Review Party: Recensione di “Shadowhunters: Città delle anime perdute” di Cassandra Clare

« Mi state chiedendo di recidere un legame sul quale soltanto il Paradiso ha potere. Ma il Paradiso non vi aiuterà, e lo sapete bene quanto me. In fondo è per questo che gli uomini evocano i demoni e non gli angeli, giusto? »
 
Jace è scomparso nel nulla. La dipartita di Lilith ha determinato una spaccatura indelebile, capace di separare vite che sembravano legate indissolubilmente, lasciandole a vagare in un viaggio alla disperata ricerca di una soluzione che possa riportare tutti a ricongiungersi.

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Review Party: Recensione di “Come Petali di Ciliegio” di Mia Another

« Il bello di vivere lontani dal centro di Tokyo è proprio questo. Puoi ancora fingere di essere solo, di non dover affrontare i volti della gente e la metropolitana sovraffollata, le piazze gremite di pendolari e studenti. Puoi respirare aria pulita, sentire i profumi delle piante, della terra umida, e assaporare il silenzio, quello vero, così assordante che ti culla per tutta la notte. »

Isabel parte per il Giappone avendo ben chiari in mente i propri obiettivi. Il suo unico pensiero è dedicarsi completamente al disegno, estensione del corpo e dell’anima, e vede nell’oriente un’ottima fonte di ispirazione. Sostenuta dal fidanzato Tyler e dall’amica Mei, la ragazza vive una vita tranquilla e normale.
Non può di certo immaginare che su di lei stia per piombare una forte tempesta, che prende il nome di un amico di Ty, Ryuu. Imperscrutabile, schivo ma attento ad ogni cosa, Ryuu entra in contatto con lei in quanto esperto di kinbaku: l’arte delle legature attraverso nodi e corde. Isabel rimane affascinata e sorprendentemente incuriosita, fino a volerne sapere ogni dettaglio per poterlo rappresentare il più accuratamente possibile nella sua arte. Per questo, inizia a prendere lezioni da lui, a frequentarlo e a conoscerlo, tra un nodo stretto e l’altro sciolto.
Ben presto dovranno entrambi fare i conti con un legame ancora più forte, che avvinghia sempre più le loro anime tra loro in una danza passionale di sguardi, sfioramenti e cuori.
Non sapevo davvero cosa aspettarmi dal libro di Mia Another, ma sicuramente l’ambientazione orientale è ciò che mi ha spinto ad iniziare a leggerlo. Dire che sono rimasta positivamente colpita è un eufemismo, non solo per una visione nipponica insolita e originale ma anche per le tematiche trattate, che toccano corde della mia emotività che hanno origini lontane e che negli anni sono cresciute fino ad ardere, senza mai lasciarmi andare.
La storia di Isabel e Ryuu è una storia di limiti, non da porsi quanto da superare, per conoscersi più approfonditamente e accettarsi, senza pudore. Lo stile di scrittura della scrittrice è deciso, fluido e in grado di trasmettere grandi emozioni. Il suo libro ha forti richiami alla cultura pop orientale, che mi stuzzica sempre data la mia passione che mi accompagna fin da bambina. L’atmosfera che si respira è frenetica come le strade trafficate di Tokyo, ma al tempo stesso rilassante come la visione di un petalo di ciliegio che con leggiadria si stacca e prende il volo.
Anche l’amore, punto di forza dell’opera, si mostra qui con quel tocco filosofico tipico della mentalità giapponese, fatto di step che via via aumentano fino a sfociare nell’intimità vera e propria. Vedere come la storia dei protagonisti cresce e si sviluppa è stato assolutamente interessante e mai banale, fino ad un finale che personalmente ho trovato inaspettato, proprio perché ogni pagina è stata una nuova sorpresa tutta da scoprire.
Non conoscevo Mia Another, ma mi ha conquistato, quindi non posso fare altro che consigliare la lettura di “Come Petali di Ciliegio”, che è in grado non solo di farsi apprezzare da chi conosce determinate culture, ma anche chi non ne sa nulla e ha bisogno di evadere verso una nuova realtà, che qui ha il profumo delicato degli alberi in fiore, i colori accesi di una delle metropoli più grandi esistenti e il fascino del diverso, che non smetterà mai di essere tale.

Review Party: Recensione di “Shadowhunters: Città degli angeli caduti” di Cassandra Clare

« Sapeva che sarebbe stato come prendersela con un medico che aveva dovuto somministrare un trattamento doloroso ma in grado di salvare la vita. Eppure era difficile, troppo difficile, con qualcuno che si ama… »
 
La realtà di Clary sembra finalmente aver trovato un nuovo equilibrio. Accanto a sua madre, al ragazzo che ama e a tutta la sua nuova famiglia, vive ora l’emozionante esperienza di un allenamento serio come Cacciatrice.Ben presto però dovrà fare i conti con il comportamento mutevole di Jace, che dopo l’esperienza sconvolgente vissuta durante la guerra contro Valentine sembra cambiato irrimediabilmente. Forse la scelta presa dalla ragazza durante quella fatidica notte potrebbe essere costato il futuro dell’intero mondo dei Nascosti.

Acquistai “Città degli angeli caduti” con un misto di emozione e terrore. Questo perché rappresentava l’inizio di una nuova avventura nell’universo degli Shadowhunters, che poteva rivelarsi vincente quanto catastrofica. Ebbene, lo completai nel giro di una notte, perché proprio non riuscivo a smettere. E così, con un “finisco questo capitolo e poi basta” dopo l’altro, mi sono addentrata ancora una volta nelle vicende di Clary, Jace e tutti gli altri, rendendomi conto fin da subito che Cassandra non mi avrebbe deluso. Gli spunti narrativi si collegano perfettamente al finale del libro precedente, che nascono sì come conseguenze di ciò che è accaduto ma aprendo a un futuro totalmente da scoprire.

Il rapporto tra i personaggi evolve in un modo inaspettato e tutti riescono finalmente ad avere una loro dimensione nella storia. Come già accennavo, la coppia protagonista non mi ha mai entusiasmato più di tanto (non tanto perché non fosse descritta bene, ma proprio per un sentore personale), per cui sapere molto di più delle relazioni di Simon, o Alec, o Jocelyn, mi ha intrigato molto, facendomi promuovere a pieni voti questo nuovo inizio.

Una precisazione, però, tengo a farla. Per quanto questo primo cofanetto in uscita racchiude i sei libri che seguono le vicende di New York, Cassandra Clare pubblicò questi nuovi tre libri alternandoli alla pubblicazione della trilogia delle Origini (che con la nuova pubblicazione prenderà il nome originale, The Infernal Devices) ambientata nella Londra Vittoriana, nonché la mia serie preferita in assoluto di questa vasta saga. Lo dico perché soprattutto con i prossimi due libri di cui parleremo nei giorni a venire ci sono dei riferimenti sempre più grandi a personaggi o avvenimenti legati a questa, che sono fondamentali per capire alcuni passaggi della serie di The Mortal Instruments da qui in avanti.

Review Party: Recensione di “Shadowhunters: Città di Vetro” di Cassandra Clare

« Pensavo che ad attirarti là fosse qualcosa che avevi nel sangue, qualcosa che riconosceva il mondo delle ombre. Pensavo che saresti stata al sicuro solo se ti avessi tenuto nascosto quel mondo. Non ho mai pensato che avrei potuto proteggerti aiutandoti a essere forte e a combattere. »
 
Ricordo bene le sensazioni che anni fa mi pervasero, quando finalmente “Città di Vetro” finì inevitabilmente nelle mie mani. Ricordo ancora, con un grande sorriso dipinto sulle labbra, quando la saga di Shadowhunters era definita dalla Clare stessa una trilogia, che sarebbe andata a concludersi con questo libro.

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Review Party: Recensione di “Qualunque sia il tuo nome” di Laura Baldo

« Potremmo essere tutti morti domani, per quel che ne sappiamo. Prima, tanto vale vivere un po’. »

Anna è un’insegnante dalla potente forza d’animo. Ma la guerra, soprattutto in Polonia, la costringe ad arrendersi e scappare per avere salva la vita. In questo frangente, nel fienile della dimora della zia in cui si rifugia, la donna s’imbatte in Werner, che si nascondeva lì a causa di una brutta ferita. Anna non esita ad aiutare l’uomo, che per quanto tedesco rimane pur sempre un essere umano in difficoltà.
Ha così inizio un’intensa storia di identità che si rivelano poco a poco, a cavallo di anni difficili da superare per cui molti versarono il sangue invano. Come possono due persone su fronti opposti riuscire a trovare un punto d’incontro pur di non far morire perfino l’amore che iniziano a provare vicendevolmente?
“Qualunque sia il tuo nome” ha la capacità di far battere il cuore ed emozionare nonostante il periodo storico in cui la storia è ambientata. Lo stile di scrittura di Laura Baldo è diretto e in grado di aprire il cuore del lettore ai sentimenti puri dei protagonisti, che cercano con tutte le loro forze di  preservarli dal resto del mondo. Lo fanno attraverso il silenzio, nascondendolo, separandosi più e più volte, fingendo e negando. Una situazione complicata che riflette anime complesse: Anna e Werner, infatti, sono persone che non è così semplice inquadrare, ma che è possibile conoscere solo seguendoli capitolo dopo capitolo, per tutto il racconto.
L’amore che li lega non è mai banale o scontato: con forza e determinazione si fa largo nell’oscura macchia d’odio che sembra essersi posata indelebilmente nei cuori, ma che non può fare altro che retrocedere e pian piano estinguersi di fronte alla sincerità da cui viene guidato. 
L’opera di esordio di Laura Baldo è una storia che porta il lettore alla ricerca di un io celato tra nomi falsi e identità nascoste, ma che scalpita senza indugio per poter emergere e farsi conoscere per ciò che davvero è. Una lettura insolita, per questo periodo, ma che sa intrattenere e conquistare per la fermezza con cui ogni piccolo messaggio viene trasmesso alla mente di tutti.