Review Party: Recensione di “Cheshire Crossing” di Andy Weir e Sarah Andersen

Le avventure fantastiche di Alice, Wendy e Dorothy nei luoghi più incredibili della fantasia sono ormai un ricordo sedimentato. Ma cosa succederebbe se tutte e tre si ritrovassero in un luogo in cui dovranno imparare a controllare l’abilità di attraversare i mondi magici? Ha così inizio la loro avventura all’istituto Cheshire Crossing, in cui la fantasia torna a essere palpabile risvegliando il bambino insito in ognuna di loro.

Quando mi trovo di fronte a un’opera crossover, seguo la trama con assoluto interesse, armata di occhi che brillano e gridolini di emozione. Perché sì, quando si ha a che fare con personaggi d’invenzione che da sempre hai adorato e che passano da essere indipendenti a interagire tra loro, non puoi fare altro che avere una reazione isterica ed emozionata, entusiasta nel vedere qualcosa che avresti creduto possibile solo nella tua testa.

“Alice nel paese delle meraviglie”, “Il mago di Oz” e “Peter Pan”, sono storie che hanno segnato la mia infanzia e il mio essere lettrice: vivere da adulta un’opera come “Cheshire Crossing” è qualcosa di unico e irripetibile. Per me è un privilegio poter entrare nella storia di Andy Weir, lasciandomi trasportare dalle tavole colorate e ben fatte di Sarah Andersen, per tornare a fare compagnia a tre assolute eroine della letteratura.

La storia scorre via veloce, lasciando però addosso una sensazione malinconica e dolciastra al tempo stesso. Questa è una graphic novel che si adatta a ogni età, aprendo gli occhi dell’immaginazione ai più giovani e facendo riscoprire le gioie del tornare a volare a chi è ormai adulto, ma desideroso di continuare a sognare epiche battaglie in compagnia dei personaggi che hanno segnato la propria infanzia.

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