
Review Party: Recensione di “L’assassino che è in me” di Jim Thompson

Non è solo un viaggio spirituale, ma un viaggio vero e proprio di dimensioni incalcolabili, perché non include una sola terra ma connette intere galassie. Questo grazie allo sviluppo tecnologico che ha portato l’umanità verso scoperte incredibili. Così, dopo il Grande Errore che ha distrutto il nostro pianeta, nasce una nuova federazione denominata l’Egemonia dell’Uomo. Quando si affaccia un’ingombrante minaccia, vengono selezionati sette pellegrini che intraprenderanno il cammino verso Hyperion, luogo misterioso in cui sono custoditi degli antichi manufatti: le Tombe del Tempo.
Ognuno di loro ha un desiderio da esprimere e una lunga storia di intenzioni che li precede. Riusciranno nei loro scopi e a tornare illesi da un luogo importante per il genere umano ma altrettanto sconosciuto?
L’autore, in ogni sua opera, ha la capacità incredibile di avere il controllo su ogni elemento del mondo da lui creato. Questo è giusto puntualizzarlo, perché spesso capita di imbattersi in storie aventi anche una buona base di fondo ma sviluppata male, con incongruenze e buchi non colmati, come se la storia si fosse ribellata al proprio creatore. Per quanto sia una situazione obiettivamente affascinante, nella realtà ottiene solo il risultato di essere negativamente criticata.
Dan Simmons ha studiato l’ambientazione in ogni più piccolo particolare, tanto che se si gira un angolo non descritto tra le pagine, sono certa che il lettore potrebbe trovare altre curiosità tutte da scoprire. Non solo le terre esplorate, ma anche le culture radicate e le innovazioni sviluppate rendono il tutto assolutamente realistico, tanto da chiedersi se davvero, tra qualche secolo, la nostra civiltà potrà avvicinarsi anche solo un minimo a quanto descritto.
“Hyperion”, che nella nuova edizione Mondadori è divisa in due grandi blocchi narrativi, è un’opera che sa coinvolgere attraverso la minuziosità dei particolari e grazie alle storie dei singoli protagonisti che non sono mai uguali l’una all’altra e che stuzzicano i ragionamenti del lettore che cerca di capire e anticipare, invano, le rivelazioni disseminate tra i capitoli. Ed è proprio questo che mi fa amare un libro e il suo autore alla follia: la sua capacità di stimolarmi e mettere più volte tutto in discussione.
Non posso fare altro che consigliare la lettura, che seppur non facile e molto impegnativa, può essere adatta sia ai lettori forti del genere sia a coloro che vogliono approcciarsi attraverso un battesimo del fuoco di cui difficilmente ci si può dimenticare.
Attraverso una storia di finzione, Danielle Steel traccia il percorso straordinario di due anime straordinarie, che nonostante abbiano attraversato l’inferno sono riusciti a riprendersi ciò che era stato strappato loro e a coltivare i propri valori, per lasciarsi il passato alle spalle. Jakob ed Emmanuelle sono un esempio di come si possa essere eroi nella vita di tutti i giorni, affrontando la tragedia più grande guardando sempre al futuro. Avrebbero potuto passare la vita nell’odio e nella rabbia, invece hanno investito sul loro amore per lasciare una testimonianza di positività e speranza.
“Sulle orme di un padre” è una storia con tematiche forti, che unisce il dolore e il dubbio all’amore spropositato di una famiglia apparentemente comune, che sa condividere genuinamente con il mondo una vera e propria filosofia di vita.