mi lanciavo verso libri piuttosto corposi e articolati. Spesso venivo addirittura spronata dalle mie insegnanti ed è stato proprio in quegli anni che lessi Il Diario di Anna Frank.
Ricordo ancora che il reparto dei libri per bambini e ragazzi si trovava in una stanzetta a parte, colorata dai muri ai mobili, compresa di piccoli tavoli e sedie pronti ad accogliere i lettori più curiosi. Ricordo vivamente come mi perdessi in mezzo ai scaffali, sfiorando i dorsi dei libri che riuscivano a colpirmi per la copertina, il titolo e infine la trama.
Sono molto devota a questo luogo e quando grazie al tirocinio universitario sono potuta tornare lì per lavorarci qualche mese è stato ancora più bello ed emozionante.