Esiste un aspetto di Milano patinato oltre l’immaginabile. Un aspetto che caratterizza la città con la ricchezza, lo splendore e le opportunità che si affacciano di fronte a chi sa cogliere l’attimo. Ma al contempo l’oscurità s’ingigantisce al confine della luce, portando a galla quando meno ce lo si aspetta l’inquietudine della realtà e il marcio del quotidiano, pronta ad assaltare i malcapitati che non riescono a stare al passo.
Anita Landi, ispettore provetto con un passato lontano dalla vita di Polizia ma che per circostanze particolari si è avvicinata a forza al mondo delle indagini, dovrà ora affrontare con la sua squadra un caso truculento di vittime milanesi appartenenti alla borghesia. Scoprire le dinamiche e battersi contro il giudizio di chi la circonda sono un mix di eventi che renderanno questo il suo primo e vero caso.
Un romanzo giallo ambientato in quella Milano che negli ultimi anni ho studiato approfonditamente per le trame imbastite per il gioco di ruolo dal vivo horror a tema vampiri. Insomma, non potevo chiedere di meglio! Domenico Wanderlingh mi ha immerso totalmente nel suo ambiente grazie a una trama fin da subito intrigante, che ha saputo emozionarmi per i vari riferimenti che conosco già tanto bene.
Milano si tinge di rosso, bagnando le proprie strade con l’irrazionalità della morte, cui solo la protagonista può dare una spiegazione. Anita Landi si dimostra all’istante un personaggio interessante da seguire, di una competenza sopraffina e di cui si desidera conoscere ogni più piccolo particolare. Per lei si desidera il successo, di lei si desidera la caparbietà con cui affronta la vita ogni giorno, nonostante tutto.
Anita diventa in qualche modo una paladina, pronta a fare chiarezza oltre le apparenze, scoperchiando vasi di una città perfetta che però nasconde tanto sotto la coltre dei propri immensi palazzi. Tutto si fa vivido e pulsante grazie alla narrazione dell’autore, che con trasporto incita il pubblico a ipotizzare i risultati del suo ingegno, pronto a stupire fino all’ultima pagina. Non ci sono sbavature ed è proprio difficile trovare qualcosa che faccia davvero storcere il naso.
Capitolo dopo capitolo si sente sempre più il peso del passato: quello delle vittime, dei carnefici, dei buoni, dei cattivi. Perfino quello personale riaffiora, perché il passato non si può mai cancellare davvero e prima o poi si ripresenta, con gli interessi. Ma è proprio questo che fa rimanere col fiato in sospeso, unito alla maledetta curiosità di scoprire tutto di tutti.
“Il passato non si cancella” viene presentato come “un caso”, il primo in cui Anita Landi prende vita e di cui voglio sapere ancora e ancora. Spero che Domenico Wanderlingh non si fermi e che possa farci il regalo di concederci altre sue storie. Sono certa che possa dare molte altre soddisfazioni.