Review Party: Recensione di “Il gioco dell’angelo” di Carlos Ruiz Zafòn

Dopo una vita travagliata e piena di drammi, David Martin giunge al coronamento del suo grande sogno: diventare uno scrittore. La sua storia fa il giro della Spagna, con tutte le conseguenze positive ma anche quelle negative. Il successo, infatti, lo fa cadere in un quotidiano di solitudine, fino all’incontro con il Cimitero dei Libri Dimenticati, che darà via a un’evoluzione totalmente inaspettata. 

Rileggere un libro di Zafòn dopo il 19 giugno di quest’anno è davvero destabilizzante. Ma ho dovuto farlo in occasione di questo evento, visto che la lettura di questo romanzo risale a qualche anno fa.

Grazie allo stile inconfondibile dell’autore, ci si ritrova ancora una volta a Barcellona, in un’atmosfera misteriosa e al contempo intrigante, per affrontare un’altra storia che lascia davvero senza fiato. Di tutta la saga, rimango assolutamente legata a L’Ombra del Vento, ma nel complesso tutta la serie è tra le migliori mai lette, perché anche i seguiti lasciano tracce indelebili nel cuore.

“Il gioco dell’angelo”, in particolare, appassiona per l’approccio a un protagonista legato al mondo della scrittura, mostrando un aspetto dell’editoria che non sempre viene calcolato.

David è un personaggio altrettanto particolare, con delle sfaccettature psicologiche ben marcate che mostrano di lui luci e ombre, rendendolo un essere umano completo, con pregi e difetti, com’è giusto che sia una persona in questo mondo. Insegue un sogno facendo i conti con tormenti indicibili, in una situazione mentale contrastante, che mostra l’insoddisfazione e la frustrazione di una condizione da cui sembra impossibile uscire.

Zafòn incanta con una vicenda al cardiopalma, in grado di risvegliare le emozioni sopite e provate con la lettura del precedente romanzo, che si collega a questo con un sottile filo rosso, così come a quelli che arriveranno dopo. Ancora una volta ci si trova di fronte a un’opera magistralmente elaborata, con quel clima a cavallo tra misticismo e terreno che rende, come sempre, le opere dell’autore suggestive e indimenticabili.

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