Della ha un ricordo nitido di come la malattia abbia trasformato sua madre, mandandola anni prima in ospedale senza possibilità di vederla per mesi. Scoprire, quindi, che la donna ha cominciato a scavare in un’anguria per estrarne i semi, è per lei un segno che quel brutto periodo sta tornando. Ma Della ha la soluzione: cercare la signora delle api per chiederle un po’ di quel suo magico miele famoso per le proprietà curative. Un viaggio che la porterà a fare i conti con i suoi sentimenti e con l’accettazione di situazioni difficili con cui bisogna imparare a convivere senza condannarle.
Il romanzo d’esordio di Cindy Baldwin narra una storia che ha come fulcro la formazione personale, necessaria per affrontare e superare determinati e complessi momenti della propria vita. Per fare questo, è necessario mettere cuore e mente al pari della protagonista, una ragazzina che continua a dover fare i conti con la schizofrenia che cambia sempre più sua madre, una malattia che colpisce la testa e che la costringe a lunghi periodi fuori casa. Della sente la necessità di proteggere sé stessa e la sorella, in un momento di forte crisi in cui l’azienda di famiglia fatica a campare a causa della siccità. Si fa forza e cresce, si prende la responsabilità di aiutare il padre per non pesare sulla madre e fa ogni cosa per il clima sereno che sta cercando. Eppure, quel clima sembra per lei non arrivare e il suo senso sempre più intenso di inquietudine la porta su una strada totalmente nuova, in grado di farle comprendere quanto sia importante accettare le cose come stanno per iniziare a stare bene. Un processo lungo e per nulla semplice, che però l’autrice fa scaturire con una semplicità e una delicatezza estreme, tanto da far commuovere il lettore che rimane completamente preso da ciò che sta leggendo. Il suo è un romanzo breve ma intenso, in grado di far uscire emozioni forti con naturalezza. Ad affiancare la vicenda della bambina c’è quella della sua mamma, incentrata sulla sua lotta contro quel nemico silenzioso e invisibile che le crea danni fisici ed emotivi. Le vicende si collegano tra loro fino a creare un quadro di situazione famigliare in cui tutti possono rispecchiarsi, con i propri personali problemi di vita. “Dove nascono i cocomeri” è un’opera che insegna l’empatia e il coraggio di diventare grandi, arrivando a sacrificare qualcosa per il bene di chi ci vuole bene.

La vita di Flora Conway crolla definitivamente quando sua figlia Carrie, di tre anni, scompare misteriosamente dall’appartamento in cui le due vivono a New York. Le dinamiche sono inspiegabili e l’angoscia da quel momento non l’abbandona. Lei, che è una famosa scrittrice ma insofferente alla vita sociale, ora si ritrova ad affrontare ogni giorno sola, senza quell’unica persona che aveva piacere a sentire accanto.

Prima di cominciare la sua carriera da scrittrice, Gretchen è innanzitutto un’artista e una cantante. I romanzi che dal 2011 ha iniziato a pubblicare sono degli young adult di genere principalmente horror e suspance. Grazie a questi ha vinto numerosi premi, finendo nelle prime posizioni delle classifiche di vendita. Ha avuto l’opportunità di vedere tradotti i suoi libri in ben otto lingue, tra cui italiano, cinese, spagnolo, turco e ceco.
adattamento cinematografico nel 2017 con protagonisti diversi attori americani emergenti. 

Giovanni si sveglia pensando costantemente a una sola cosa: volere una vita normale. Ma questo il cancro non glielo può permettere e si sente sempre più estraneo a quel corpo divorato dalla malattia che fa sempre più fatica a riconoscere. La rabbia lo inonda, perché a diciotto anni non vorresti fare altro che divertirti e decidere quel che ti pare, senza il peso del dolore o il sollievo di aprire gli occhi giorno dopo giorno. Incominciare davvero a vivere. Qualcosa cambia grazie all’incontro con Barbara, figlia del primario dell’ospedale in cui è in cura Giovanni. Lei stessa desidera diventare un medico e per questo pianifica al millimetro ogni parte della sua vita, per raggiungere un obiettivo tanto voluto. Come si può entrare in sintonia, quando da un lato ci sono piani per il futuro concreti e dall’altra un futuro avvolto dalle nebbie del dubbio?
arturiano. Thomas Wheeler in “Cursed” ne da una propria personale interpretazione e il suo personaggio è incarnato da Katherine Langford nell’adattamento a serie tv prodotto da Netflix. Si tratta quindi di una rivisitazione in chiave fantasy in cui i personaggi più noti del ciclo sono più giovani rispetto a come li si conosce, ragazzi e ragazze in cui anche un pubblico non adulto può rispecchiarsi.
Nimueh è colei che più generalmente viene ricordata come Dama del Lago ed è una delle figure sovrannaturali più note e potenti all’interno del ciclo arturiano. Il suo nome sembrerebbe in parte derivare da Vivienne, divinità celtica dell’acqua.
materna e come colei che ha nutrito e cresciuto il bambino sulle sponde del lago che da accesso ad Avalon. Questa è un’analogia molto forte con un’altra origine che le viene attribuita, legata alla mitologia greca e romana, più nello specifico a Teti, spirito greco dell’acqua che allevò Achille e gli conferì l’invulnerabilità di cui era dotato.
Una donna rinomata, ambigua sotto certi aspetti, che sarà fondamentale nelle prodi gesta del futuro re di Camelot: Artù Pendragon, in quanto fu lei che fece in modo che la spada di Excalibur giungesse a lui, in modo diretto o indiretto in base al racconto scritto. Al contempo fu però rovina per Merlino: diversi testi riportano il rapporto di maestro-allieva tra i due, derivante da una vera e
propria infatuazione da parte del mago, che la introduce alle arti magiche. Nonostante egli potesse vedere il futuro non ebbe modo di prevedere che la donna sarebbe stata causa della sua prigionia (in una caverna o in un albero, a seconda della storia in cui viene riportato).