Nella Londra degli anni 20, vive serenamente Harriet Hume, pianista in erba che vive la vita alla giornata, con uno spirito libero e un carattere assolutamente stravagante.
La sua vita è però legata a quella di un uomo già sposato, Arnold Condorex, uomo di politica e follemente innamorato della donna. Il loro sentimento è tanto profondo e intenso da tenerli legati per anni, tra una rottura e l’altra, sempre pronti a ritrovarsi e riprovare.
Nel giro di una vita intera, troveranno sempre il modo per stare insieme, nonostante la scoperta dell’uomo che lo lascerà disorientato: la capacità di Harriet di leggergli nella mente.
Non ho mai letto nulla di Rebecca West, nonostante la conosca di nome e per i titoli dei suoi libri. Per tanto, ho colto subito la palla al balzo quando mi si è proposta come occasione quella di leggere questo volume autoconclusivo che descrive una storia di vita e anime con un pizzico di fantastico che mi ha subito intrigato.
La West mi ha colpito per lo stile di scrittura frizzante e leggero, che fa fluire la narrazione con facilità, senza far pesare la mole delle pagine complessiva. L’autrice trasmette quanto le piaccia dedicarsi ai propri personaggi, attraverso una storia dettagliata, con una logica consecutiva degli eventi che sta in piedi e un’evoluzione dei protagonisti stessi coerente.
Ho amato subito Harriet, con il suo spirito indomito e gli ideali da femminista, in grado di far riflettere il lettore e d’intrattenerlo anche con retroscena divertenti e stuzzicanti. Non sono riuscita molto invece a comprendere Arnold, dovrò rifletterci maggiormente su per capire come mi sono lasciata con lui.
Nonostante la scorrevolezza, il romanzo di Rebecca richiede concentrazione, è una lettura che ha diversi piani di comprensione e ha bisogno di entrare nella pelle e permeare, per far passare davvero il messaggio.
Trovo che sia stata un’ottima scoperta, che m’invoglia sicuramente a leggere altro di quest’autrice, per studiarne lo stile e carpire ogni interpretazione nascosta dietro ai suoi romanzi.