Review Party: Recensione di “Get Even” di Gretchen McNeil

Uno degli aspetti negativi della vita scolastica è il fatto che il bullismo sia una piaga che ha sempre dilagato e che è davvero molto difficile far scomparire.

Ma a far fronte a questa situazione c’è il DGM, il gruppo segreto Don’t get Mad i cui membri sono celati nell’ombra. Le fondatrici non sono altro che quattro ragazze del liceo Bishop DuMaine: Bree, Kitty, Olivia e Margot, tanto diverse tra loro quanto accomunate dall’unico obiettivo di vendetta contro le ingiustizie perpetrate tra i corridoi della scuola.

Ma un caso di omicidio sta ora per compromettere le buone intenzioni del gruppo, che dovrà indagare sull’assassino senza per questo farsi scoprire. Riusciranno nell’impresa?

Quelle affronta dalla McNeil nel suo libro, il primo della serie di Dont’ get Mad, sono tematiche importanti, soprattutto nel sistema scolastico americano, dove vige in clima tale da rendere i bulli persone comuni all’interno delle scuole. L’autrice però non vuole parlarne in modo pesante e critico, piuttosto costruendo una trama thriller e piena di suspence che sappia intrattenere senza pretese. Le DGM diventano così delle paladine della giustizia del proprio liceo, affrontando segretamente coloro che rendono difficile la vita scolastica.

Alla fine, però, qualcosa sfugge di mano e le protagoniste si trovano a dover fare i conti con qualcosa di più grande di loro, un caso di omicidio che sconvolge la Bishop DuMaine. La tensione rende la storia interessante da seguire, anche se alla fine si tratta pur sempre di un romanzo senza pretese, che può essere letto sia da adolescenti che da adulti.

Buono l’espediente sul finale che fa in modo di lasciare la curiosità per ciò che accadrà nel volume successivo.

Review Party: Recensione di “Dove crescono i cocomeri” di Cindy Baldwin

Della ha un ricordo nitido di come la malattia abbia trasformato sua madre, mandandola anni prima in ospedale senza possibilità di vederla per mesi. Scoprire, quindi, che la donna ha cominciato a scavare in un’anguria per estrarne i semi, è per lei un segno che quel brutto periodo sta tornando. Ma Della ha la soluzione: cercare la signora delle api per chiederle un po’ di quel suo magico miele famoso per le proprietà curative. Un viaggio che la porterà a fare i conti con i suoi sentimenti e con l’accettazione di situazioni difficili con cui bisogna imparare a convivere senza condannarle.

Il romanzo d’esordio di Cindy Baldwin narra una storia che ha come fulcro la formazione personale, necessaria per affrontare e superare determinati e complessi momenti della propria vita. Per fare questo, è necessario mettere cuore e mente al pari della protagonista, una ragazzina che continua a dover fare i conti con la schizofrenia che cambia sempre più sua madre, una malattia che colpisce la testa e che la costringe a lunghi periodi fuori casa. Della sente la necessità di proteggere sé stessa e la sorella, in un momento di forte crisi in cui l’azienda di famiglia fatica a campare a causa della siccità. Si fa forza e cresce, si prende la responsabilità di aiutare il padre per non pesare sulla madre e fa ogni cosa per il clima sereno che sta cercando. Eppure, quel clima sembra per lei non arrivare e il suo senso sempre più intenso di inquietudine la porta su una strada totalmente nuova, in grado di farle comprendere quanto sia importante accettare le cose come stanno per iniziare a stare bene. Un processo lungo e per nulla semplice, che però l’autrice fa scaturire con una semplicità e una delicatezza estreme, tanto da far commuovere il lettore che rimane completamente preso da ciò che sta leggendo. Il suo è un romanzo breve ma intenso, in grado di far uscire emozioni forti con naturalezza. Ad affiancare la vicenda della bambina c’è quella della sua mamma, incentrata sulla sua lotta contro quel nemico silenzioso e invisibile che le crea danni fisici ed emotivi. Le vicende si collegano tra loro fino a creare un quadro di situazione famigliare in cui tutti possono rispecchiarsi, con i propri personali problemi di vita. “Dove nascono i cocomeri” è un’opera che insegna l’empatia e il coraggio di diventare grandi, arrivando a sacrificare qualcosa per il bene di chi ci vuole bene.

Review Party: Recensione di “La vita è un romanzo” di Guillaume Musso

La vita di Flora Conway crolla definitivamente quando sua figlia Carrie, di tre anni, scompare misteriosamente dall’appartamento in cui le due vivono a New York. Le dinamiche sono inspiegabili e l’angoscia da quel momento non l’abbandona. Lei, che è una famosa scrittrice ma insofferente alla vita sociale, ora si ritrova ad affrontare ogni giorno sola, senza quell’unica persona che aveva piacere a sentire accanto.

A molti chilometri di distanza, tra le vie parigine, lo scrittore Romain Ozorski vive una vita piatta e insoddisfacente, che lo lascia su un costante orlo di un baratro tra lucidità e crisi di nervi.

Il destino legherà i due indissolubilmente, come se uno fosse la cura ai problemi dell’altra.

Guillaume Musso è uno scrittore che ho amato più e più volte in passato ma che mancava tra le mie letture da un po’ di tempo. Il suo “La ragazza di carta” mi scalda il cuore ancora oggi e memore delle sensazioni che ho provato con i suoi romanzi mi sono buttata a capofitto nella lettura del suo romanzo più recente. La lettura è stata scorrevole e intensa, in poche ore mi sono ritrovata a libro concluso e un tripudio di emozioni che ancora adesso, a distanza di qualche giorno, mi lasciano segnata e sconvolta.

L’autore cattura l’attenzione del lettore attraverso un’atmosfera carica di tensione e dramma, veicolata attraverso uno stile di scrittura avente una vena poetica che fa risaltare nel complesso le emozioni dei personaggi. Con facilità, questi si trasmettono a chi scorre gli occhi tra le pagine e che si ritrova totalmente coinvolto dalle vicende, empatizzando con facilità in ogni situazione.

Si rimane più volte senza fiato per la sorpresa, scoprendo man mano gli elaborati intrecci di Musso, che non fanno intuire subito dove voglia andare a parare ma regalando infine una storia che colpisce il cuore diventando un tassello prezioso per la crescita culturale dei lettori. Lo scrittore descrive in ogni romanzo con minuziosità i paesaggi, trasmettendo più volte l’amore indissolubile che lo lega realmente alle mete delle sue opere.

“La vita è un romanzo” è un libro assolutamente consigliato per la particolarità della trama, per la profondità dei messaggi che trasmette e per le emozioni che questi sprigionano con naturalezza nel cuore dei lettori.

Blog Tour: “Get Even” di Gretchen Mcneil – Biografia e bibliografia dell’autrice

Oggi parliamo di Gretchen Mcneil, l’autrice della serie che sta spopolando qui in Italia: “Get Even”.

Prima di cominciare la sua carriera da scrittrice, Gretchen è innanzitutto un’artista e una cantante. I romanzi che dal 2011 ha iniziato a pubblicare sono degli young adult di genere principalmente horror e suspance. Grazie a questi ha vinto numerosi premi, finendo nelle prime posizioni delle classifiche di vendita. Ha avuto l’opportunità di vedere tradotti i suoi libri in ben otto lingue, tra cui italiano, cinese, spagnolo, turco e ceco. 

Il suo primo romanzo young adult è “I’m Not Your Manic Pixie Dream Girl”, e quello più noto è “Ten”, che ha avuto così tanto successo da ottenere un adattamento cinematografico nel 2017 con protagonisti diversi attori americani emergenti.  

Con la serie di tre libri “Murdertrending” ha conquistato completamente il pubblico, arrivando successivamente con “Get Even” ad essere non solo pubblicata qui in Italia ma a ottenere la collaborazione con BBC e Netflix per un adattamento di questa come serie tv.

La Mcneil ha un sito personale ed è molto attiva sui social, Facebook, Twitter e Instagram.

Un libro che voglio sicuramente leggere e che spero venga tradotto in Italia è “Ten”, ne ho sentito parlare così bene che vorrei davvero fiondarmici per poi vedere il film!

Ma per il momento ci possiamo concentrare sulla serie “Don’t get mad” che al momento conta due libri, Get Even e Get Dirty. Di seguito un confronto tra le copertine originali e quelle italiane.

 

 

 

 

Non sono una grande fan delle copertine aventi le locandine promozionali degli adattamenti, ma comprendo la decisione della Dea, visto che il primo libro è stato messo in vendita in occasione dell’uscita della serie tv su Netflix. Al contempo, anche le copertine originali non mi fanno particolarmente impazzire, nonostante le trovi più fini rispetto alle nostre.

Cosa ne pensate? Avete letto Get Dirty? Quali altri libri dell’autrice vorreste vedere in vendita qui in Italia?

Review Party: Recensione di “Un altro giorno insieme” di Matteo Losa

Giovanni si sveglia pensando costantemente a una sola cosa: volere una vita normale. Ma questo il cancro non glielo può permettere e si sente sempre più estraneo a quel corpo divorato dalla malattia che fa sempre più fatica a riconoscere. La rabbia lo inonda, perché a diciotto anni non vorresti fare altro che divertirti e decidere quel che ti pare, senza il peso del dolore o il sollievo di aprire gli occhi giorno dopo giorno. Incominciare davvero a vivere. Qualcosa cambia grazie all’incontro con Barbara, figlia del primario dell’ospedale in cui è in cura Giovanni. Lei stessa desidera diventare un medico e per questo pianifica al millimetro ogni parte della sua vita, per raggiungere un obiettivo tanto voluto. Come si può entrare in sintonia, quando da un lato ci sono piani per il futuro concreti e dall’altra un futuro avvolto dalle nebbie del dubbio?

“Un altro giorno insieme” è un romanzo forte, tanto da fare venire le lacrime agli occhi e che una volta concluso rimane sottopelle marchiando a fuoco il cuore. Quella di J e Barbara è una storia intensa e frenetica, vittima di un tempo tiranno che corre e investe senza pietà. Il libro è una carica esplosiva di emozioni allo sbaraglio, che comprendono gli aspetti dolorosi di una malattia tanto devastante ma anche quelli ricchi di speranza e sogni per il proprio futuro. Ogni passo affrontato dai protagonisti è toccante ed è impossibile non tifare per loro, per quel rapporto che ogni giorno si trasforma per essere qualcosa di migliore per entrambi. Quella di Matteo Losa è un’opera che descrive senza fronzoli le tematiche delicate legate alla sofferenza, ma con una vena quasi poetica che dona all’atmosfera un tocco caldo e di conforto. Il dolore più grande, purtroppo, è quello di sapere che il cancro che ha colpito l’autore per oltre dieci anni, l’ha portato via il 06 agosto scorso a soli 37 anni. Una forza di volontà incredibile gli ha permesso di dare il massimo fino alla fine, donando al mondo un gioiello di libro che commuove ed esprime in pieno la sua lotta da valoroso guerriero quale è stato. Mi sarebbe piaciuto poterlo conoscere di persona e complimentarmi per una storia di vita umana che ha saputo essere una morsa allo stomaco e una carezza per il cuore al tempo stesso. “Un altro giorno insieme” è un romanzo che deve essere letto almeno una volta, un inno alla vita che guarda in faccia alle difficoltà con il sorriso splendente di Matteo Losa.