Come da titolo, il romanzo di Claire North ha come protagonista Penelope, una figura mitologica greca piuttosto popolare. Oggi, ne parliamo meglio.
Penelope è la figlia di Icario e di Policaste, nonché moglie di Ulisse e regina di Itaca. Dalla sua relazione sono nati tre figli: Telemaco, Poliporte e Arcesilao. Si tratta di una discendente dell’eroe Perseo ed è cugina di Elena.
La leggenda narra che quando nacque fu gettata in acqua su ordine del padre e venne salvata da alcune anatre, che la riportarono a riva salvandola dall’annegamento. I genitori presero di nuovo con sé la piccola dandole a quel punto il nome Penelope (ovvero anatra).
Quando Ulisse partì per la guerra di Troia, dovette accudire il figlio Telemaco appena nato per vent’anni, corrispondenti al periodo di assenza del marito. Da qui nacque il celebre stratagemma narrato nell’Odissea, La tela di Penelope.
Per non essere costretta a convolare a nozze con uno dei proci, aveva fatto credere che avrebbe deciso il suo sposo dopo aver completato il sudario del padre di Ulisse, Laerte. Di giorno tesseva e di notte disfaceva tutto il lavoro. Penelope divenne così il simbolo della fedeltà coniugale, ma anche il simbolo attuale di un lavoro buono nelle intenzioni ma impossibile da portare a termine.