Cosa cela il mondo al di fuori dell’Università? Non sempre ciò che è sulla carta porta a una realtà rosea. I quattro amici Giulia, Greta, Caterina e Diego stanno per scontrarsi con il futuro, fatto di lavoro e responsabilità, fatto sempre più spesso di sogni destinati a rimanere imprigionati nel cassetto.
Ciò che salta subito all’occhio nel romanzo d’esordio di Elisa Pellegrino è la capacità di narrare con naturalezza tematiche sociali importanti senza risultare banale o prolissa. Quando inizierete la lettura di “Albicocche al miele” entrerete in un flusso di coscienza attraverso quattro stagioni, quattro anime che si palesano davanti alle porte del nostro cuore mostrandosi senza fronzoli.
La bellezza è nei dettagli ma anche nelle imperfezioni. Diego, Giulia, Caterina e Greta scopriranno nell’anno più delicato della loro vita, lontani ma vicini al contempo, una lezione di crescita importante. Sono molto legata alla tematica del futuro soprattutto vincolata al dopo università e in questo 2021 mi è capitato più volte di affrontare libri di questo tipo. In ogni pagina traspare la paura, la frustrazione, il desiderio di vedere realizzate le proprie ambizioni, il sollievo del successo, lo sconforto del fallimento.
Ogni volta rivivo le mie emozioni una per una, riuscendo però a sentire le mie piccole ferite un po’ più sanate rispetto a prima della lettura. La Pellegrino riesce con un espediente stuzzicante a intrattenere con divertimento e passione, associando le sue creature di carta non solo alle stagioni ma anche a dei film, degno riferimento a ciò per cui è diventata nota sul web.
“Albicocche al miele” è un romanzo tanto scorrevole quanto violento nel mettere a nudo la cruda realtà, descrivendo in modo diretto quella fetta di società che nel futuro non vede altro che ombre, ma che riesce comunque nelle piccole cose a trovare la forza per guardare a testa alta il giorno che deve arrivare.