« Non mi ero mai definita un’artista, non mi ero mai spinta tanto avanti e non avevo mai pensato a me stessa tanto in grande, ma… Dove un tempo c’erano stati colore e luce e struttura, c’era
solo una lurida cella di prigione. »
Feyre sperava che lasciandosi Amarantha alle spalle e tornando alla Corte di Primavera avrebbe potuto dimenticare tutti gli orrori visti, subiti, compiuti. Ma l’incubo la insegue: lo sente attaccato alla pelle, lo vede negli occhi di Tamlin. La Corte sembra non avere più quel potere palliativo che aveva saputo rasserenarla in passato. Come si può convivere con certi traumi? Come si può condividere il quotidiano con una persona che non è più la stessa? Il rapporto tra Feyre e Tamlin è messo a dura prova dal distacco e la freddezza di lui, che sembra quasi congelato nel tempo, senza considerare l’idea di andare avanti e trovare un miglioramento per sé stesso e per la donna.
E poi c’è Rhys, che lentamente e inesorabilmente torna da Feyre per riscuotere ciò che gli spetta dal patto fatto in passato.Ebbene, sono davvero felice di poter affermare che Sarah J. Maas sia riuscita a conquistarmi completamente! “La corte di nebbia e furia” ha tutto quello che avevo apprezzato in “La corte di rose e spine” e molto, molto altro. L’angoscia e il timore sono ancora più intensi, le palpitazioni per ogni situazione in cui Feyre si ritrova sembrano voler far scoppiare il cuore. Il suo atteggiamento è istintivo e al tempo stesso maturo di fronte alle ennesime difficoltà che le si parano davanti. Si evolve con le esperienze, come è giusto che sia, crescendo e scoprendo nuove parti di sé. Il mondo fatato della Maas ha tutta la crudeltà e la cupezza che io amo poter vedere in un’ambientazione di questo tipo, che al contrario delle apparenze è più negativo e oscuro di quanto si pensi. Pensare alle fate, infatti, crea più delle volte l’illusione di un mondo rosa e pieno di brillantini, gioia e amore. Ma appunto, è proprio questo: nient’altro che un’illusione.
Feyre sperava che lasciandosi Amarantha alle spalle e tornando alla Corte di Primavera avrebbe potuto dimenticare tutti gli orrori visti, subiti, compiuti. Ma l’incubo la insegue: lo sente attaccato alla pelle, lo vede negli occhi di Tamlin. La Corte sembra non avere più quel potere palliativo che aveva saputo rasserenarla in passato. Come si può convivere con certi traumi? Come si può condividere il quotidiano con una persona che non è più la stessa? Il rapporto tra Feyre e Tamlin è messo a dura prova dal distacco e la freddezza di lui, che sembra quasi congelato nel tempo, senza considerare l’idea di andare avanti e trovare un miglioramento per sé stesso e per la donna.
E poi c’è Rhys, che lentamente e inesorabilmente torna da Feyre per riscuotere ciò che gli spetta dal patto fatto in passato.Ebbene, sono davvero felice di poter affermare che Sarah J. Maas sia riuscita a conquistarmi completamente! “La corte di nebbia e furia” ha tutto quello che avevo apprezzato in “La corte di rose e spine” e molto, molto altro. L’angoscia e il timore sono ancora più intensi, le palpitazioni per ogni situazione in cui Feyre si ritrova sembrano voler far scoppiare il cuore. Il suo atteggiamento è istintivo e al tempo stesso maturo di fronte alle ennesime difficoltà che le si parano davanti. Si evolve con le esperienze, come è giusto che sia, crescendo e scoprendo nuove parti di sé. Il mondo fatato della Maas ha tutta la crudeltà e la cupezza che io amo poter vedere in un’ambientazione di questo tipo, che al contrario delle apparenze è più negativo e oscuro di quanto si pensi. Pensare alle fate, infatti, crea più delle volte l’illusione di un mondo rosa e pieno di brillantini, gioia e amore. Ma appunto, è proprio questo: nient’altro che un’illusione.
Non mi resta che aspettare settembre per “La corte di ali e rovina”, per scoprire cos’altro si è inventata questa scrittrice per tormentare i propri personaggi e far soffrire i suoi lettori!