Recensione: “Inside Job: Adam” di Monica Lombardi

Adam crede di aver perso tutto, quando un incidente gli ha portato via la capacità di camminare. Eppure, anche dall’inferno è riuscito a scappare, trovando la forza in sé per andare avanti. Uno solo diventa lo scopo: ritrovare Viola per salvarla dal suo inferno personale, grazie all’aiuto del fidato Noah e alle sue incredibili capacità professionali.

Una nuova “spy story” si affaccia nella carriera di Monica Lombardi, che dopo la serie del GD Team è ora pronta a offrire al proprio pubblico una nuova avventura a cavallo tra l’amore e l’adrenalina.

“Adam” è solo il primo capitolo delle tre parti che comporranno il romanzo “Inside a Job”. A discapito della trama orizzontale, che qui viene soltanto accennata, l’autrice ha avuto modo di approfondire la conoscenza dei tre protagonisti, partendo dal loro presente per scavare nel passato, che per ognuno è fonte di drammi personali che in qualche modo, però, li forma e li unisce tra di loro. Adam, Noah e Viola sono dei personaggi interessanti e pieni di potenziale da esprimere, ognuno ha la propria personalità ed è davvero difficile per me scegliere il migliore. Ho amato Adam per la determinazione di fronte a un ostacolo tanto grosso come la paralisi, Viola per la forza interiore che mai l’ha abbandonata nonostante tutti attorno l’avessero fatto e Noah per la filosofia di vita che lo accompagna e che mi affascina.
Ecco, posso dire che tra tutti chi mi intriga di più è proprio quest’ultimo, forse perché ha ancora un velo di mistero e riservatezza rispetto ai due colleghi che mi fa sperare di scoprirne in futuro molto di più e in un modo davvero sorprendente.

Considerando questa prima parte come una presentazione dell’ambiente toscano e dei protagonisti, si ha tutto il tempo per godersi la conoscenza di ogni dettaglio, che è fondamentale per comprendere appieno i legami che s’instaureranno. Ognuno di loro ha una forza indomita ma anche delle fragilità interiori che li fanno risultare più umani e credibili, ma complicando i delicati rapporti dati dalla convivenza per il proprio lavoro. I sentimenti, qui, non annoiano e non sono mai prevedibili, Monica è sempre stata brava nel gestire le emozioni dei propri personaggi facendoli reagire sempre in modi differenti.

Ora sono molto curiosa e pronta a scoprire di più sulla parte “spy” di questa storia, che ha tutte le premesse per essere una lettura godibile e memorabile. Ho letto questa prima parte tutta d’un fiato e mi sono ritrovata a desiderare di poter subito leggere la seconda parte, su cui nutro aspettative davvero alte.

Trovo lo stratagemma di spezzare il romanzo davvero azzeccato, perché dà il tempo al lettore di interiorizzare meglio anche le informazioni che in apparenza potrebbero sembrare trascurabili e a prepararlo per ciò che arriverà poi. Il 20 Giugno sembra ancora lontano, ma credo che approfitterò dell’attesa per una seconda lettura, propedeutica alla parte che prende il nome della protagonista femminile. Rimanete connessi per non perdere la prossima recensione.

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