Review Party: Recensione di “Il giardino dalle mille voci” di Ewald Arenz

L’amicizia spesso la si trova nelle persone più impensabili.

Sally ha tutta l’intenzione di rimanere sola e cavarsela con le sue sole forze. Sa che nessuno la capirà mai e deve subito accettarlo, a diciassette anni, per non rimanere delusa. Eppure, dopo essere fuggita, trova rifugio a casa di Liss, una donna che ha sempre tenuto fuori tutto e tutti fino a quel fatidico giorno.

La vista condivisa di quella parte di giardino rimasta celata a occhi estranei aiuterà entrambe a risolvere i propri tormenti interiori, imparando così a sostenersi a vicenda.

Con uno stile fluido e un’atmosfera emozionante, Ewald Arenz è stato in grado di scrivere un romanzo di vita intimo e toccante, unendo i destini di due donne che apparentemente non hanno nulla in comune, come se venissero da mondi differenti.

L’autore rimarca l’importanza della crescita personale, che può avvenire a ogni età e in ogni tipo di situazione. Anzi, sono proprio le situazioni più complesse e insolite che rendono la maturazione più incisiva e importante: Sally lo imparerà osservando ciò che nasce nel giardino di Liss, traendo un coraggio che non credeva di possedere.

Il lettore empatizza con facilità, entrando in due vite che hanno in sé messaggi nascosti che solo chi legge può capirli, senza bisogno di ulteriori spiegazioni. Ogni dettaglio di vita quotidiana è affascinante in un modo tale da far sentire l’anima in pace e lontana dai personali problemi, un modo per ricaricare le batterie e ricominciare.

“Il giardino dalle mille voci” mostra la bellezza della natura trasformandola in una metafora vincente, insegnando che comunque ci sono delle regole da seguire che non possono essere piegate. Solo accettando questo, si può dare il via a un cammino in cui è possibile trovare se stessi, ma anche molto di più. Come un tesoro prezioso, nascosto in un giardino incantevole, a cui si può accedere solo dopo aver messo in discussione tutto e si è pronti finalmente a ricominciare.

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