Review Party: Recensione di “Gideon la Nona” di Tamsyn Muir

Con abilità innate e un talento per l’arte della spada, Gideon ha sempre vissuto all’interno della Nona casa, circondata da donne consacrate a un mondo oscuro e macabro. Ora, però, sente più che mai la necessità di andare via da quel luogo e persiste nei tentativi di fuga, tutti andati a vuoto. Solo con l’intervento della sua acerrima nemica, Harrow, colei che più di tutte ha a che fare con la negromanzia, le si presenta finalmente l’opportunità concreta per andare lontano, affiancandola come lama al servizio dell’imperatore. Ma i progetti del sovrano sono più oscuri di quanto possa sembrare e il destino della ragazza va sempre più a braccetto con la morte. Una competizione all’ultimo sangue metterà entrambe alla prova e per sopravvivere dovranno fare fronte comune e imparare infine a contare l’una sull’altra.

“Gideon la Nona” è il romanzo che ho atteso per tutta la vita. Con un’ambientazione cupa e inquietante, il lettore viene catapultato in un universo incomprensibile alla logica umana, fatto di magia, occulto, vita ma soprattutto morte. Non si può rimanere indifferenti alle tonalità oscure dell’intera trama, che accompagna la protagonista verso una sorte che nessuno può aspettarsi. L’autore ha un’abilità sorprendente ed è incredibile pensare che questo sia il suo esordio letterario.

Sono rimasta subito coinvolta da ogni dettaglio descritto, come una bambina in una casetta piena di caramelle a sua disposizione, pronta a farmi catturare da qualsiasi entità si sia trovata al suo interno. L’unico aspetto che trovo difficile è scegliere chi, tra Gideon e Harrow, mi sia piaciuta di più. Sono entrambe due meravigliose donne, che si adattano perfettamente al contesto in cui sono calate, perché hanno un animo altrettanto oscuro che le spinge a intraprendere battaglie da brividi, così come le stesse conversazioni. Ho amato l’evoluzione del loro legame, così come gli eventi, che si concatenano con selvaggia frenesia lasciando caos e ditruzione al loro passaggio.

L’opera si dimostra subito non essere alla portata di tutti, per comprenderne ogni elemento è necessaria dedizione e concetrazione. Muir sfrutta il più possibile i tempi descrittivi, addensando molto la narrazione con elementi di ambientazione particolarmente dettagliati, che in apparenza possono sembrare superflui e inutili ma che sono davvero preziosi per sentirsi totalmente coinvolti dall’universo realizzato. Lo stesso disorientamento iniziale si appiccica alla pelle del lettore e dei personaggi stessi, che devono imparare a destreggiarsi nella loro stessa realtà per non uscirne soffocati.

Il romanzo di Tamsyn Muir è così pregno di cura su qualsiasi fronte che ha l’effetto di coinvolgere il lettore al punto di lasciarlo prosciugato, ma assolutamente soddisfatto e felice di aver intrapreso una lettura così impegnativa da incollarsi per sempre alla sua anima.

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